“Un liceale modello entra nel mondo della criminalità, ma questa doppia vita è sconvolta quando una compagna s’interessa al suo segreto”.
Netflix ancora una volta presenta uno dei suoi ultimi prodotti, in modo laconico. Extracurricular è una serie televisiva coreana, in onda sulla sua piattaforma a partire dal 20 aprile 2020. Prodotto dalla casa Studio329, si dimostra fin dalle prime riprese un prodotto interessante e fuori dagli schemi.
Che a Netflix piaccia giocare con gli intrecci delle sue serie originali non è una novità, così come il fatto che negli ultimi anni i prodotti made in Corea, e più in particolare, i cosiddetti K-drama, abbiano trovato un bacino sempre più largo di pubblico. In questo caso in Extracurricular, più che seguire il solito schema dei K-drama, composto da storia d’amore con più o meno diversi clichè, e finale quasi sempre felice, o perlomeno soddisfacente, in questo caso lo avolgimento sembra discostarsi anche dai prodotti tipici made in corea, prendendo un percorso più simile ad altre serie tv originali netflix, quali “The end of the fuc**ng world” e “13 reason why”, dando vita a un prodotto ibrido, che risulta interessante. In questo tipo di produzioni abbiamo un gruppo di ragazzi alle prese con loro stessi.
Amori, rimpianti, momenti felici, desideri, ambizioni, l’essere umano non viene rappresentato come una linea dritta, ma come l’insieme di momenti e sensazioni che effettivamente rappresenta nella vita quotidiana. Noi siamo in continua evoluzione e i nostri desideri evolvono a seconda delle scelte che ci vendono poste davanti. È così che dei ragazzi di appena diciotto anni diventano criminali di vario genere, e così che continuano a comportarsi in questo e quel modo pur di salvaguardare la propria identità segreta e i propri risparmi. Nessuno è escluso da questa realistica rappresentazione della realtà. In secondo luogo, non si può non dimenticare di citare gli attori protagonisti che sono riusciti a rappresentare tutto ciò in modo estremamente convincente, una particolare menzione va ai due attori protagonisti, Park Ju-hyun interprete di Bae Gyu-ri (Zombie Detective, A piece of your mind) Kim Dong-hee, interprete di Oh Ji-soo (Itawon Class, Sky castle). Nonostante la giovane età, i due attori hanno portato avanti la storia con una interpretazione accurata che regge i continui cambi della messa in scena e che convince. È Oh ji soo quello che più ricorda altri personaggi “made in netflix” più noti, un ragazzo solo, con qualche disturbo emotivo, che prova disperatamente ad attaccarsi a qualcosa. Disturbato come James (The end of the fuc***g world) e brillante come Ryōhei Arisu (Alice in Borderland), è un personaggio che non può non attirare. Insomma, se siete alla ricerca di una serie originale, che vada al di fuori dei soliti schemi, altamente rappresentativa della psiche umana, con una buona recitazione, e che non duri poi tanto (10 episodi da 1 ora, nello standard più classico di Netflix. Questa serie non può mancare nella propria watchlist.