“Voci dall’età di mezzo” di Chiara Pepe, opera incentrata sulla figura femminile

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Voci dall’età di mezzo è il nuovo libro di Chiara Pepe edito da Flâneurs Edizioni nel 2021 e, proprio come per i precedenti volumi dell’autrice, il lavoro è interamente incentrato sulla figura femminile.

 

voci

Flussi di coscienza

L’autrice sceglie di parlare attraverso i flussi di coscienza di otto donne diverse che raccontano al lettore, sotto forma di diario autobiografico, la propria vita. Questa scelta compie alla perfezione il suo dovere, quello di creare un rapporto uno ad uno con il lettore per poter fare arrivare con forza i consigli che queste donne del passato vogliono condividere con le donne di oggi.

Le otto donne di quei secoli, erroneamente, bui

Non si tratta di otto donne qualsiasi, le protagoniste sono volti noti di quel millennio di storia Medioevale. Alcune di loro sono protagoniste della letteratura, altre persone realmente vissute. Ad attendere il lettore di queste pagine ci sono: Bellezza Orsini, Bianca Lancia, Brunilde, Christine De Pizan, Clorinda, Eleonora d’Aquitania, Francesca da Polenta, Isabella di Morra. Queste donne si trovano tutte a vivere situazioni estreme dove spesso è la sola forza di volontà a farle essere libere e mai totalmente. Lottano dalla prima riga all’ultima ed esortano le lettrici a lottare. Chiara Pepe riesce a dare alle protagoniste una voce forte e decisa, a dimostrazione che nulla può distruggere una donna. Attraverso queste vite ci mostra in quanti modi una donna possa essere ferita e  come credendo in sé stessa possa trovare un modo per vincere. Per leggere questo testo percependone appieno la potenza è necessario immergersi nella lettura contestualizzando le protagoniste nel loro contesto storico. Infatti oggi una donna che rimane vedova, nel nostro occidente industrializzato, e che sceglie di credere in sé stessa e di crescere con le proprie forze la figlia è una cosa che non fa scalpore. Se invece ci spostiamo nella prima metà del 1400 e per mantenersi si sceglie la via della scrittura come fece Christine De Pizan ecco che tutto cambia. Ma andiamo con ordine.

Bellezza Orsini

È con Bellezza Orsini, accusata di stregoneria e condannata a morte nel 1528 che si apre il romanzo. Bellezza parla al suo carnefice per spiegargli come il proprio suicidio poco prima del rogo non sia un atto dettato dalla paura ma la propria uscita di scena da vincitrice. Si rivolge a lui così:

Ci chiami streghe, ma non siamo molto diverse da quelle che avete innalzato sugli altari della fede. Alle altre tocca la santità a noi la vergogna. A loro la venerazione a noi le fiamme. Siamo tutte figlie di Eva e tutte nasciamo con l’impronta del peccato. Questo avete insegnato alle nostre madri e ai nostri figli. Avete marchiato e fustigato il nostro corpo e indotrinato i nostri pensieri affinché crescessimo persuase di essere peccatrici. […] Ci avete costretto alla sottomissione e relegate nelle voragini dell’oblio addomesticando le nostre membra a soggiacere al piacere vostro, mentre le nostre intelligenze soccombevano sotto le sferzate della vostra tirannia.”

Ecco in che modo Chiara Pepe permette a Bellezza Orsini di raccontarsi, è questa la potenza alla quale si accennava prima. Vale la pena citare ancora le righe che seguono perché nel testo non c’è solo il riscatto dell’onore, la parte più importante è ciò che queste donne storicamente lontane portano alle donne di oggi:

Ma la parte selvaggia dello spirito femminile non si spegne. Riceve le frustrate ma non soccombe. Si nutre senza pane. Si purifica senza confessori. Sanguina senza morire.”

Bianca Lancia

La seconda donna che si incontra è Bianca Lancia, la quarta moglie dell’imperatore Federico II
Le parole che Chiara Pepe fa scrivere a Bianca Lancia sono per Manfredi, il figlio della donna. Racconta di come ella non si sia sentita reclusa e ricorda al figlio una cosa importante e che non deve essere dimenticata nemmeno per le persone del nostro tempo:

“Il matrimonio è solo un accordo e i desideri dei mortali sono spesso cangianti.”

Brunilde

Brunilde, principessa visigota, diviene regina dei Franchi e di Neustria vissuta tra il 543 e il 613. In questo caso il dialogo è tra donne poiché Brunilde si rivolge a Fredegonda che diviene regina dei Franchi dopo aver architettato la morte della sorella di Brunilde mentre seduceva il re Chilperico I. Si tratta di un monito di una donna verso un’altra donna ed è un dialogo alla pari dove si soppesano i costi della vendetta e le armi che una donna ha a sua disposizione.

Christine de Pizan

Come già accennato Christine de Pezin vive tra il 1364 ed il 1430 ed è la prima scrittrice professionista. Christine non si limita alla scrivere ma arriva ad avere uno Scriptorium tutto suo e seleziona personalmente i suoi collaboratori di ambo i sessi. Nelle pagine a lei dedicate parla alla figlia per insegnarle in che modo deve affrontare la vita se vuole provare a raggiungere dei traguardi concreti:

Ricorda, bambina, in un mondo dominato dalla potenza maschile, devi parti uomo se vuoi essere donna.”

Così dicendo intende che la piccola non dovrà farsi fermare dai limiti imposti, per riuscire dovrà dedicarsi alle arti, osservare, leggere, studiare, pensare e avere il coraggio di parlare del suo pensiero ad altri e acquisire tutta la conoscenza possibile che le si presenterà nel corso della vita.

Tu non lo sia ancora, ma un giorno tutto quello che avrai raccolto ti servirà. […] La conoscenza serve a prendere dimestichezza col mondo. La determinazione a camminarci dentro. […] Onora il creato con il tuo ingegno. Affina l’istinto e rivelati. È la vita che te lo chiede”.

A mio avviso queste pagine sono fra le più belle e ricche di consigli che molte donne avrebbero voluto sentirsi dare e che a tutte spetterebbe di poter ascoltare.

Clorinda

Alla protagonista della Gerusalemme Liberata viene dato l’arduo compito di insegnare alle figlie il perdono verso le madri. Chi meglio di questa principessa che si ritrova ad essere abbandonata in fasce, da quella madre tanto impaurita dall’aspetto angelico della figlia. Clorinda vive la propria vita rinnegando tutto ciò che ha a che fare con le proprie radici combattendo come cavaliere chi professa la fede Cristiana.

Eleonora d’Aquitania

La regina Eleonora si rivolge direttamente alle donne, ed anche se non ho riservato un po’ di spazio a tutte, è con le sue parole voglio lasciarvi a riflettere sull’opera di narrativa di Chiara Pepe, a mio avviso, sicuramente da leggere:

Conoscete la libertà donne?
Prendetevela è vostra!
E se non ce l’avete, procuratevela. Rubatela, anche. Osservate, fuggite. Slegatevi!”

 


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