Massimo Troisi e il docufilm sulla sua vita

Massimo Troisi e il docufilm sulla sua vita

Fonte foto: wikipedia.org

Massimo Troisi, il comico dagli occhi tristi, ci ha lasciato troppo presto: il suo cuore malato ha smesso di battere tanti anni fa, il 4 giugno 1994, un giorno dopo aver terminato le riprese de “Il postino”, il suo film più commovente.

Nonostante siano passati quasi trent’anni dalla sua morte, tuttavia, pubblico e addetti al lavoro nel mondo del cinema non lo hanno mai dimenticato, tanto che questo dicembre uscirà nelle sale, dal 15 al 21 dicembre, un docufilm che racconta la sua vita breve ma intensa. La pellicola sarà ricca di testimonianze dei tanti amici, attori e registi, che lo hanno conosciuto da vicino.

Massimo Troisi e il gruppo “La smorfia”

Affetto fin da piccolo da febbri reumatiche, che avevano minato la salute del suo cuore, Massimo Troisi era un interprete a tratti malinconico e dotato di un’inimitabile auto-ironia. Le sue condizioni fisiche precarie e le origini umili, visto che era figlio di un ferroviere, non gli hanno impedito di raggiungere il successo presto, prima con il gruppo teatrale La Smorfia, che aveva fondato insieme ai compagni d’avventura Enzo De Caro e Lello Arena, con i quali ha realizzato gli spettacoli televisivi “Non stop” (1977), “La sberla” (1978) e “Luna Park” (1979) e la rappresentazione teatrale “Così è (se vi piace)”, e poi con un percorso da solista.

Massimo Troisi e il docufilm sulla sua vita

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La sua comicità, giocata sull’uso del dialetto napoletano da condividere con tutta l’Italia, era raffinata e dotata di guizzi di pura genialità; Massimo ha saputo sfruttarla al meglio per ottenere un successo clamoroso, tanto che il film “Ricomincio da tre” (1981), di cui era anche regista, pur essendo stato girato in sole sei settimane e con un budget minimo ha vinto due David di Donatello, quattro Nastri d’argento e due Grolle d’oro.

I grandi successi di un attore unico

Tra le sue pellicole migliori, sempre seguite da un nutritissimo pubblico, ci sono “Non ci resta che piangere” del 1984, in coppia con l’impareggiabile Roberto Benigni, e “Che ora è?” diretto da Ettore Scola, grazie al quale Massimo conquistò la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia insieme a Marcello Mastroianni.

Il suo ultimo lavoro, così faticoso per il suo fisico debilitato da essere la causa, secondo alcuni, della sua morte prematura, è il magnifico film “Il postino”, diretto da Michael Radford e caratterizzato da una interpretazione superba sia da parte di Massimo Troisi che del co-protagonista Philippe Noiret; l’opera è stata candidata a cinque premi Oscar e ha vinto l’ambita statuetta per la colonna sonora, composta da Luis Bacalov.

Il docufilm: la vita di un artista indimenticabile

Nel docufilm sulla sua vita, “Il mio amico Massimo”, diretto da Alessandro Bencivenga e distribuito da Lucky Red, tante voci insigni riportano in vita questo artista del passato. L’intento del regista era quello di rievocare le caratteristiche che rendevano questo attore unico, lasciando il racconto della sua storia a personaggi del mondo dello spettacolo che lo hanno conosciuto da vicino per far sì che il suo ricordo fosse vivo, sentito e coinvolgente.

Massimo Troisi e il docufilm sulla sua vita

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Tanto il materiale riproposto nel docufilm, come foto dei backstage e filmati sulle sue partecipazioni televisive o sulle esperienze teatrali, e numerosi gli artisti che hanno preso parte a questo progetto e commemorato la sua vita, a partire da Gerardo Ferrara, sua controfigura ne “Il postino” per le scene che per lui erano più faticose, che ricorda con commozione le sue parole alla fine delle riprese del film, Nun ve scurdat e’ me.

Al docufilm partecipano anche Carlo Verdone, che commenta divertito la lotta d’incassi dell’epoca tra il suo “Bianco Rosso e Verdone” e “Ricomincio da tre” di Massimo, Clarissa Burt, sua ex compagna, che rievoca alcuni aneddoti della loro storia, e Lello Arena, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Ficarra e Picone, Nino Frassica, che raccontano tanti momenti della sua vita straordinaria.

Perfetto accompagnamento del film è la colonna sonora, con musiche originali firmate dal cantautore Giovanni Block e alcuni brani arrangiati da Roberto Trenca, ispirati alla musica tradizionale del Mediterraneo e realizzati con l’uso di chitarre classiche e acustiche, del charango e del bouzouki greco.