De Casoncello, gastronomia e solidarietà

De Casoncello, gastronomia e solidarietà

Fonte Foto: Facebook.com

Parliamo di… pasta! L’evento gastronomico, che grazie alle diverse forme di pasta, è riuscito a parlare di inclusione e accoglienza. Il De Casoncello 2022 ha unito la tradizione bergamasca a quella ucraina!

Origini

Da secoli ormai, la famosa sagra di paese, si svolge nel weekend centrale di maggio, proprio perché in Città Alta, nel 1386 si teneva una splendida festa, dove gli ospiti guastarono più di 100 torte (in questo caso erano dei timballi salati) e più di 300 taglieri dell’antenato del nostro attuale casoncello, o casonseo in dialetto. 

Tipico di Brescia, il casoncello detiene il primato anche a Bergamo. Sono il simbolo della bassa Brescia, in particolare di Barbariga. Inoltre dobbiamo ricordare che dal 2017, questo piatto è entrato a far parte dei beni Unesco. 

È così che questa sagra offre a chi la visita la possibilità di gustare i vari casoncelli, dal più antico al più moderno e tantissimi altri piatti di pasta.

De Casoncello 2022

Il tradizionale evento si è svolto venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 maggio, promosso da De Cibo, oltre a presentare numerosi tipi di pasta, si sono accompagnate le giornate con balli, canti, spettacoli, convegni e mostre. 

Città Alta ha assistito al pienone. Tutti sono stati incantati dalla gustosa sagra, la quale ha permesso l’accoglienza e la solidarietà verso il popolo ucraino, che è stato molto d’aiuto nella collaborazione.

Venerdì

Venerdì 13 maggio si è assistiti alle presentazioni dei piatti, le quali sono partite dai “ rafioli di Sant’Alessandro”, i ravioli più antichi, fino ad arrivare ai ravioli della tradizione ucraina, i cosiddetti vareniki.

I vari tipi di pasta sono stati presentati dai ristoratori della Corsarola (la strada centrale dell’antico borgo).

de casoncello, gastronomia e solidarietà

Fonte foto: primabergamo.it

Sabato

Se venerdì gli spettatori sono stati catturati dalla golosa pasta, Sabato dalle ore 10 si è tenuto il convegno “Paste ripiene: cibo dell’accoglienza” nella Sala dei Giuristi, nel Palazzo della Regione, in Piazza Vecchia. All’incontro hanno partecipato: i Relatori Massimo Montanari, docente di Storia dell’alimentazione dell’Università di Bologna; monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia diocesana di Bergamo; della giornalista e collaboratrice di Orobie Silvia Tropea MontagnosiRaffaella Castagnini della Camera di Commercio di Bergamo e  Oksana Babiychuk, esponente della Comunità Ucraina di Bergamo.

Oltre al convegno, nel pomeriggio del sabato si è avuta una visita guidata al Museo e teatro della cattedrale di Sant’Alessandro e all’archivio storico Diocesano di Bergamo, in cui è contenuta la pergamena risalente al 1187, la quale contiene la prima attestazione al mondo del termine rafioli.

Domenica 

L’ultimo giorno di sagra, i visitatori hanno assistito ad uno spettacolo di burattini nei pressi del palazzo della Regione, lo show era gratuito così da permettere a tutti di poter assistere, l’idea è stata della Fondazione Benedetto Ravasoio.