la canapa il materiale del futuro

La canapa il materiale del futuro

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Fonte foto: canapilia.com

Durante le nostre giornate siamo abituati a usare o indossare indumenti di cotone, senza sapere che è uno dei materiali più inquinanti del mondo, per questo in sostituzione troviamo la canapa il materiale del futuro. 

La canapa nel passato…

La canapa è una delle fibre tessili più antiche. I primi fossili delle corde e dei nodi di questo materiale, risalgono approssimativamente al 15000 anni fa, addirittura, in Cina, risalente al 8000 a.C., questo per farci capire la sua importanza per gli uomini antichi.

Ma l’Italia ha sempre mantenuto il primato per quanto riguarda la coltivazione e la lavorazione di questa pianta. La fibra italiana era la più pregiata ed usata, ad esempio fu utilizzata per i tessuti, gli arredamenti e anche per le vele delle flotte britanniche, in particolare famosa per il suo successo la canapa di Carmagnola, specialità piemontese coltivata ancora tutt’oggi.

Durante il periodo fascista, in Italia, Benito Mussolini, attuò strategie per potenziare lo sviluppo di risorse per rendere autonomo il nostro paese, in tempo di guerra. 

Con la seconda guerra mondiale è stata utilizzata non solo per uso comune, ad esempio come carta, ma anche come combustibile per auto. 

Negli anni ’30 in America, con il Marihuana Tax-Act, si limitarono i coltivatori di canapa, fino a proibirne la sua lavorazione, a causa delle continue pressioni degli industriali delle grandi lobby di carta e del cotone, influendo notevolmente sui paesi Europei.

… fino ad oggi

Solamente con il governo di Obama, nel 2014, con il Farm Bill (pacchetto quinquennale di leggi federali sull’agricoltura), che si permise la sua coltivazione. 

Tutto il mondo ha iniziato a rivalutare questo materiale così bio, prendendo coscienza dei problemi legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici, che continuano ad incombere. 

Chiamata “l’oro verde” la sua coltivazione continua seppur in minor percentuale, il problema si verifica quando il personale ha perso il metodo di lavorazione del prodotto, totalmente artigianale. 

La scelta migliore per tutti sarebbe avviarsi verso l’abbandono del cotone, il quale possiede il primato per le colture più inquinanti del mondo. Il cotone occupa il 3% dei terreni agricoli del mondo, sprecando il 25% di pesticidi globali, finendo tutti nelle acque sotterranee. Basti pensare che per 1 maglia si utilizzano 3000 litri d’acqua. 

Tra i sue materiali vi è una differenza abissale, ad esempio la canapa non solo è più lunga e resistente, è un tessuto che mantiene freddo in estate e caldo in inverno, mantenendo le sue proprietà antibatteriche e non viene danneggiata da muffe e batteri. 

Sono in molti ad attendere il suo ritorno, ma le problematiche che ne comporta sono molteplici. Prendendo in esempio l’Italia, sebbene la sua coltivazione sia ancora presente, la sua lavorazione al contrario non è usale, costringendo così ad investimenti eccessi per riportarla in vita. 

Sulla questione canapa, inoltre, ci sono ancora diverse incertezze, soprattutto in Europa, in cui si continua a condurre ricerche, principalmente in Francia e nell’est Europa, mentre l’Italia e l’Austria stanno collaborando per creare una filiera tessile. 

Forse non ci sbagliamo, la canapa potrà seriamente, un domani, sostituire il cotone e tanti altri materiali inquinanti. 


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