Una presentazione fuori dal comune per Paola Barbato


Quella che si è tenuta il 1° settembre 2021, presso il Parco Giardino Sigurtà, non è stata una semplice presentazione, ma una vera e propria esperienza, degna di Paola Barbato.

Ci troviamo a Valeggio sul Mincio, nello specifico presso il meraviglioso Parco Giardino Sigurtà. In questa incantevole e fiabesca cornice, si è svolta la presentazione più insolita e memorabile a cui io abbia preso parte. Infatti, ci trovavamo nel mezzo di uno dei prati del parco con alberi, fiori e scoiatoli tutti intorno a noi, il tema però era tutto fuorché fiabesco, a parlare del suo ultimo libro: “L’ultimo ospite” infatti, c’era la fumettista e scrittrice italiana Paola Barbato, che è parte dello staff di sceneggiatori del fumetto Italiano Dylan Dog edito da Sergio Bonelli Editore, che ci ha parlato appunto di un libro che lascia con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Un thriller che crea suspense e l’ha creata anche a noi che eravamo lì mentre ci raccontava del libro. Una suspense che però mi ha lasciata con la voglia di scoprire come prosegue, e come va a finire la storia per questo a breve comprerò una copia e la leggerò con enorme piacere, magari poi vi farò sapere come è andata la lettura, una cosa è certa Paola è molto brava a creare questo genere di libri e a raccontarli.

La storia dell’autrice

Paola è Milanese, ma vive nelle zone di Verona. “L’ultimo ospite” non è il suo primo libro, ma uno dei tanti scritti dall’autrice, tra i quali troviamo: “Bilico”, “Mani nude” (vincitore del premio Scerbaneco), “Il filo rosso” e “Non ti faccio niente e lo so chi sei” (primo di una trilogia). Paola ha anche scritto e co- sceneggiato per la Filmmaster la fiction “Nel nome del male” con Fabrizio Bentivoglio.

L’ultimo ospite: la trama

All’inizio è solo una sensazione, un fastidio. L’odore di polvere mista a muffa, certo. Ma anche qualcosa di stonato, un dettaglio fuori posto. È questo ciò che prova Letizia quando mette piede per la prima volta a Olimpia d’Arsa, una villa antica e quasi in rovina in cui è costretta a rinchiudersi per qualche giorno con Flavio, il notaio che le ha dato un lavoro e una ragione per ricominciare. La proprietaria della casa è morta novantenne senza eredi né testamento e i lontanissimi parenti si sono fatti avanti come bestie avide e feroci, pronti a scannarsi tra loro per impossessarsi della tenuta. E di tutto quello che c’è dentro.

Un incarico come tanti. Ma non questa volta. Sono solo piccoli dettagli che non combaciano, un cuscino spostato, una serie infinita di armadi nascosti nella boiserie, il cane di Letizia, che in quella casa non vuole entrare, e una luce azzurra, comparsa per brevi istanti una notte dalle bocche di lupo del seminterrato. Sono solo scherzi della mente, si ripete Flavio, compreso nella propria razionalità. Ma Letizia è certa che non sia così e la sua fervida immaginazione si accende quando trova oggetti infantili sepolti nella casa, ciocche di capelli biondi, muffole, piccoli trofei.

Perché una donna senza figli né nipoti avrebbe dovuto conservarli? Perché avrebbe dovuto nasconderli?

Ora Flavio e Letizia sono dentro senza possibilità di uscire e il più atroce dei dubbi si insinua nelle loro menti così diverse: e se non fossero soli?

Curiosità

L’autrice ha rivelato durante la presentazione, ha rivelato alcuni dietro le quinte della creazione di quest’ultimo libro, tra le quali: per la villa, si è ispirata ad una villa esistente, ancora in vendita, in Emilia-Romagna, mentre per l’interno si è ispirata agli interni della casa di sua zia. La zona in cui è ambientata la vicenda è stata scelta grazie ai consigli dei librai, che hanno ispirato Paola, anche i personaggi sono ispirati da persone vere, infatti, Flavio Aragona, il notaio piacente, bello e ricco, è ispirato a suo nipote, anche lui notaio, mentre Letizia Migliavacca è ispirato a lei, Paola Barbato, la Paola che sarebbe potuta diventare se le cose fossero andate in un’altra maniera e lei non fosse diventata quella che è oggi.

Paola ha inoltre rivelato il perché, ci sia nel libro anche il punto di vista del cane di Letizia: “I cani vedono le cose per quello che sono, noi umani no ci costruiamo sempre un castello dietro; quindi, volevo che ci fosse anche la narrazione da un punto di vista più razionale che smentisse anche ciò che i due protagonisti credevano stesse accadendo così come il lettore.”

Che dire, non so voi ma io non vedo l’ora di leggere questo libro!