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Come saprete ogni regione del nostro Belpaese è ricca di borghi meravigliosi, ed il Trentino Alto Adige non è da meno. Precisamente nella provincia autonoma di Trento, ne esiste uno di rara bellezza. Immerso totalmente nella natura, tra panorami montuosi e di lago, si trova il bellissimo borgo di Bondone. Esso deve il suo nome al termine dialettale “bondù”, il quale indica un luogo dove potersi rifugiare lontano da ogni pericolo. Ed infatti proprio per questo è nato. Di origini trecentesche, deve la sua nascita all’esigenza di controllare le zone del lago d’Idro, della Valle del Chiesa e delle Dolomiti del Brenta.
Cosa vedere a Bondone
Essendo di origini medievali, naturalmente non può certo mancare un castello. E in questo caso si tratta di un posto veramente magico. Castello di San Giovanni si trova su uno sperone roccioso ed è per questo molto suggestivo. Consigliato sopratutto se volete godere di una spettacolare vista dall’alto.
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Vi è inoltre la Chiesa della Natività di Maria, dove potrete ammirare le statue della Vergine Maria, di San Rocco e San Sebastiano.
Tuttavia la parte migliore si concentra tutta all’aperto. Se desiderate visitare questo meraviglioso borgo, sappiate che non ne resterete affatto delusi. Il suo fascino, le sue vie e i suoi scorci caratteristici sapranno lasciarvi senza fiato.
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Un’altra particolarità da tenere a mente di questo borgo medievale è che per secoli e fino a solo una cinquantina di anni fa, era conosciuto come “il paese dei carbonai”. Il mestiere del carbonaio era molto diffuso ed è tutt’oggi parte della tradizione. Passeggiando in Piazza Levata potrete ammirare tre statue in bronzo: una di esse rappresenta proprio un carbonaio.
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Bondone in strada
Per finire, voglio darvi un consiglio. Dovete sapere che il momento migliore per visitare Bondone, specialmente se avete dei bambini, è il periodo di agosto. Proprio in questo mese, infatti, precisamente il secondo weekend si celebra l’evento “Bondone in strada”. Vi farà immergere totalmente nell’atmosfera locale, circondati da artisti di strada, orchestre, burattinai e menestrelli. Una festa a cui gli abitanti locali tengono molto, perché è grazie ad essa se si tengono vive le sue origini medievali.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.