Si sta tenendo in questi giorni, dal 31 agosto al 10 settembre, la settantanovesima edizione della mostra del cinema di Venezia. Ci sono stata per qualche giorno, dal 2 al 7, possiamo quindi parlare di qualche proposta di quest’anno, dai film in concorso a quelli fuori concorso, ma anche quelli della categoria orizzonti. Cosa propone, quindi, il festival quest’anno?
La Syndacaliste- Orizzonti
Retto quasi interamente sulle spalle della protagonista Isabelle Huppert, La Syndacaliste è un po’ un’occasione sprecata. Il film riporta alla luce la vera storia di Maureen Kearney, una sindacalista di un’azienda nucleare e in particolare viene raccontato il suo calvario emotivo per non essere stata creduta dopo aver subito violenze.
Premesse interessanti, ma la prima parte si focalizza troppo su questioni come il nucleare, dando troppo per scontato alcuni concetti che però non sono accessibili a tutti. Dopo una prima parte più debole, la pellicola si riprende quando inizia a concentrarsi su ciò su cui avrebbe dovuto concentrarsi sin da subito, ovvero l’attacco con conseguente denuncia.
Bones and All- In concorso
Luca Guadagnino torna a dirigere Timothée Chalamet, questa volta in una pellicola i cui protagonisti sono dei cannibali. Qui il cannibalismo viene usato come metafora delle dipendenze ed effettivamente ne ha tutti gli effetti: ti allontana sia da chi ha che chi non ha questo problema, si vive in solitudine, in condizioni precarie.
Nonostante ciò la storia risulta anche romantica, ottenendo così un perfetto connubio fra scene più crude e altre più romantiche. Promosso.
Athena- In concorso
In seguito al tragico omicidio del fratello più piccolo, la vita dei tre fratelli rimasti e del quartiere viene gettata nel caos. Athena racconta una storia di violenza, di rivolte contro la polizia e lo fa con una regia e una fotografia impeccabili.
Parecchio problematica è però la sceneggiatura: poco chiari gli antefatti, troppo repentini alcuni cambi di posizione e alcuni personaggi lasciati al caso. Peccato.
All The Beauty and The Blodshed- In concorso
In questo splendido documentario viene raccontata la storia di Nan Goldin, fotografa e attivista. I vari temi come lo strapotere di alcune famiglie americane, l’epidemia di AIDS e la comunità LGBT vengono tutti raccontati alla perfezione.
Un couple- In concorso
Senza dubbio il peggiore fra quelli visti. Si tratta di un monologo di un’ora in cui non si riesce ad empatizzare per niente con la protagonista, la quale fra l’altro rompe spesso la quarta parete in un contesto assolutamente fuori luogo. Come spettacolo teatrale sarebbe stato anche interessante, ma questo è cinema.
Pour la France- Orizzonti
Un giovane soldato muore durante un’esercitazione e la famiglia vuole riscatto. Esatto, è Athena ma senza quei guizzi registici. Non aggiunge assolutamente nulla a ciò che è stato raccontato in numerosissime altre pellicole simili. Sembra che tutti vogliano fare Sulla mia pelle senza però riuscirsi.
Les Enfants des Autres- In concorso
Questo adorabile film racconta non solo una storia d’amore nata attorno ai 40 anni, cosa rarissima, ma narra anche di una maternità non biologica. La protagonista, che non ha figli, si trova infatti ad essere una figura materna non solo per la figlia del suo fidanzato, ma anche di un proprio allievo.
Tenero, adorabile e tratta alcuni temi in maniera inedita.
The Whale- In concorso
The Whale segna il ritorno di Brendan Fraser, il quale interpreta Charlie, un professore di inglese in un corso universitario online e che soffre di una grave obesità. L’obesità non è però il tema principale, Charlie vuole infatti riallacciare i rapporti con sua figlia (Sadie Sink) che non vede da otto anni.
Si parla quindi, oltre che della condizione del protagonista, di rapporti riallacciati, ma anche di lutto, di religione. Il tutto poi porta ad un finale devastante che ha ridotto tutti i presenti in sala in lacrime.
Pellicola meravigliosa e per la quale Brendan Fraser dovrebbe decisamente vincere un Oscar.
Don’t worry Darling- Fuori concorso
I protagonisti vivono a Victory, comunità utopica negli anni ’50, che però nasconde qualcosa di losco. Il film cerca di essere inquietante, con queste musiche che ti urlano come dovresti sentirti, senza però riuscire nell’intento.
La pellicola vuole essere a forza disturbante e impegnata ma fallendo, risultando solo pregna di inutili manierismi, dalla regia inutilmente complicata anche in scene di dialogo a scene che vogliono inquietarti ma risultano solo no sense e fini a loro stesse.
Molto belli però costumi e scenografie.
Il signore delle formiche- In concorso
Storia vera di Aldo Braibanti, intellettuale accusato di plagio solo per essere omosessuale. Interessante la storia e il modo in cui viene messa in scena, l’unica pecca è il ritmo, in quanto allunga troppo alcune parti. Se interessa, è già in sala.
Residente a Matera e laureata all’Università del Salento in Lingue, Culture e Letterature straniere, le mie più grandi passioni sono musica, film e serie tv e sono anche gli argomenti su cui scrivo di più. Amo questi argomenti così tanto che li discuto anche in un canale youtube
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