Fonte foto: laboratorio Valsusa
La bagna cauda non è solo uno dei piatti tipici piemontesi più famosi al mondo, ma è anche stato inserito dall’UNESCO nella lista dei beni immateriali da tutelare; è quindi, a tutti gli effetti, patrimonio dell’umanità!
Se ne avete solo sentito parlare, ma non l’avete mai assaggiata, di sicuro sapete che non è una ricetta per tutti i palati, considerando i suoi ingredienti: aglio e acciughe dissalate trasformate in una deliziosa salsa dove poter intingere verdure di stagione, sia cotte che crude. Di sicuro, dopo aver mangiato questo piatto, l’alito non sarà perfetto per un appuntamento galante, a meno che non lo condividiate proprio con il vostro lui o la vostra lei.
Le sue origini si perdono nel tempo. Non si hanno notizie certe sulla sua nascita perché, in passato, era considerato un piatto rozzo che veniva consumato solo dal popolo, visto che in Piemonte era molto semplice reperire aglio e acciughe, e leggenda narra che sia stato “inventato” come ricompensa per i contadini che passavano tutta la giornata a vendemmiare; infatti è proprio per questo che è considerato un piatto autunnale/invernale (oltre che per la sua pesantezza!).
La bellezza di questa pietanza sta di certo nella convivialità: è pensato infatti per essere messo nel centro della tavola e poi consumato intingendo la verdura direttamente nel recipiente, un po’ come si usa mangiare la fonduta. Tradizionalmente viene servito nel dian, un tegame da cottura in terracotta, sotto al quale veniva posto uno “scaldino” in coccio riempito di brace, chiamato s-cionfetta, che serviva per mantenere a temperatura la bagna cauda. Oggi, soprattutto per motivi igienici, si utilizzano dei recipienti individuali, sempre in terracotta, chiamati fujòt, che comprendono uno spazio sottostante dove inderire una candela tea light, sempre per mantenere la temperatura perfetta.
La bagna cauda è così importante in Piemonte da essersi meritata una festa speciale tutta per lei: il Bagna Cauda Day che dura per tutto il week end e, di solito, viene organizzato in autunno. Nel 2020 le date confermate sono dal 27 al 29 novembre (maggiori informazioni potrete trovarle sul sito ufficiale, dove troverete anche la lista di locali aderenti all’iniziativa).
La ricetta
Ingredienti
- 1 testa d’aglio per commensale
- 1/2 bicchiere d’olio extravergine d’oliva per commensale
- 50 gr. di acciughe dissalate e disliscate per commensale
- 1 pezzetto di burro, a fine cottura, se necessario
Procedimento
Per prima cosa vanno sbucciati gli spicchi d’aglio e privati dell’anima. Tagliare l’aglio a fettine e metterlo in un tegame di coccio da cottura insieme ad un bicchiere d’olio e far cuocere a fuoco basso, senza mai far prendere colore all’aglio, mescolando con un cucchiaio in legno. Aggiungere le acciughe (tradizione vuole che vengano lavate nel vino rosso, ma l’importante è che togliate tutto il sale presente). Coprite con il restante olio e continuare a cuocere, sempre a fuoco basso, almeno per un’altra mezz’ora, stando sempre attenti che l’intingolo non frigga. A fine cottura si può aggiungere un pezzetto di burro per rendere il tutto più morbido. Mettere la bagna cauda nei fujòt e servire con verdure crude (cardi, topinambur, cuori di cavolo bianco, indivia, scarola, radicchio, peperoni, cipollotti) e con verdure cotte (barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrosto).
Un piccolo segreto per rendere la bagna cauda un po’ meno “agliosa” è quello di far bollire per qualche minuto le fette d’aglio in un po’ di latte: oltre ad essere più delicata di sapore, avrete anche una bagna cauda più densa.
Se vi avanza della salsa non dovete buttarla via! In cucina niente va mai sprecato. Usatela per condire la pasta in bianco, l’insalata, delle verdure cotte, oppure ci potete far cuocere l’uovo strapazzato che avrà tutto un’altro sapore.