L'ultimo pasto dei condannati a morte

L’ultimo pasto dei condannati a morte

Se la tua morte fosse programmata e avessi la possibilità di scegliere l’ultimo pasto da assaporare nella tua vita, quale sarebbe? Potrebbe sembrare una domanda bizzarra, eppure negli Stati Uniti – in uno dei 14 Stati della Federazione Americana in cui si applica ancora la pena di morte – si è condotta una vera e propria ricerca sull’argomento, con tanto di testimonianza fotografica.

Un fotografo quarantaduenne di BrooklynHenry Hargreaves -, ha infatti avanzato alle autorità carcerarie l’idea – parecchio macabra, bisogna ammetterlo – di fotografare dal vivo l’ultimo pasto dei condannati a morte dello stato del Texas, ricevendo una risposta negativa. Risoluto nel suo intento, tuttavia, Hargreaves ha pensato di scoprire online quali fossero stati gli ultimi pasti dei detenuti più o meno celebri, per poi ricrearli e fotografarli.

Sembra proprio che la scelta dell’ultimo pasto di un detenuto condannato a morte sia il rituale consueto che precede l’esecuzione, tradizione che ha avuto inizio, con molta probabilità, proprio nello Stato del Texas nel 1924. Nello specifico, il prigioniero può – ovviamente entro limiti ragionevoli – scegliere quale sarà l’ultimo pasto della sua vita.

Dunque cari lettori, se le produzioni cinematografiche a tema serial killer degli ultimi anni vi hanno appassionato, non vi resta che continuare a leggere questa guida culinaria che vi farà morire…di curiosità!

I piatti più richiesti

Probabilmente, in Italia chiederemmo una pizza, oppure una porzione di pasta strabordante dal piatto e se ci scappa, perché no, anche una fetta di pane per la famosa scarpetta nel sugo. Ma stiamo pur sempre parlando di detenuti americani, quindi non c’è da stupirsi se i piatti più richiesti sono quelli tipici di un fast-food. Sembra, infatti, che il pollo fritto del KFC sia una delle richieste più gettonate nell’ultimo menù della propria vita, seguito da dolci, gelato e, addirittura, da un’unica oliva!

Vediamo, nello specifico, le richieste di alcuni dei serial killer più celebri di sempre.

L’ultimo pasto di Ted Bundy

Il celebre pluriomicida Ted Bundy (1946-1989) – reso ancor più famoso nel 2019 grazie alla pellicola “Ted Bundy – Fascino criminale“, in cui un affascinante Zac Efron interpreta il serial killer del Vermont – fu giustiziato sulla sedia elettrica la mattina del 24 gennaio 1989, dopo essere stato accusato di numerosi crimini, quali violenza sessuale, necrofilia, fuga dal carcere e omicidio di almeno 35 persone, quasi tutte donne.

Le fonti riportano che Bundy, un uomo dotato di una sagace intelligenza – lo stesso Edward Cowart, il giudice che lesse la sua sentenza di condanna, si rivolse al detenuto definendolo «un uomo giovane e brillante […] avrebbe potuto essere un buon avvocato» – si rifiutò di consumare un pasto speciale, chiedendo semplicemente uova all’occhio di bue, una bistecca, del pane imburrato, un bicchiere di latte e un succo di frutta.

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Fonte foto: repubblica.it

L’ultimo pasto di John Wayne Gacy

John Wayne Gacy (1942-1994) è sicuramente uno dei serial killer statunitensi più celebri al mondo. Conosciuto altresì come “il killer clown” – sembra che l’uomo fosse solito indossare un costume da pagliaccio durante gli eventi in cui adescava i bambini che avrebbe poi ucciso -, Gacy si è macchiato di numerosi crimini: sodomizzazione, torture, rapimenti e omicidi di almeno 33 vittime, tutte di sesso maschile, 28 delle quali sepolte sotto la sua abitazione o ammassate in cantina.

Dopo aver invocato, senza alcun successo, l’infermità mentale, Gacy fu giustiziato per mezzo di una iniezione letale il 10 maggio 1994. A differenza del suo collega sopracitato, sembra proprio che Gacy abbia fatto richiesta di un pasto tutt’altro che leggero: ordinò, infatti, 12 gamberetti fritti, un cesto di pollo fritto del KFC (ne aveva gestiti tre personalmente), patatine fritte e una manciata di fragole.

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Fonte foto: repubblica.it

L’ultimo pasto di Ronnie Lee Gardner

Ronnie Lee Gardner (1961-2010) è stato un criminale e serial killer statunitense, condannato a morte dallo stato dello Utah e giustiziato tramite fucilazione. Cresciuto in una famiglia di alcolizzati, divenendo anche vittima di abusi sessuali da parte del fratello maggiore, l’uomo intraprende la sua carriera criminale già durante gli anni dell’adolescenza.

Tuttavia, gli anni più intensi dal punto di vista criminale sono stati il 1984 e il 1985, quando l’uomo si è macchiato dell’omicidio di un barista durante una rapina e, l’anno dopo, del procuratore addetto alle indagini sul caso, Michael Bardell. A Gardner fu concesso di scegliere la modalità dell’esecuzione fra iniezione letale e fucilazione, e l’uomo scelse quest’ultima. Il 18 giugno 2010, alle ore 12:15, un plutone di cinque uomini espletò la condanna.

Tre giorni prima, il 15 giugno, Gardner consumò il suo ultimo pasto a base di bistecca, una lattina di 7 Up (una bibita gassata), una fetta di torta di mela, gelato alla vaniglia e un’aragosta, per poi iniziare un digiuno di 48 ore per via della sua fede mormona. Ma non finisce qui: sembra proprio che l’ultimo pasto fu consumato dall’uomo mentre guardava la trilogia del Signore degli anelli! Un’uscita in pieno stile, non c’è che dire!

ultimo pasto

Fonte foto: dissapore.com

L’ultimo pasto di Victor Feguer

Concludiamo questa guida culinaria sui generis con la richiesta più assurda che le autorità carcerarie, probabilmente, abbiano mai ricevuto.

Il criminale statunitense Victor Feguer (1935-1963) – noto per essere stato l’ultimo condannato a morte federale in America prima della sospensione della pena di morte che durò fino al 1976 – fu dichiarato colpevole per l’omicidio del Dottor Edward Bartels (e per altri numerosi crimini federali), e condannato tramite impiccagione. Feguer fece numerosi ricorsi, ma furono tutti respinti, anche quello presentato da Harold Hughes, governatore dell’Iowa e contrario alla pena capitale. Sembra, infatti, che l’allora presidente John Fitzgerald Kennedy gli negò la clemenza per via della brutalità del crimine commesso.

Feguer, che trascorse in silenzio gli ultimi 10 giorni prima dell’esecuzione, il 14 marzo 1963 consumò il suo ultimo, singolare pasto: un’unica oliva provvista di nocciolo, probabilmente simbolo della sua contrarietà alla pena ricevuta. Dopo la cena, trascorse la notte in veglia insieme a un prete cattolico, per essere poi impiccato all’alba del 15 marzo. Nelle tasche del vestito, dopo l’esecuzione, fu ritrovato il nocciolo dell’oliva.

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Fonte foto: ilpost.it

 

Una magra (per alcuni non proprio) consolazione, dunque, se consideriamo le circostante tragiche. Un atto questo, tuttavia, che dimostra quanto un briciolo di umanità, anche di fronte a una morte così disumana, possa cambiare la percezione della morte stessa.