L’unico e il solo Vermouth di Torino

Fonte foto: VermouthDiTorino.org

Grazie ad Hermes Magazine ho scoperto l’inimitabile Vermouth di Torino, in una mattinata, presso l’elegante Palazzo Parigi a Milano. Ho potuto degustare ben 12 Vermouth differenti uno più buono dell’altro: ovviamente, a seconda dei gusti e dei palati, ognuno aveva i suoi preferiti, me compresa.

La degustazione

La degustazione è stata davvero ben organizzata e spiegata – sì, perché per le prime 4 degustazioni scelte per noi, (le altre 8 le abbiamo potute scegliere noi da un lunghissimo elenco di proposte) ci sono state narrate da Nicola Mancinone, che ci ha guidati in un vero e proprio viaggio esperienziale del Vermouth, attraverso i suoi odori, i sapori e gli ingredienti.

La storia del Vermouth

L’evento è iniziato con la storia e le origini del Vermouth di Torino (o Vermut di Torino), raccontate dal Dott. Pierstefano Berta, Direttore del Consorzio del Vermouth che ci ha deliziato e ammaliato spiegandoci proprio tutto della storia di questo vino liquoroso aromatizzato, dalle origini del nome – Vermouth deriva dal tedesco e significa Assenzio – alla diffusione del nome Vino al Vermouth, che passa da bevanda salutista che veniva bevuta prima di pranzo, momento chiamato “l’ora del Vermouth”,  che dava la possibilità alle donne di entrare nei bar, (stiamo parlando del XIX secolo) a Liquore.

Questo perché i liquoristi presero la ricetta e la trasformarono in una bevanda da aperitivo. Il Dott. Pierstefano ci ha anche parlato della sua diffusione, raccontandoci aneddoti e mostrandoci reperti storici (delle foto) e del fatto che sono stati i primi a puntare sulla pubblicità visiva, ovvero ad immagini; ci hanno mostrato i vari cambiamenti negli anni delle pubblicità che hanno reso l’esperienza ancora più interessante. Di cose ne sono state dette davvero tantissime, tutte interessanti e degne d’essere ascoltate di persona. Per cui vi consiglio di fare un giro a Torino e visitare il Consorzio del Vermouth per ascoltare e vivere voi stessi la loro storia e respirare la loro passione e il loro amore per quello che fanno.

“Il grande libro del Vermouth di Torino”

La parola poi è passata a Roberto Bava, Presidente del Consorzio, che ha iniziato dicendoci che tutto quello che avevamo sentito e visto – e anche molto di più – potevamo trovarlo nel libro che ci avevano regalato all’ingresso, “Il grande libro del Vermouth di Torino“. Questa cosa, ad una come me che si occupa di scrivere libri per imprenditori e professionisti, ha colpito molto, perché ci hanno lasciato con qualcosa di unico in mano, la loro storia in un libro.

Ci ha poi parlato di oggi, ovvero di quello che fanno in tempi moderni e dei loro progetti futuri, ci ha trasmesso anche lui il suo amore per quello che fa e la passione con cui lo fa.

Devo ammettere che è stato un peccato andare via, sarei stata li tutto il giorno tra degustazione e storia.

I Vermouth che ho degustato

Per i più curiosi, vi lascio la foto dei Vermouth che ho degustato con i loro vari nomi:

I nomi partono dal primo in alto a sinistra:

  • Cocchi Vermouth di Torino Dry
  • Carlo Alberto Vermouth di Torino Superior Extra Dry
  • Bordiga Vermouth di Torino Bianco
  • La Cannellese Vermouth di Torino Bianco
  • Calissano Vermouth di Torino Superiore Bianco
  • Martini Speciale Vermouth di Torino Ambrato
  • Tosti 1820 Taurinorum Vermouth di Torino Superiore Ambrato
  • Bordiga Vermouth di Torino Superiore Rosso “Excelsior”.

Per visitare il consorzio potete visitare il loro sito o quello del Consorzio, potete inoltre trovarli su Instagram, e su Facebook .

E ricordatevi, di Vermouth di Torino ne esiste solo uno, diffidate dalle imitazioni, perché come ha detto Roberto Bava: “il Vermouth senza Artemisia è come il Limoncello senza Limoni.”