Boris tra camei e citazioni

Boris tra camei e citazioni

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Dopo ben 12 anni di attesa, o 11 volendo considerare il comunque apprezzatissimo film, lo scorso 26 ottobre è finalmente tornato Boris: la fuoriserie italiana, come da prima tagline della serie TV, ha aggiunto una quarta stagione, distribuita in streaming da Disney+, alle tre precedenti. Inutile stare a elencare i meriti della serie, vero e proprio fenomeno di costume e con battute entrate prepotentemente nel linguaggio quotidiano; più interessante, invece, notare come la comunicazione della serie con la realtà non sia stata solo in senso esterno, con l’esportazione di tormentoni e modi di dire, ma anche interno: nelle varie puntate si sono succeduti camei e citazioni varie che ne hanno caratterizzato l’intero stile, creando i presupposti perché se ne aggiungano di nuovi nelle auspicate, almeno dai diretti interessati, stagioni successive.

Un rapporto citazionistico che viene messo ben in chiaro fin dalla prima puntata, il cui titolo è Il Mio Primo Giorno: il protagonista si approccia per la prima volta con il luogo di lavoro, conoscendo i futuri colleghi e superiori. Una struttura abbastanza classica, ma che fra le tante somiglia particolarmente alla prima puntata di un’altra celebre serie tv, Scrubs: non certo un caso, considerando come il titolo di quest’ultima sia per l’appunto My First Day. Sempre in tema di citazioni nei titoli, la penultima puntata della prima stagione si intitola Stanis Non Deve Morire, e vede uno dei protagonisti ingegnarsi per evitare che il suo personaggio muoia nella drammatica, si fa per dire, conclusione della fiction sul set della quale è impegnato.

 La citazione, con annesso parallelo, è ovviamente a Misery Non Deve Morire, titolo con il quale è noto in Italia Misery: adattamento cinematografico del libro omonimo di Stephen King, a muovere le vicende è proprio una fan che si rifiuta di accettare la morte della propria beniamina.

In ambito di camei, nella serie hanno fatto la loro comparsa diversi personaggi legati al mondo del cinema e spettacolo italiano. I componenti del Trio Medusa, gruppo comico noto per la presentazione di programmi televisivi e radiofonici, compaiono nella serie in veste di conduttori di un improbabile reality, La Casa Senza Bagno. Valerio Mastandrea, fra gli attori italiani più noti, appare nelle vesti di un attore provinato per uno spot pubblicitario.

In diverse puntate della terza stagione Marco Giallini interpreta un attore che, per calarsi nella parte, pretende di vivere come il proprio personaggio, costretto su una sedia a rotelle. Paolo Sorrentino, uno dei più apprezzati registi italiani, compare nella terza stagione, dove viene ripetutamente additato come “quello di Gomorra” nonostante più volte puntualizzi di non essere Matteo Garrone. Naturalmente anche nel film non mancano i camei, come quello di Nicola Piovani: il compositore, Premio Oscar per la colonna sonora de La Vita È Bella, punta la sua statuetta in una partita di poker contro uno degli sceneggiatori del film, che rivela avere quattro re.

Per chiunque conosca il valore dei punteggi è chiaro che l’unica mano che avrebbe potuto competere sarebbe stato un poker con carte più alte oppure una scala colore, non a caso la più alta scala nel poker: un’eventualità subito esclusa dalla laconica battuta con la quale il compositore cede il suo Premio Oscar. Anche Frankie Hi Nrg, rapper e produttore discografico, è protagonista di un cameo: compare al funerale di un attore, interpretando il ruolo di un amico dello scomparso.

Infine, tornando alle citazioni, non passa sicuramente inosservato l’inizio della prima puntata della seconda stagione, nella quale il protagonista prende per errore una scossa elettrica: la scena del suo risveglio, con un primo piano dell’apertura dell’occhio, è una citazione evidente dell’inizio di Lost, dove la medesima scena viene utilizzata per mostrare il risveglio del protagonista sulla spiaggia dopo l’incidente aereo.

Sempre nella seconda stagione, nella dodicesima puntata, c’è un momento nel quale lo schermo viene diviso in quattro riquadri dove si svolgono contemporaneamente quattro scene in quattro luoghi diversi, con al centro l’orario in formato digitale: un richiamo a 24, serie tv dove lo stesso espediente veniva usato con abbondanza. Il titolo della puntata è inoltre Usa La Forza, Ferretti: la citazione, ovviamente, è a Star Wars. Uno dei protagonisti vede i fantasmi di alcuni personaggi i quali, esattamente come i fantasmi della celebre saga cinematografica, con esso interagiscono, dispensandogli consigli.

 


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