Pietragalla magia dell'architettura rurale

Pietragalla: magia dell’architettura rurale

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Molte volte capita che vediamo cose che assumono ai nostri occhi il significato che vogliamo attribuire loro. Il mare per esempio. Non ha sentimenti propri, ma quelli che noi gli attribuiamo e che sentiamo in quel momento.

In Basilicata esiste un luogo che ha proprio queste caratteristiche.

Un luogo non comune

Il Parco dei Palmenti di Pietragalla è il simbolo della civiltà contadina lucana. Si tratta di un’aggregazione di oltre 200 costruzioni, splendidi esempi di architettura rurale frutto dell’intuizione e dell’ingegno dei vignaiuoli pietragallesi, che sono dei veri e propri laboratori per la produzione del vino.

Fonte foto: paesionline.it

Cosa sono i palmenti

Il nome “Palmenti” deriva dal latino paumentum, l’atto del pigiare, del battere, da cui deriva il termine pavimento.

Testimonianza, come abbiamo detto, della civiltà contadina di un tempo, erano adibiti alla pigiatura e alla fermentazione del mosto in apposite vasche (palmenti) per poi ottenere il prodotto finito (il vino). In queste colline poste ad est del paese, in corrispondenza della via Breccia, infatti, si trovava la maggior parte delle coltivazioni di viti. Inoltre la natura del terreno, composto principalmente da strati di tufo, rendeva facile lo scavo necessario alla loro realizzazione.

Realizzati in pietra e disposti a scala, formano una composizione originale che indubbiamente cattura l’interesse di chi si trova a osservarli per la prima volta.

Queste costruzioni hanno davvero un impatto paesaggistico notevole tanto che se ci si vuole discostare dal racconto cronologico della loro realizzazione potrebbero suggerirci scenari e atmosfere fiabesche.

Parco delle favole o architettura rurale

Durante la primavera si rivestono di una coltre fiorita di colore rosa che offre uno spettacolo da non perdere, e insieme alle coperture di erba e fiori, ad abbellire la facciata, spesso si abbinano due archi a sesto ribassato: uno per sostenere la volta di copertura, l’altro come architrave per l’ingresso, e se si presta ancora più attenzione si può notare una piccola apertura (che al tempo consentiva la fuoriuscita di esalazioni durante la fase di fermentazione del mosto) che potrebbe tranquillamente essere una piccola finestra.

Una piccola finestra di una piccola casa coperta di erba e fiori o innevata come in uno spettacolo di Natale: qui potrebbero dimorare i bellissimi elfi a tratti dispettosi a tratti gentili. Qui la magia potrebbe diventare quotidiana scoperta. Magari si potrebbero incontrare gli elfi vinaioli, ma già così sarebbe comunque uno spettacolo imperdibile.


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