Mother Android, la recensione del film sbarcato su Netflix

Mother Android, la recensione del film sbarcato su Netflix

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Fruibile su Netflix Mother Android è un film drammatico un po’ sci-fi, fortemente sconsigliato dalla critica.

La storia

Forse per colpa della banalità della trama o delle decisioni spesso insensate dei protagonisti, fatto sta che la storia di Georgia, giovane ragazza che scopre la vigilia di Natale di essere in dolce attesa e interpretata da Chloë Grace Moretz, che tenta goffamente di creare una famiglia senza riuscirci, non ha entusiasmato né il pubblico né la critica. Complice forse il fatto che sin dai primi minuti del film è chiaro come Sam, il ragazzo di Georgia interpretato da Algee Smith non è poi tanto favorevole al mettere su famiglia.

Cosa si dice

Purtroppo la trama nasce vecchia, i dialoghi tra Sam e Georgia sono privi di originalità ed anche se toccano tematiche che possono essere all’ordine del giorno lo fanno in un modo già visto. Un esempio lo si trova nel momento in cui Georgia dice a Sam di non essere una sua responsabilità: “In che modo mettermi su una barca da sola sarebbe fare la cosa giusta?”. Lui risponde da vero uomo anni cinquanta: “Amore puoi rilassarti, tu stai solo avendo una reazione ormonale”. A questo punto Georgia, se avesse vestiti e pettinatura giusta, potrebbe essere la cugina ribelle di Joanie Cunningham esordendo con un “Io ho il diritto di provare emozioni! Non ho una reazione ormonale”.

Gli androidi

Gli antagonisti della pellicola e allo stesso tempo i personaggi meglio riusciti, sono gli androidi. Macchine umanoidi che, una volta capita la propria superiorità, non hanno alcuna intenzione di lasciare il mondo agli esseri umani. Di queste macchine micidiali non se ne vedono molte e le loro caratteristiche ci arrivano grazie ad una unica grande interpretazione di Raùl Castillo nel ruolo di Arthur. La pericolosità di queste macchine sta nel fatto che sono capaci di emulare l’empatia per trovare i punti deboli dei propri nemici e infine ucciderli.

Il ruolo della madre

Con un titolo del genere si pensa che la maternità abbia un ruolo centrale nel film e ad alimentare questa supposizione c’è l’ostetrica del campo in cui inizialmente i protagonisti trovano rifugio e dal quale Sam riesce, poco astutamente, a farsi cacciare. Georgia che non perde l’occasione di seguirlo a ruota, stile cagnolino fedele. Le parole? Eccole qui: “Le donne partoriscono da molto prima che gli uomini si definissero dottori. Sarai bravissima” … E invece!


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