In Veneto troviamo una delle poche località alpine che possono vantare una concentrazione molto alta di montagne bellissime. Si tratta dell’affascinante Cortina d’Ampezzo, che circonda i suoi abitanti e coccola i suoi visitatori, ovunque essi volgono lo sguardo, sopra il verde dei boschi, con montagne quasi dipinte che lasciano estasiati.
Cortina si trova a 1224 metri di quota in fondo alla Valle del Boite, una famosa località turistica che occupa la parte più settentrionale della provincia di Belluno, al confine con l’Alto Adige.
A Ovest si trova il grande Gruppo delle Tofane, a Nordest il Pomagagnon sovrastato dal caratteristico Gruppo del Cristallo; a Sudest si staglia il Sorapiss, mentre a Sudovest chiudono questo orizzonte meraviglioso i Gruppi della Croda da Lago-Cernera e del Nuvolau. Queste montagne formano le cosiddette Dolomiti Ampezzane e rappresentano un paradiso per ogni escursionista, alpinista e sciatore.
Qui si contano 400 chilometri di meravigliosi, ma non impervi, sentieri, di cui 300 si trovano solo a Cortina; si possono svolgere tante attività: dalle rilassanti passeggiate tra boschi e pascoli agli itinerari storici sui luoghi della Grande Guerra, fino a escursioni lunghe e impegnative tra selvaggi valloni. Allo spettacolo che lascia senza parole si assiste all’arrivo della neve. Un candore simile alle nuvole di zucchero filato delizia le vacanze degli ospiti e la vita quotidiana dei cittadini di queste avvenenti zone.
Direttamente da Cortina si possono raggiungere i tre comprensori (Tofane, Faloria-Cristallo, Lagazuoi-Cinque Torri) dove si trovano 34 impianti a fune che servono 66 piste, per un totale di quasi 120 chilometri di discese.
Dunque, un vero e proprio centro turistico coronato di montagne che lo rendono unico e imperdibile, una valente meta per ogni stagione, una perla adatta per tutte le occasioni in cui si vuole ammirare l’infinita bellezza dei paesaggi di Cortina.
Ma cerchiamo di capire come sia giunta alla vetta e come abbia ammirato la splendida vista dall’alto questa località quasi fiabesca. Cortina D’Ampezzo fino ai primi del Novecento era un paesino di montagna che contava poche case isolate con al centro una chiesa. Da alcuni ritrovamenti, si ipotizza che il territorio ampezzano fosse popolato già nell’età della pietra da cacciatori probabilmente nomadi, che si spostavano sui monti nei periodi più caldi per procurarsi il cibo; questa ipotesi è stata avvalorata soprattutto dal ritrovamento, verso la fine degli anni Ottanta, di uno scheletro di un uomo scomparso quasi 10.000 anni fa. Altri ritrovamenti dimostrano la presenza umana anche nei periodi successivi come quello del Bronzo.
Intorno alla metà del Quattrocento, tutto il territorio faceva parte della Repubblica Veneta e dipendeva da Venezia; ciò fino agli inizi del Cinquecento, quando l’Austria dichiarò guerra a Venezia e conquistò il territorio della valle d’Ampezzo. Cortina fu austriaca fino al 1918, fino alla fine della Grande Guerra.
Quando nel 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale, Cortina e i suoi abitanti vennero chiamati a difendere il territorio con l’esercito austriaco. Numerose sono ancora oggi le trincee visitabili, che mostrano ancora i segni di quanto accaduto. Alla fine della guerra, Cortina d’Ampezzo venne finalmente annessa al Regno d’Italia.
La Seconda Guerra Mondiale, che coinvolse l’Italia a partire dal 1940, non ebbe gli stessi effetti disastrosi del primo conflitto mondiale, ma portò ad un difficile periodo di povertà, anche se Cortina venne risparmiata dal fuoco delle bombe perchè destinata a città ospedaliera. È dopo la ripresa economica che queste zone cominciano a mostrare il loro fascino e la loro importanza come meta turistica, ricca di arte e storia.
Il periodo aureo ampezzano risale agli anni Cinquanta e Sessanta, quando Cortina si fece conoscere al mondo intero come una perla tra le cime delle Dolomiti ospitando i giochi olimpici invernali dal 26 gennaio al 5 febbraio del 1956, prima manifestazione olimpica tenutosi in una città italiana.
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.