Posizione
A pochi chilometri da Riva del Garda, protetto dalle montagne e con un clima particolarmente mite grazie alla vicinanza del Lago di Garda si trova Arco di Trento, un luogo da visitare assolutamente. Le condizioni atmosferiche hanno reso questa località una meta turistica, particolarmente apprezzata in inverno, da secoli. Oggi è meta di sportivi che vi praticano l’arrampicata. Noi ci siamo stati in novembre ed abbiamo potuto cenare sotto al pergolato con una semplice felpa.
Un po’ di storia
Tra il 1000 e il 1300 ad Arco erano presenti molte proprietà degli Ezzelini, una nobile famiglia di origini germaniche, divenuta molto potente in Veneto.
Successivamente vi si avvicendarono i Visconti e gli Scaligeri fino al passaggio alla Repubblica di Venezia e infine all’Impero Austriaco. Sarà solo dopo la fine della Prima Guerra Mondiale che Arco tornerà ad essere parte del Regno d’Italia.
Da visitare soli o in compagnia
Ovviamente di tutte queste dominazioni si trovano le tracce in giro per il borgo. La visita, effettuabile tranquillamente in una giornata, sarà sicuramente piacevole e interessante perché non è possibile conoscere un luogo se non si entra nel suo cuore pulsante. L’impressione che ne ho avuta io è stata di un viaggio a ritroso nel tempo. Forse saranno stati i nomi delle varie attività commerciali, alberghi ristoranti e negozi, che contengono spesso parole come “lega” e “popolo”.
Fonte foto: https://www.dolomiti.it/it/arco
Il Castello di Arco
La prima meraviglia che cattura l’attenzione credo possa essere il Castello di Arco, posto su un’altura e raggiungibile con una passeggiata impegnativa che parte dal centro del paese in forma di scalinata per poi diventare una salita ai cui lati si possono ammirare dei bellissimi ulivi. La costruzione del castello si fa risalire all’anno mille, almeno per una parte. Venne in seguito completato con torri ed edifici aventi carattere difensivo. L’immagine di questo castello è riprodotta in codici e quadri, fra cui il famoso acquerello di Albrecht Dürer “Le Val D’Arco – Fenediger Klausen”, ora ammirabile presso il museo del Louvre.
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In Piazza 3 Novembre si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta con al suo interno testimonianze delle famiglie nobili che abbiamo visto essersi succedute al dominio della città.
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Nell’omonima piazza troviamo il famoso Palazzo Marchetti riconoscibile grazie ai camini decorati in cotto e per gli affreschi, del ‘500, visibili in una fascia sotto al tetto.
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Nelle immediate vicinanze Palazzo Nuovo o Giuliani-Marcabruni che fu la prima residenza dei Signori di Arco ed ora ospita l’archivio storico cittadino, in una parte mentre l’altra parte è di proprietà di privati cittadini.
I giardini centrali di Arco
Suggerirei di concludere la passeggiata ai giardini pubblici di Arco nei quali, oltre al prato verde decorato di piante e fiori, sarà possibile ammirare una grande pianta, un maestoso cedrus deodara, che si fa risalire al 1872. I giardini furono creati attorno al 1870 su progetto dell’ing. Saverio Tamanini. Restaurati alla fine del secolo scorso custodiscono uno straordinario patrimonio di biodiversità vegetale che crea un microclima piacevolissimo specie nella stagione invernale, allontana i rumori, rende l’aria più respirabile e permette di rilassarsi in un’oasi tranquilla.
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Eventi caratteristici
Nel periodo natalizio ad Arco viene allestito un caratteristico mercatino di Natale le cui casette illuminano il paese di sera e lo riempiono di colori di giorno. Per gli adulti c’è la possibilità di comprare oggetti prodotti dagli artigiani locali o gustare piatti tipici mentre per i bambini ci sono gli animali della fattoria da conoscere.
A carnevale, poi, qui si svolgeva dal 1876 e fino a prima della pandemia, lo spettacolare Carnevale Asburgico con le sue rievocazioni storiche di eventi glamour. Lungo le strade sfilavano le prestigiose carrozze che portavano alla Corte degli Imperatori austro-ungarici ove si svolgevano sontuosi balli. Quest’anno si è riproposto il Carnevale Asburgico ma senza la sfilata. Speriamo che il prossimo anno nulla osti alla ripresa di questa manifestazione in tutto il suo splendore.
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A me è venuta voglia di tornare ad Arco, e a voi?
Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.