Sibilla Aleramo, scrittrice controversa del Novecento italiano, ignorata per molto (troppo) tempo, è recentemente tornata in auge grazie anche ai movimenti femministi che ne hanno parlato e hanno riscoperto le sue opere. Finalmente il suo nome rimbalza da un salotto letterario all’altro, impreziosito da rinnovata stima, ottenendo così il prestigio che davvero merita.
Scopriamo insieme qualche dettaglio sulla sua vita e sulle sue opere più significative.
Una vita travagliata
Fonte foto: Wikipedia
Il vero nome dell’autrice è Marta Felicina Faccio, Rina per amici e parenti. Sibilla Aleramo, infatti, rappresenta lo pseudonimo da lei scelto per poter pubblicare senza censure.
Giornalista, poetessa e scrittrice, è nata nel 1876 a Roma ed è vissuta fino al 1960. La sua vita, purtroppo, è stata sempre contrassegnata da episodi drammatici: la madre ha tentato il suicidio quando aveva solo quattordici anni ed è stata poi rinchiusa in manicomio. Inoltre, l’autrice è stata anche costretta a subire lo stupro di un impiegato dell’azienda in cui lavorava assieme al padre. A causa delle leggi restrittive del tempo, Sibilla ha dovuto sposare l’uomo, assoggettandosi quindi per forza di cose a una convivenza infelice. Dall’unione è nato il figlio Walter, di cui la donna si è presa cura nella prima parte della sua vita in maniera quasi maniacale, nel tentativo di evadere, seppure solo con la mente, dalla prigionia in cui era costretta. In un secondo momento, il figlio è stato affidato alle cure paterne.
L’attivismo
Sibilla Aleramo era quindi triste e disperata e si è mantenuta in vita soprattutto grazie all’amore per il suo bambino. Nel tentativo di creare un equilibrio nella sua routine, si è gettata anima e corpo nella scrittura, interessandosi ai primi movimenti femministi, nati proprio a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. In quel periodo ha pubblicato molti articoli in cui denunciava la condizione femminile dell’epoca: scriveva, infatti, spessissimo del suo disagio e attraverso esso, forse inconsapevolmente, si riferiva al disagio collettivo vissuto da tutte le donne in quel momento storico.
Una donna
La svolta nel mondo editoriale è arrivata però con la pubblicazione di Una donna, testo autobiografico.
“Povera vita, meschina e buia, alla cui conservazione tutti tenevan tanto! Tutti s’accontentavano: mio marito, il dottore, mio padre, i socialisti come i preti, le vergini come le meretrici: ognuno portava la sua menzogna rassegnatamente. Le rivolte individuali erano sterili o dannose, quelle collettive troppo deboli ancora, ridicole quasi, di fronte alla grandezza del mostro da atterrare.”
Tra le sue storie d’amore più famose, vi è stata quella con Dino Campana: la relazione travagliata e tossica, ha portato i due a lasciarsi dopo poco, ma nonostante ciò Dino non ha mai smesso di pensare a lei e le ha scritto numerose lettere, molte delle quali direttamente dalla clinica psichiatrica in cui si trovava a causa dei suoi problemi mentali:
“[…] Io ti amo tanto e rimpiango la poesia solo perché essa saprebbe baciare il tuo corpo di psiche e il tuo viso roseo e nero colla bocca sfiorita di faunessa. Perdonami se non voglio essere più poeta nemmeno per te. Sai che neppure le acque e neppure il silenzio sanno più dirmi nulla – e senti la mia infinita desolazione. Ti porto come il mio ricordo di gloria e di gioia.
Ricorda quando soffrirai colui che ti ama infinitamente e porta per sé solo il tuo colore.
L’ultimo bacio dal tuo Dino che ti adora.”
Le sue relazioni tormentate, tra cui alcune omosessuali, sono state tutte raccontate nel libro. In Una donna si trova anche il racconto della separazione dal figlio e le sofferenze che ne sono susseguite.
Le controversie
Nella cultura di massa, la figura di Sibilla Aleramo fa ancora oggi discutere. Sul pulpito viene messo il suo ruolo di madre, per alcuni inadatto e scostante. Spesso sono state anche mosse critiche per la sua adesione al Fascismo, avvenuta nel 1929 quando, costretta da una situazione di indigenza, ha incontrato Mussolini e ha deciso di elogiarne le gesta sui giornali pur di ricevere in cambio un sussidio economico e l’iscrizione all’Accademia d’Italia.
Al di là delle vicende personali che l’hanno coinvolta e delle opinioni di ognuno di noi su di esse, vi è qualcosa che non potrà mai essere messo in discussione: Sibilla Aleramo è stata una tra le più talentuose scrittrici del Novecento, troppo spesso dimenticata dai libri di scuola.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.