Ormai da mesi siamo costretti a convivere con regole che fanno parte del nostro quotidiano, comprese le distanze sociali. Ma non quelle del cuore. Specialmente in questo contesto è tutto molto più complicato, ma ciò non basta a fermare chi, nonostante tutto, non rinuncia alla propria vocazione: aiutare i più bisognosi. Le mascherine, che ci proteggono dal virus, coprono il nostro viso lasciando però scoperti i nostri occhi. Ed è proprio attraverso gli occhi dei volontari della comunità di Sant’Egidio che Andrea Piretti, regista partenopeo, trentenne, ha voluto raccontare in un corto documentario l’importante lavoro che essi svolgono aiutando quotidianamente i senzatetto.
L’esperienza diretta di Andrea Piretti
Le riprese di “Estate povera”, avvenute tra luglio e settembre 2020, si sono tenute nel Centro Storico di Napoli e sono state prodotte per la Prometeo Film, con Selene Casparrini operatrice alla macchina. Al suo terzo documentario scritto e diretto da lui con questa giovane casa di produzione, Andrea Piretti ci racconta la sua esperienza sul set.
“Un progetto che avevo in mente già prima della pandemia. Altre comunità di volontari mi avevano avvertito del fatto che sarebbe stato molto complicato, secondo la loro esperienza, entrare in contatto con i senza fissa dimora. Da lì è nata l’idea di voler raccontare queste persone attraverso il lavoro e l’azione del volontariato. Come ci hanno insegnato i volontari, l’estate porta con sé delle difficoltà enormi, in primis il caldo e la ricerca dell’acqua. Il lavoro che essi svolgono è fondamentale, perché oltre al cibo, ogni sera vengono consegnate anche delle bottigliette d’acqua che per i senzatetto sono oro: possono infatti riempirle in una fontanella ed evitare così di soffrire la sete e il caldo durante l’arco delle giornate.
All’interno della comunità Sant’Egidio abbiamo avuto la fortuna di conoscere Luigi Musella, coordinatore dei volontari, una persona estremamente empatica e volontario da oltre dieci anni. Per lui questa è una vera e propria missione: assiste i senzatetto nel vero senso della parola, offrendo il suo aiuto per qualsiasi tipo di difficoltà, dal semplice desiderio di voler parlare, al bisogno di cercare un appartamento, mettendosi sempre a disposizione, senza fare distinzioni di religione o etnia”.
“Sarebbe stato facile rivolgere l’obiettivo della macchina da presa verso persone in difficoltà.- continua Piretti- Non era quello il nostro scopo. Abbiamo infatti raccontato soprattutto il momento della distribuzione dei pasti, scegliendo di rispettare il più possibile quel momento estremamente intimo e fragile“.
Quando potremo vedere il corto documentario
“Estate povera” sarà inviato a vari Festival italiani e internazionali a partire da dicembre e, entro un anno, potremo trovarlo sulle piattaforme on-line. Un progetto curato con estrema delicatezza ed empatia, che ci auguriamo abbia il successo che merita, per l’importante messaggio che vuole trasmettere: la sensibilizzazione alla solidarietà verso chi è più bisognoso.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.