zerocalcare lucca comics and games israele dichiarazioni

Zerocalcare: non sarò al Lucca Comics

Fonte foto: Sito ufficiale Zerocalcare

Le ultime dichiarazioni di Zerocalcare sono inequivocabili: non sarà al Lucca Comics and Games, nonostante avesse già confermato la sua presenza precedentemente. Per capirne i motivi, facciamo un passo indietro e contestualizziamo la notizia.

Zerocalcare

Fonte: sito ufficiale Zerocalcare

Lucca Comics and Games: cos’è e quali sono gli ospiti annunciati

Il Lucca Comics and Games è una manifestazione nata nel 1996 per celebrare la cultura pop e, in particolare, il mondo dei fumetti, dei giochi, dei videogiochi e del cinema. Si tratta del più grande festival europeo dedicato a questi temi e negli anni si sono susseguiti ospiti di fama nazionale e internazionale. Anche quest’anno gli artisti invitati a partecipare sono moltissimi, tra cui: Enzo D’Aló, Garth Ennis, Ian Livingstone, Joe Manganiello, Lillo Petrolo, Naoki Urasawa, Asaf Hanuka, Tomer Hanuka, Barbascura X, Eleonora Caruso, Paolo Barbieri, Dino Battaglia, Garth Ennis, e altri.

Il Lucca Comics and Games 2023 si svolgerà dall’1 al 5 novembre e sono già stati venduti centinaia di migliaia di biglietti. L’evento è quasi sold out.

Il conflitto tra Israele e Palestina

Come sappiamo, attualmente è in atto un nuovo conflitto tra Israele e Palestina. La situazione creatasi nel 2023, per dirla brevemente, è un’offensiva militare guidata da Hamas e altri gruppi militanti palestinesi, per rispondere agli atti di violenza dei militari israeliani avvenuti nella Moschea al-Aqsa e nei campi dei rifugiati.

Ma perché una manifestazione culturale dovrebbe risentire degli avvenimenti di guerra di un altro Paese?

Senza entrare nello specifico dell’ovvietà degli equilibri tra Stati e di come la pace sia necessaria a livello globale sia per una questione etica e morale, sia per prosperare politicamente, economicamente e culturalmente, proverò a spiegare perché il mondo artistico è influenzato da ciò che sta accadendo.

Molti intellettuali, letterari e artisti italiani accusano il governo italiano, i mass media e le alte cariche dello Stato di essere completamente di parte, a favore di Israele, e di non essere obiettivi sulla crudeltà che la guerra comporta per ambo le parti in gioco. Fare il tifo “da stadio” è fuorviante e pericoloso.

Inoltre, lo stato di Israele non nasconde la natura violenta e bellicosa delle sue azioni e continua a dichiarare con tutti i mezzi a sua disposizione la volontà di sterminare il popolo di Palestina. Ciò non dovrebbe essere ritenuto lecito a prescindere dalle questioni politiche.

Perché  il conflitto influisce in particolare sul Lucca Comics and Games?

L’ambasciata di Israele patrocina il Lucca Comics e in questo momento, soprattutto a seguito delle dichiarazioni del diplomatico Dror Edyar, ex ambasciatore israeliano, che ha detto che l’obiettivo è di distruggere Gaza, considerata un male assoluto, ciò appare gravissimo.

“Ogni persona che minaccia un ebreo, che vuole uccidere un ebreo, deve morire. L’obiettivo è distruggere Gaza, questo male assoluto.”

Dror Eydar

Queste parole (e non solo) hanno avuto un forte impatto sociale, politico e soprattutto umano e hanno smosso le coscienze degli italiani.

Le dichiarazioni di Zerocalcare

Zerocalcare ha deciso di tirarsene fuori e ha dichiarato sui suoi social che non parteciperà al festival. Nonostante sottolinei di non giudicare chi invece deciderà al contrario di esserci, non se la sente a farsi complice di questa situazione intricata e drammatica. Le sue affermazioni:

“Senza troppi giri di parole:

Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema.

In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione da terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza deve essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire.

Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro.

Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.

Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione.

Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci.

Non è una gara di radicalità, e da parte  mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel  modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del post Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano anche essere i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese.”