Il prossimo 28 aprile arriva in libreria il nuovo romanzo di Gianluca Liguori, Vite di traverso, edito da Alter Ego. Liguori narra il fermento creativo e confusionario, la sgangheratissima bohème di inizio millennio, in una Roma fatta di scrittori o aspiranti tali, pusher di cocaina, vecchi partigiani, derelitti a vario titolo, sognatori, innamorati e idealisti, quasi sempre perdenti, ma mai, davvero mai, disillusi.
La trama
Una morte avvolta da un mistero che forse mistero non è. È più o meno così che inizia Vite di traverso: con il corpo esangue di Simone T., giovane scrittore autore dell’introvabile Palle scassate. Abbiamo poche notizie di lui: Simone aveva un unico vero amico, Rodolfo, e un unico grande amore, Silvia. Ma a circondarlo, in realtà, c’era un mondo intero. Siamo nella Roma di San Lorenzo, un quartiere spietato e senza filtri, come chi lo popola e lo rende pulsante e pieno di voci che si accavallano e attraversano. Quello che rimane di queste vite in bilico lo ha riassunto con acume Peppe Fiore in un suo commento al romanzo:
«Una grande, monumentale, profondamente anacronistica e pertanto dolorosamente commovente fede nella letteratura».
Quello di Liguori è un romanzo che parte da Roma e attraversa l’Italia intera uscendo dalla solita grammatica di genere: Vite di traverso ha un’attitudine ribelle, nichilista e irriverente, spesso ironica e dissacrante. Un romanzo dal sapore punk straordinariamente italiano – sulla scia dei grandi maestri del genere come Nick Hornby e Chuck Palahniuk – e che riesce a coinvolgere nella lettura appassionati e neofiti.
Una satira con molteplici livelli di lettura, una denuncia contro il proibizionismo, il potere delle mafie, la corruzione, gli stigmi e i tabù. In una società profondamente disfunzionale che ci schiaccia tra lavori totalizzanti e ansia di riconoscimento, Simone T. è un Homo sacer. Vittima, non solo nella morte, ma anche della malattia di un sistema sociale, della sua depressione, degli sbalzi d’umore, del suo cercare un legame tra surrealismo ed ebbrezza, tra fantasia e rivoluzione: è una vittima, insomma, della condizione umana. La penna di Liguori si muove tra verità celate e falsi miti, con una scrittura limpida l’autore racconta una storia con una profonda consapevolezza di sé, mette in luce in maniera impietosa le debolezze dei suoi personaggi e narra con brutale fragilità le vicende reali che i protagonisti affrontano.
Autore
Gianluca Liguori è nato nel 1982 a Battipaglia e vive a Roma. Fondatore di Scrittori precari, è stato tra gli agitatori della scena lit-web ai suoi albori. Ha fatto parte inoltre delle redazioni di Frigidaire, Il nuovo Male e del collettivo TerraNullius. Suoi racconti sono apparsi su riviste online, cartacee e in antologie.