Roberto Benigni monologo 2023

Roberto Benigni: il monologo a Sanremo 2023

Fonte foto: Wikipedia

Roberto Benigni rappresenta per il Festival di Sanremo quello che per ogni donna è il tubino nero: un classico senza tempo, che non stanca mai, da sfoggiare nelle occasioni impegnate.

Questa volta l’attore si concentra sulla Costituzione e nel farlo omaggia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ricorda al pubblico che suo padre, Bernardo Mattarella, è stato tra i padri costituenti.

Il testo

“La musica leggera ha un ruolo fondamentale nella storia sentimentale della nostra società. Pensate alle canzoni di Sanremo, cosa ci hanno provare in tutta la vita e quanto hanno sviluppato l’anima a tutte le generazioni! Federico Fellini diceva che la musica è pericolosa perché le sue radiazioni possono entrarti dentro e lacerarti. Non si capisce bene cos’è la musica, è come l’anello tra il concreto e l’astratto. Dove c’è la musica non ci può essere nulla di cattivo. E qui a Sanremo è tutto bellissimo

E questo Sanremo 2023, è speciale ancor di più, perché si celebra il 75º anniversario della Costituzione Italiana, scritta nel 1947.

Cosa c’entra la Costituzione con Sanremo? Sanremo è il luogo dello spettacolo, della musica, dell’arte. E la Costituzione è un’opera d’arte. E canta pure: canta le libertà dell’uomo. Ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, come un’opera d’arte: butta via tutto l’ordine predisposto che c’era prima, è uno schiaffo al potere, a tutti i poteri, mostra una realtà diversa rispetto a quella che c’era prima, ci dice che un mondo migliore è possibile, un mondo come quello che l’arte ci fa sognare. È un sogno la Costituzione, un sogno fabbricato da uomini svegli. Ed è una cosa che può accadere una volta sola nella storia di un popolo, come cantava Modugno: “Penso che un sogno così non ritorni mai più”. E i padri fondatori l’hanno davvero sognata perché l’hanno scritta in pochissimo tempo: è stata come una folgorazione, come un’opera d’arte. E pensare che erano anche tanti, 556, eletti dal popolo e tutti di partiti diversi. Erano divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione. Pensate oggi a quanto tempo ci vuole oggi per scrivere una legge… E la Costituzione non si rivolge solo ai presenti, ma va oltre: si rivolge al futuro, è arrivata fino a noi! È un miracolo, la Costituzione, è ammirata in tutto il mondo. L’Articolo 11 è talmente celebre che è come un verso di una poesia, quello che dice “l’Italia ripudia la guerra”. Se questo articolo lo avessero adottato anche gli altri Paesi, non esisterebbe la guerra dalla faccia della terra. C’erano uomini straordinari. E tra loro c’era anche Bernardo Mattarella, il padre del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre Presidente: possiamo dire che la Costituzione è sua sorella. L’Articolo 21 è il mio preferito: è così bello che sembra scritto da un bambino. Dice: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il propri pensiero”. Sembra banale, ma se l’hanno scritto si vede che ce n’era bisogno. È l’architrave di tutte le libertà dell’uomo, è il più semplice e il più forte. Perché prima non si poteva pensare liberamente. Poi questo Articolo ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. Pensate a quanto è meraviglioso

L’ultima pagina della Costituzione l’hanno lasciata bianca. Perché dobbiamo scriverla noi, attraverso la nostra vita, attuando la Costituzione, facendola vivere e amandola. Per amarla bisogna leggerla, sentirla propria, farla entrare in vigore ogni giorno. Tutto ciò potrà anche sembrare un’illusione, una chimera… ma noi abbiamo una sola cosa da fare: far diventare questo sogno una realtà.”

La spiegazione

Roberto Benigni

Fonte foto: Il Giornale

Benigni cita l’articolo 21 della nostra Costituzione per ricordare l’importanza della libertà di pensiero e di parola. Nel farlo, non dimentica di ricordare anche a tutti i Paesi in cui la dittatura sta dilaniando il popolo attraverso punizioni esemplari, in particolare le donne, quando decidono di mostrare il proprio volto o i propri capelli. Non lascia indietro nessuno e rammenta che l’Italia ripudia la guerra (art.11), facendo sì che l’attenzione di chi lo ascolta si possa spostare anche alla situazione attuale in Ucraina. Infine, lancia un messaggio di speranza e invita tutti noi a migliorare la nostra società.