Un viaggio da Roma a Napoli: parte prima

Il sole è alto nel cielo, fa un caldo terribile anche se il vento si snoda tra i capelli. Saluto la mia città, porto di mare, che si allontana piano piano. Una nuova avventura è ormai iniziata.

 

La nave mi porta lentamente  verso quella che sarà la mia casa per i prossimi 2 giorni. Approdo a tarda sera a Civitavecchia e mi affretto per prendere il treno. Solo un ora circa mi separa dalla mia città preferita, la Città Eterna. Scendo a Termini, la stazione centrale, ormai è notte. Le luci artificiali illuminano i palazzi maestosi. Osservo i ciottoli scuri delle strade, poggiati secoli e secoli fa. Raggiungo il B&B poco distante e mi immergo tra le lenzuola, ansiosa di scoprire domani questa città antica.

 

Roma è bella tutto l’anno, ma a metà agosto si può assaporare meglio. Lungo le vie ci sono poche persone e poche macchine. Decido di prendere la metro blu fino al Colosseo. Appena uscita dai neon, si staglia davanti a me questa imponente opera architettonica. Un anfiteatro costruito nell’80 d.C., alto circa 50 metri e grande circa 3400 metri quadri. Patrimonio dell’UNESCO e unico in tutta Europa a far parte delle sette meraviglie del mondo. Toglie il fiato pensare che stia in piedi da così tanti anni. Questo monumento “colossale” apre la strada ai Fori imperiali che lo separano dall’Altare della Patria, opera costruita a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 come valore rappresentativo dell’unità d’Italia  e che si affaccia su tutta via del corso disseminata di negozi e palazzi bellissimi. Dopo circa 500 metri svolto a destra per arrivare alla fontana più bella e suggestiva che abbia avuto la fortuna di guardare, Fontana di Trevi. Modellata nel 1732 inizialmente da Salvi e poi completata da Pannini. Il tema scelto è il mare, regalando ai visitatori un angolo di pura bellezza nascosto tra i palazzi. Dopo aver lanciato la monetina nell’acqua, come augurio per ritornare a Roma,  arrivo fino al Pantheon.

Edificio della Roma antica nato come tempio dedicato a tutte le divinità e convertito poi in Basilica cristiana. Particolare per la sua forma rotonda e il grosso buco sul soffitto, unica finestra presente, che crea un sapiente gioco di chiaro scuro all’interno. Nell’antichità si diceva che l’acqua non riuscisse a entrare grazie soprattutto al calore e ai fumi delle candele che illuminavano l’interno, ormai questo non può essere comprovato e durante i giorni di forti piogge dall’oculo entra abbondante acqua, motivo per cui il pavimento è stato concepito con 22 forature che permettono che questa filtri. Si possono osservare però fenomeni astronomici molto particolari come durante il Natale di Roma, il 21 aprile, a mezzo giorno un raggio di sole attraversa l’oculo  e colpisce il portone d’accesso, grazie a questo  viene definito anche  “tempio solare”. Un’altra leggenda, invece, narra che l’oculo sia stato creato dal diavolo in fuga dal tempio di Dio. Qualunque sia il motivo di questa grossa apertura, è davvero suggestivo guardare per aria e vedere il cielo.

 

Ritornata con gli occhi verso terra, prendo la via del ritorno verso Piazza di Spagna, maliosa gradinata che ospita una piccola fontana chiamata dai romani Barcaccia. Questa piazza deve il suo nome al palazzo sede dell’ambasciata Spagnola. Alle spalle della scalinata troviamo la chiesa chiamata Trinità del Monte. I gradini sono 136 e sono stati creati grazie ai finanziamenti di un cardinale francese all’inizio del 1700. La barcaccia è precedente alla gradinata ed è stato Bernini a costruirla. Mentre si percorrono i gradini verso la fontana, si ha come la sensazione di partecipare a una sfilata di moda, che puntualmente ospita.

 

Da qui decido di arrivare fino a Piazza del Popolo , immensa nella sua semplicità e capace di ospitare circa 65mila persone. Prendo la metro rossa direzione Città del Vaticano. Percorro circa 200 metri dalla fermata  fino a Porta Angelica. Arrivo sul lato sinistro della grande Basilica e percorro circa 300 metri fino alla fine delle grandi colonne. Alle mie spalle via della Conciliazione e Castel Sant’Angelo e difronte la Basilica. Da entrambi i lati si slegano delle altissime colonne che formano un grande cerchio e che sembrano due gigantesche braccia che abbracciano la piazza. Costruita a cavallo tra il 1500 e il 1600, è tutt’ora il simbolo della Città del Vaticano, centro del cattolicesimo, sede principale delle manifestazioni di culto e della proclamazione dei nuovi papi, dell’apertura e chiusura dei giubilei e della canonizzazione dei nuovi Santi. Sotto la navata centrale si trovano le Grotte Vaticane  che occupano lo spazio tra l’attuale pavimento  e quello dell’antica Basilica costantiniana risalente al IV secolo, qui sono ospitate le reliquie dei precedenti papi e la tomba di San Pietro, il primo papa e primo apostolo di Gesù. Decido di entrare.

La superfice totale è di 23mila metri quadri e si dice che possa contenere circa 60mila persone. Al suo interno c’è una complessa articolazione di passaggi che portano alla Sacrestia, agli alloggi del papa ecc. Mi soffermo un istante davanti alla scultura in marmo realizzata da Buonarrotti, intitolata la pietà, incantevole e eccezionale. Con lo sguardo all’insù, arrivo fino al grandissimo altare al centro chiamato Baldacchino, sotto  la cupola alta 133 metri, questo è stato realizzato prelevando del bronzo dal Pantheon, è alto 30 metri e sorretto da 4 colonne che imitano il Tempio di Salomone, al di sotto sorge l’altare papale collocato sulla verticale esatta del sepolcro di San Pietro. Inondata da tutta questa magnificenza, decido di riposarmi un pochino al B&B per aspettare le luci del tramonto, così da vivere, per una notte, questa città con le luci artificiali. Intorno alle 21 prendo la metro fino a Piazza del Popolo e salgo i 106 gradini che mi portano alla terrazza del Pincio. 

 

Da qui si può vedere quasi tutta Roma, in fondo San Pietro  troneggia con la sua cupola. Tutto è illuminato, la notte è ormai arrivata rendendo questa città ancora più magica è suggestiva. Da qui sembra che il tempo si sia fermato. Cerco di racchiudere quest’immagine nella mia mente, celando dentro di me le emozioni che suscita una città meravigliosa come la Città Eterna.