Cala il sipario sulla tredicesima stagione di Don Matteo. Dopo una serie di annunci susseguitesi fra spoiler e colpi di scena, la tanto attesa ultima serie ambientata a Spoleto, ha vinto e convinto anche dopo l’addio di Terence Hill.
Il ritorno
Sin dalla scorsa estate si vociferava del ritorno della storica fiction che vede protagonista il parroco detective più amato dagli italiani.
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Don Matteo è una delle serie più longeve di sempre, in onda da più di 20 anni. Correva l’anno 2000 quando Terence Hill, indossò per la prima volta i panni di Don Matteo facendo sua l’iconica vecchia e lacera tonaca nera.
L’inatteso addio di Terence Hill
Il crescente entusiasmo ravvivatosi per l’arrivo di nuove puntate è stato presto smorzato dall’inatteso annuncio dell’addio di Terence Hill. L’attore, ormai ultra ottantenne, ha lasciato i fan della fiction alquanto sconvolti ma soprattutto diffidenti sul proseguo della serie, orfana del suo protagonista.
“Don Matteo è e sarà soltanto Terence Hill”
messaggi come questi hanno riempito social e blog. E poco importava chi lo sostituisse, certamente non sarebbe stata la stessa cosa. Tanti, quindi, i dubbi sull’evoluzione della trama ma soprattutto sul personaggio che si sarebbe insinuato alla guida della Parrocchia di Spoleto.
L’arrivo di Raoul Bova
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L’arduo compito di sostituire l’amato parroco dagli occhi blu è stato affidato a Raoul Bova, attore che vanta un notevole seguito di fan. Suo malgrado, nonostante sia un personaggio molto amato e supportato dal grande pubblico, questo repentino cambiamento ha inevitabilmente introdotto una gravosa incognita sull’apprezzamento del suo personaggio da parte degli spettatori.
“Il futuro della serie dipenderà dagli ascolti che otterrà la prima puntata senza Don Matteo”.
Hanno dichiarato gli autori della serie mesi or sono.
Ma gli ascolti dopo la scomparsa di Don Matteo non hanno affatto subìto una flessione. Forti della curiosità di come si sarebbe introdotto il nuovo protagonista e in che modo avrebbe potuto conquistare la ormai consolidata famiglia di cui Don Matteo si fosse circondato, i grandi sostenitori, non hanno affatto abbandonato il programma ma ne hanno accompagnato la lenta riforma.
La vittoria degli ascolti
Dalla messa in onda della prima puntata lo show ha mantenuto una media di spettatori alta, superando di gran lunga il 31% di share, anche dopo l’addio di Terence Hill. Fino ad arrivare, con l’ultima puntata, ad ascolti record di oltre il 34% di share con una media di oltre i 6 milioni di spettatori.
Persino le visualizzazioni in streming su RaiPlay contano una media di oltre 300 mila spettatori.
Perché Don Massimo ha conquistato il pubblico
L’arrivo di Don Massimo, giovane prete da poco votato alla vita presbiterale, è un fulmine a ciel sereno per la comunità parrocchiale che da anni vedeva nella figura di Don Matteo un punto di riferimento nonché una importante guida spirituale. Non facile abituarsi all’improvvisa assenza del beneamato parroco e contemporaneamente accogliere con leggerezza ed entusiasmo il nuovo sacerdote.
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Un oscuro e tormentato passato rende il personaggio, egregiamente interpretato da Bova, una figura intrigante che desta curiosità e al contempo ispira compassione. Traspare sin da subito il suo conflitto interiore e le incertezze di un uomo ancora acerbo dal punto di vista spirituale. Questa, forse, la carta vincente giocata dagli autori. Il personaggio di Don Massimo è completamente differente da Don Matteo. Impensabile sostituire un tale iconico personaggio, con alle spalle un importante bagaglio religioso sorretto da esperienza ma soprattutto da una profonda fede.
Don Matteo sin dai primi episodi della prima serie si interessa ai casi, è curioso e bramoso di cercare la verità, trovare il colpevole. E’ compassionevole, arriva per primo al colpevole per redimerlo, per concedergli il perdono, per donargli conforto nelle parole del Vangelo.
Don Massimo, invece, è un prete inesperto, non ancora pronto a donare la sua fede agli altri, troppo impegnato a combattere i suoi demoni interiori per mettersi al servizio degli altri. Spesso non trova le parole giuste per confortare chi si rivolge a lui, e biasima i responsabili dei casi in cui si ritrova ad investigare. Si domanda spesso se sia all’altezza dell’arduo compito assegnatogli. Ma trovare in sacrestia una famiglia seppur variopinta e passionale, provata, ma con una gran voglia di ricevere affetto, gli permette di far luce sul vero significato della sua vocazione. Matura caso dopo caso, confrontandosi con nuovi affetti e nuovi amici che diverranno il fulcro del suo percorso di crescita. Questa sua estrema fragilità, la sua ordinaria umanità, lo rende perfettamente credibile ma soprattutto crea maggior empatia fra l’uomo e il pubblico sempre più appassionato dalla sua maturazione spirituale.
I meriti del grande successo
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Raoul Bova è entrato in punta di piedi nel cast di Don Matteo, con umiltà e professionalità ha dato vita ad un personaggio completamente diverso dal protagonista iniziale.
Gli autori hanno puntato ad una vera rivoluzione. Don Massimo ha sicuramente aggiunto azione e ritmo, negli anni inevitabilmente calati, rispetto ad un Terence Hill apparso nelle ultimissime puntate particolarmente stanco e provato. Bova, dunque, ha sicuramente riportato una ventata di aria fresca oltre a conquistare subito anche i più scettici.
Ma per una novità vincente, ci sono ,tuttavia, punti fermi che convincono. Don Matteo, in realtà, per più di vent’anni non è stato esclusivamente Terence Hill.
Mattatore indiscusso della serie è sempre stato Nino Frassica. A lui è stato affidato l’arduo compito di guidare il lato comico della serie. Nel corso degli anni sono stati sue prestigiose spalle Flavio Insinna, Simone Montedoro ed ora Maurizio Lastrico. Tutti attori straordinari che hanno dato vita ad una serie di momenti fra i più esilaranti della televisione italiana. Indimenticabile la prima puntata della tredicesima serie, in cui i protagonisti sono coinvolti in un inverosimile loop temporale.
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Don Matteo riesce a far ridere, commuovere, riflettere. Il tutto grazie ad una sceneggiatura leggera, pulita, semplice, adatta a tutta la famiglia.
L’arrivo di una nuova serie con indiscusso interprete principale Don Massimo pare, quindi, inevitabile. I risultati ottenuti da Raoul Bova sono stati davvero eccezionali. A lui il merito di aver scalfito anche i cuori più granitci.
Sono una mamma felicemente impegnata e iperattiva. Ma questo non mi impedisce di dedicarmi alle mie grandi passioni. Sono una viaggiatrice ossessiva compulsiva. Viaggio in camper e la natura è il mio elemento. Amo la musica, i libri, il cinema. Sono una sportiva e lo sport è una delle mie più grandi passioni. La scrittura fa parte di me sin dai tempi dell’adolescenza, quando fra le pagine di un diario segreto era possibile scoprire la vera me con i sentimenti più profondi.
Il mio pensiero positivo? Mai abbandonare i propri sogni in un cassetto. Possiamo conservali con cura senza mai rinunciarvi. Tante volte mi sono fermata a riflettere e altrettante volte mi sono reinventata per partire con un nuovo progetto, una nuova sfida.
” nessun sogno è troppo grande e nessun sognatore è troppo piccolo”