Francesco Nuti e i suoi migliori film

Francesco Nuti e i suoi migliori film


Fonte foto: wikipedia.org

Francesco Nuti, scomparso il 12 giugno 2023 a 68 anni, è stato un attore, regista, sceneggiatore, produttore e perfino cantante, visto che ha partecipato al Festival di Sanremo, ma soprattutto un artista dal genio irregolare, che ha espresso la propria creatività in film ironici venati di una forte malinconia, sulla linea delle produzioni di Carlo Verdone e Massimo Troisi.

Per ricordarlo nei suoi momenti di maggior successo, vi proponiamo una lista di suoi lungometraggi che non potete perdere.

Madonna che silenzio c’è stasera (1982)

Diretto da Maurizio Ponzi e scritto da Francesco Nuti insieme a Elvio Porta, “Madonna che silenzio c’è stasera” è la prima pellicola in cui l’attore recita senza collaborare con i colleghi del trio d’esordio I Giancattivi, vale a dire Alessandro Benvenuti e Athina Cenci.

Francesco, nel film, interpreta un uomo single, disoccupato e oppresso da una madre invadente; vive una vita monotona e animata solo dall’incontro con vari personaggi surreali, che incrocia mentre percorre le vie di Prato in cerca di lavoro. L’unico aspetto piacevole della sua giornata è la speranza di riconquistare Maria, la donna che lo ha abbandonato e all’improvviso lo ha cercato per telefono.

Io, Chiara e lo Scuro (1983)

In “Io, Chiara e lo Scuro”, garbata parodia del film “Lo spaccone” presentata nella sezione Un Certain Regard del 36º Festival di Cannes, Nuti si cala nel ruolo di Francesco Piccioli, detto il Toscano, un impiegato d’albergo esperto giocatore del biliardo all’italiana. Inorgoglito dall’aver battuto lo Scuro, campione nazionale, si lascia coinvolgere in una serie di sfide a soldi e accumula una montagna di debiti.

Francesco Nuti e i suoi migliori film

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La sua salvezza sarà Chiara, una suonatrice di sassofono che abita nel suo stesso palazzo, conosciuta grazie a un propizio scambio di custodie, che sarà disposta a impegnare il proprio strumento musicale al banco dei pegni per consentirgli di iscriversi ai campionati nazionali.

Grazie a questa interpretazione, Nuti vinse un Nastro d’argento e un David di Donatello come Miglior attore protagonista.

Casablanca, Casablanca (1985)

Prima prova alla regia per Francesco Nuti e successo immediato, visto che con “Casablanca, Casablanca” l’attore si portò a casa il suo secondo riconoscimento come Miglior attore protagonista al David di Donatello. Per cimentarsi nel ruolo di regista Nuti scelse di giocare in casa, per così dire, perché riprese personaggi e temi proposti in “Io, Chiara e lo Scuro” e ne realizzò un sequel.

In questa pellicola, Lo Scuro torna ad allenarsi nella sala fiorentina del Gambrinus, mentre Francesco, in crisi con Chiara, partecipa al mondiale di biliardo a Casablanca, in Marocco, dove i due si sfideranno di nuovo.

Tutta colpa del paradiso (1985)

Scritto insieme a Vincenzo Cerami e Giovanni Veronesi, “Tutta colpa del paradiso” è il secondo film da regista di Francesco Nuti. La pellicola racconta la storia di Romeo Casamonica, che torna in libertà dopo cinque anni di prigionia per aver commesso una rapina a mano armata.

Come accade spesso nei film di Nuti, Romeo Casamonica è un personaggio solitario, visto che è stato abbandonato dalla moglie e il figlio è stato dato in adozione. Desideroso di conoscere i nuovi genitori del ragazzo, Romeo si reca in una baita a Gressoney, in Val d’Aosta, e comincia a frequentarli, scoprendo che il padre è un ricercatore che studia il comportamento dello stambecco bianco e la madre una donna bella e amorevole, in grado di garantire al bambino un’accoglienza perfetta. Quando un assistente sociale svela alla famiglia la vera identità di Romeo, quest’ultimo decide di andarsene per non turbare l’equilibrio di suo figlio.

Caruso Pascoski, di padre polacco (1988)

Quarto film con Francesco Nuti alla regia, “Caruso Pascoski, di padre polacco” narra le vicende alquanto improbabili di un giovane psicanalista, che smarrisce la ragione quando la moglie Giulia lo abbandona per mettersi con un suo paziente, omosessuale latente.

Caruso decide di diventare l’amante della donna per riconquistarla, e nel frattempo convince il nuovo compagno di Giulia a vivere serenamente la propria diversità. Il risultato è che il paziente comincia a rivolgere le proprie attenzioni proprio verso Caruso…