Castrovalva: 14 abitanti e secoli di storia incastonati nella pietra

Condividi su

Ci troviamo a Castrovalva, un paesino di sole 14 anime, a 820 mt sul livello del mare, situato su uno sperone che si innalza dalla Cresta di Sant’Angelo, nel basso Abruzzo.

Descritta in così poche parole sembrerebbe pressappoco una inutile frazione in provincia de L’Aquila. In realtà questo piccolo gioiello nasconde al suo interno pezzi di storia, specialmente del periodo feudale.

Si, perché è proprio risalente al 1079, la prima citazione di tale posto, chiamato allora “Castro di Valva”, formato da cinque ville e con a capo la nobile famiglia dei Di Sangro. Nel corso degli anni poi si sono susseguiti tanti baroni e famiglie nobili fino al 1817 quando, Ferdinando I delle due Sicilie, unì tutto sotto il nome di Castrovalva.

Questo piccolo borgo medievale riecheggia di storia e di bellezze artistiche. Ad esempio di spicco sono le tre chiese di San Michele Arcangelo, della Madonna della Neve e di Santa Maria delle Grazie.

Ma la vera particolarità di tale posto è il borgo fortificato. Una cinta muraria che abbraccia il paese e che in epoca feudale difendeva il luogo dagli attacchi esterni. Tra mura e case abbandonate ma che trasudano avvistamenti e battaglie passate, c’è spazio anche per una firma artistica d’eccezione: Maurits Cornelis Escher. È dell’incisore e grafico olandese una litografia raffigurante il borgo, datata 1929.

L’artista olandese ammirava il paesaggio delle Gole dal piccolo nucleo di Castrovalva. La sua litografia è esposta al Museum of Arts di Washington in cui appaiono in primo piano il borgo stesso, in basso Anversa degli Abruzzi e in lontananza Cocullo, il paese cui San Domenico abate donò un proprio dente facendo scaturire nella popolazione una fede che andò a soppiantare il culto pagano della dea Angizia, protettrice dai veleni.

Una sua frase tratta da un suo taccuino di viaggi racchiude quella che era ed è tutt’ora la vita a Castro, tra tranquillità e vicoli incantati:

“Ho trascorso quasi un giorno intero seduto a disegnare a lato di una stretta strada di montagna. Sopra di me c’era la scuola di Castrovalva e mi divertivo a sentire le chiare voci dei bambini mentre cantavano le loro canzoncine”.

Castrovalva è l’esempio di come un piccolo luogo lontano dal mondo moderno possa essere comunque scrigno incommensurabile di storia e tradizione.


Condividi su