Martina Querini è un’attrice calabrese di 30 anni, che attualmente vive a Roma. Ad un certo punto della sua vita, ha deciso di abbandonare la sua comfort zone per cercare fortuna altrove. In questa intervista ci racconta il percorso che l’ha portata a prendere parte alla terza stagione di Skam Italia.
Partiamo dalle origini: cosa ti ha spinto a lasciare il Sud per approdare a Roma?
“Dopo il diploma, dentro di me è scattata la molla che mi ha spinto a dire <<Voglio fare l’attrice, costi quel che costi>> così ho fatto la classica valigia e sono partita, sfidando le mie paure. Nonostante io abbia per natura molta paura dell’incerto, ho deciso di scegliere una strada poco battuta per realizzare i miei sogni: ho lasciato il mio nucleo familiare e mi sono trasferita in una grande città per intraprendere questo percorso. Quando un desiderio è molto forte spazza via le paure. Nel mio caso, almeno, è stato così. “
E a quel punto cosa hai fatto? Qual è stato il tuo percorso?
“Appena arrivata, ho fatto il test di ammissione per il Dipartimento Arti e Scienze dello spettacolo alla Sapienza e mi sono laureata alla triennale con una tesi su Mariangela Gualtieri e Roberto Latini, che fanno un tipo di teatro sperimentale che ho scoperto all’università. Essendo una facoltà per aspiranti attori, registi, critici e drammaturghi, ho conosciuto tanta gente che già faceva teatro a livello amatoriale e ho iniziato a partecipare a diversi progetti. Questo mi ha permesso di toccare con mano davvero questo lavoro, vedere come funziona realmente, dando una mano, facendo laboratori, partecipando a festival e cose simili. Ad un certo punto ho pensato che non mi bastava più vivere di teatro amatoriale e di passaparola e ho deciso di continuare gli studi in una scuola di recitazione, così ho provato e sono riuscita ad entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia, un istituto riconosciuto a livello internazionale.”
Questa scuola è stata effettivamente utile al fine della tua formazione artistica?
“Alcuni corsi sono stati fondamentali per crescere lavorativamente e, grazie alle continue esercitazioni, ho imparato a gestire il lavoro sul set. Mi è capitato anche di ricevere aspre critiche che mi hanno dato la possibilità di mettermi in discussione e di imparare a controllare le pressioni tipiche dell’ambiente dello spettacolo, a cui non ero abituata.”
Come per tutti gli attori esordienti, c’è stata la classica gavetta: quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare?
“Già all’interno della scuola è iniziata la gavetta, perché i primissimi lavori sono venuti da lì. Una delle prime esperienze, è stata l’interpretazione di una diva del cinema del periodo fascista per un documentario RAI: un noto regista è venuto a cercare le attrici idonee per il ruolo proprio all’interno della mia classe, mi ha fatto fare il provino e mi ha scelta. Il lavoro è stato prodotto dall’Istituto Luce ed è andato in onda su Rai Tre. È stata la prima volta in cui ho toccato con mano quello che fino ad allora era stato soltanto un sogno: questo mi ha permesso di capire che la realtà è molto diversa da ciò che per anni hai soltanto immaginato e idealizzato. Credo però che valga per tutti i tipi di lavoro.”
Raccontami qualche aneddoto proprio a tal proposito.
“Tanti anni fa, ho fatto il provino per lo spot pubblicitario di un noto marchio di gelati. Inizialmente mi hanno detto che l’audizione era andata alla grande e mi avrebbero preso. Dopo qualche giorno però, mi hanno liquidato in fretta e furia perché secondo i produttori ero troppo alta rispetto al mio partner. Non mi era mai successo prima di essere scartata per una mia caratteristica fisica e ci sono rimasta molto male: ero convinta che valessero solo le mie capacità come attrice e che non venisse valutato anche il mio aspetto esteriore. Nel tempo ho imparato a contestualizzare questi rifiuti e sono consapevole che, anche nel momento in cui non rientro nei canoni stabiliti per un determinato progetto, questo non sminuisce il mio valore effettivo come attrice. “
C’è stato mai un momento in cui hai pensato di mollare e che questa non fosse la tua strada?
“Nonostante i numerosi momenti di scoramento, non ho mai pensato che questa non fosse la mia strada. Mi è capitato invece di pensare spessissimo che questo non fosse il mondo in cui voglio lavorare, non voglio fare carriera così. Quando vieni scartato per un ruolo, è semplice scoraggiarsi, ma nel tempo inizi a capire che in gioco, oltre il talento, vi sono diversi elementi tra cui la fortuna.”
Parliamo del tuo ultimo lavoro. Come sei approdata in Skam Italia?
