Tutti conosciamo Venezia per la sua bellezza e la sua storia e almeno una volta nella vita abbiamo desiderato visitarla o ci siamo stati. Città dal fascino indiscusso, spesso associata all’immagine del carnevale, quello storico, elegante, che sa trasportare in atmosfere d’altri tempi. Una perla nella laguna veneta, che ogni anno attira milioni di visitatori che apprezzano i suoi canali percorrendoli con le famose gondole, simbolo di questa città incantata.
Detiene una delle piazze più visitate e ammirate al mondo, Piazza San Marco, ma Venezia non è solo questo. È stata all’avanguardia nella storia delle donne, infatti la prima donna al mondo a laurearsi fu proprio una veneziana, Elena Lucrezia Cornaro Psicopia, nata a Venezia nel 1646, si laureò in filosofia all’Università di Padova nel 1678.
Dove si ritrovavano i veneziani di un tempo?
I luoghi di ritrovo preferiti dai veneziani del ‘700 erano i “casini” o “ridotti“, erano delle piccole case o stanze in cui si svolgeva gran parte della vita notturna di Venezia: gioco d’azzardo, discussioni letterarie e incontri amorosi la facevano da padrone nella notte, il tutto accompagnato dall’immancabile maschera per celare il proprio volto. Con il tempo, la Repubblica di Venezia impose il divieto di giocare a dadi o a carte, a causa dei continui patrimoni sperperati dai molti ospiti, ma ciò ovviamente non pose fine al gioco d’azzardo. Vi erano diversi tipi di ridotti, quelli pubblici e quelli privati: alcuni erano delle vere e proprie bettole frequentate dal popolino, altri erano eleganti e sfarzosi in modo da garantire la privacy dei frequentatori. I ridotti dei ceti più bassi erano lontani dal centro e spesso muniti di un orto nel quale si poteva giocare a palla.
Nei ridotti oltre al gioco d’azzardo fioriva la prostituzione, vi erano sempre delle cortigiane pronte ad accompagnarsi con i frequentatori. Ancora oggi sono visitabili alcuni ridotti: il casino Venier, il casino Sagredo a Santa Sofia, il casino degli Spiriti, il casino del commercio in piazza San Marco, il casino Dandolo conosciuto per essere il primo casinò d’Europa, il casino Zane in zona Frari, il casino Contarini.
I giardini segreti di Venezia
In una città che sembra solo di pietra si celano alcuni dei più belli e rigogliosi giardini d’Italia. Questi spazi verdi per ovvi motivi si sviluppano in verticale all’interno delle proprietà dei nobili veneziani, in passato erano numerosissimi, ma a causa della crescente urbanizzazione di inizio ‘900 e del continuo spopolamento iniziato dal secondo dopo guerra molte di queste piccole oasi sono state distrutte. Alcune di quelle rimaste, però sono ancora visitabili. E’ possibile con una visita guidata organizzata effettuare il tour dei giardini segreti di Venezia. Ricordiamo alcuni dei giardini più famosi: Giardino della scuola vecchia della misericordia, gli Orti della chiesa di San Francesco della vigna, il Giardino di Cà Morosini, il Giardino del Casino degli Spiriti, il Giardino della casa Cardinal Piazza.
La ruota degli innocenti
Una delle ultime ruote degli innocenti rimaste in tutta Europa la si può trovare proprio a Venezia nel Monastero della Pietà. A due passi da Piazza San Marco, lungo la riva degli schiavoni, si erge la grande chiesa neoclassica della pietà. Se si è sulle tracce dell’antico complesso, bisogna recarsi nel vicino hotel Metropole. Entrando nell’hall dell’albergo, in fondo a destra si possono vedere due colonne che facevano parte dell’antico Ospedale della Pietà, chiamato così in quanto luogo di accoglienza per orfani o figli delle famiglie indigenti.
Una delle porte laterali dell’albergo, precisamente quella sulla calle a sinistra è ciò che rimane della ruota degli innocenti, un marchingegno che permetteva di lasciare all’ospedale i bambini in assoluto anonimato. Attirate dal suono del campanello, le suore giravano dall’interno la ruota e prendevano in custodia il fagottino.
Le calli di Venezia
Anticamente tutto il territorio della città era di proprietà privata, quando venivano concessi dei permessi per nuove costruzioni, la Repubblica obbligava i proprietari di lasciare un passaggio, che diventava pubblico tra una propietà e l’altra. Per questa ragione la distanza fra le abitazioni era il minimo indispensabile, anzi in alcune occasioni le case erano più grandi della strada stessa in quanto una parte era sporgente sulla strada stessa e le sporgenze sono i Barbaconi, che dovevano essere conformi al Barbacone campione di calle della Madonna nei pressi di rialto.
Il leone alato
Il leone alato è lo stemma onnipresente a Venezia ma anche in numerosissime cittadine del Veneto. È interessante sapere che se il leone si presenta accompagnato da un libro aperto, vuol dire che in quella specifica città gli abitanti devono pagare le tasse alla Serenissima. Se il leone ha la zampa sopra il libro chiuso, lo spadone puntato sul libro o rivolto verso l’alto, significa che la cittadina è esente del pagamento delle tasse per meriti relativi a guerre o perchè erano i favoriti della Repubblica per qualche motivo.
Il fascino di una città come questa è quello di celare infiniti segreti fra le sue calli, le sue mura ed i suoi canali.