“I responsabili del casting hanno contattato la mia agenzia perché interessati e mi hanno proposto il lavoro. Dopo ho fatto diverse prove con Benedetta Gargari, la protagonista della terza stagione. Il mio ruolo, sebbene minore, era comunque decisivo ed era necessario capire se le due attrici funzionassero insieme. Skam ha un cast fisso e sono pochi i personaggi che vengono introdotti, perciò è necessario trovarsi bene con gli attori protagonisti.”
Come ti sei trovata sul set? Com’è stato rapportarsi a colleghi così giovani?
“Mi sono trovata davvero bene. Un po’ perché per carattere mi adatto facilmente e, soprattutto, per i ragazzi che sono disponibilissimi. Mi è capitato di andare sul set qualche giorno prima di girare la mia scena per tagliare la frangia e la troupe è stata super accogliente. Ho incontrato tantissimi colleghi del Centro Sperimentale e quindi è stato bello lavorare con persone che già in parte conoscevo. Anche con gli attori principali ho instaurato subito un ottimo rapporto, perché nonostante la giovane età, sono tutti dei professionisti con un background di livello. “
Qual è stato il tuo ruolo nella serie TV?
“Ho interpretato Marta Molino, che ha 21 anni e frequenta già l’università. Lei e Andrea sono gli unici personaggi nuovi introdotti nella terza stagione e sono anche gli unici a far parte di una generazione diversa rispetto agli altri. Andrea è il fratello di Edoardo e Marta è la sua migliore amica. Andrea è fondamentale per conoscere il mondo interiore di Edoardo. Marta invece si ritrova ad essere inconsapevolmente parte di un malinteso e, soltanto grazie al suo intervento, Eleonora ed Edoardo si riappacificano.”
Il tuo personaggio è infatti rilevante per far arrivare Eleonora alla verità. Il tema affrontato è attualissimo: si parla di consenso e revenge porn.
“Skam non ha fatto tanto successo solo perché è una serie teen, perché di serie teen ne esistono a bizzeffe. Ma anche e soprattutto per le tematiche. Questa serie affronta le tematiche che riguardano gli adolescenti con un approccio nuovo e diretto, senza peli sulla lingua. Grazie anche all’interattività, i ragazzini hanno avuto la possibilità di immedesimarsi completamente nelle varie vicende che vengono narrate. Skam è ambientato nell’era dei millenials e affronta le problematiche sorte da quando il cellulare ed internet sono diventati parte fondamentale della nostra vita.
Marta decide di mostrarsi leale con un’altra donna e, nonostante sia amica di Andrea, decide di esserle solidale. “
Credi che questo sia aderente alla realtà? Tu ti saresti comportata allo stesso modo?
“Secondo me, in questo caso sì perché tra Marta Molino ed Eleonora non c’è competizione. Forse, se fossero state rivali d’amore, le cose sarebbero andate diversamente. Inoltre, non dimentichiamoci che nonostante lei voglia bene ad Andrea, ne conosce i difetti e in quanto donna ha deciso di essere la spalla di Eleonora. Io credo che questo tipo di sorellanza sia possibile. Non so se la mia visione da adulta influenzi la mia risposta, ma credo se non altro, che la scelta di Marta sia utile nel suggerire la solidarietà tra donne come possibilità da prendere in considerazione.”
La solidarietà tra donne esiste nella vita reale? Nel tuo campo esiste?
“Secondo me il movimento Metoo ha rafforzato la complicità tra attrici. Negli ultimi anni sono venute a galla tante cose che tutti sapevano e nessuno aveva il coraggio di denunciare. Ora capita spesso che una collega ti metta in guardia da chi abusa del suo potere.”
Quali altre difficoltà affronta una donna che vuole intraprendere questa carriera?
“Tornando al discorso delle molestie subite sul posto di lavoro, credo che per gli attori, uomini e donne, questo sia un grosso scoglio da superare. Come dicevo, adesso se ne parla liberamente, ma ancora c’è molta strada da fare in tal senso. Un altro grande problema è quello di finire di subire spesso body shaming. Chi è agli esordi spesso viene messo in discussione per le proprie peculiarità estetiche ed è difficile conservare la propria autostima.”
In quali progetti ti vedremo impegnata in furo?
“Durante questo periodo di lockdown in cui lo spettacolo si è fermato ho fatto diversi provini, ci sono molti progetti in ballo, ma per ora non posso dire di più.”
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso artistico?
“L’unico modo per far parte di questo mondo è quello di mettersi sempre in discussione e non sentirsi mai arrivati. Il mio consiglio è di non arrendersi ai primi no e imparare dai propri errori.”
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.