Bohemian Rhapsody: una delle canzoni più amate ed anche più suggestive della storia, così come è leggendario il gruppo che ne ha composto parole e musica: i Queen.
Bohemian Rhapsody non è solo una canzone, è molto, molto altro. Composta da Freddie Mercury ed inserita nel loro quarto lavoro in studio: “A Night of Opera” uscito nel 1975, fu sicuramente uno dei lavori più ripagati di sempre, nonché la traccia madre più rappresentativa dell’album. La sua registrazione iniziò il 24 agosto 1975 in un paesino del Galles, esattamente nello studio dove registrarono gli Oasis, Simple Minds e i Coldplay, e durò per molto tempo. La canzone infatti, non ha solo una melodia, ma è un autentico agglomerato di tantissimi suoni.
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Come nacque il capolavoro dei Queen?
I Queen si ritirarono nella casa di Freddie, nel quartiere di Kensington. Mercury, un bel giorno si mise al pianoforte e cominciò a suonare l’intro: “Mama, just killed a man, put a gun against his head” insieme al produttore Baker, che da subito capì la forza e l’intensità di quelle parole e diede fiducia al cantante, nel continuare a suonarla e ad inciderla successivamente.
La sera a cena, il cantante chiese al suo produttore di scrivere una canzone totalmente diversa dalle altre, con una struttura del tutto innovativa e mai sentita fino ad allora.
Bohemian Rhapsody rappresenta il gruppo al mille per cento. Eccentrici, eclettici, innovativi, destrutturati. Per loro il termine “Rock” è limitante.
In questa canzone troviamo infatti tutta la potenza di vari generi messi insieme per dare vita a qualcosa di davvero, ma davvero spettacolare. Un testo enigmatico e dalla sua struttura poco ortodossa, ma nonostante questo nel 1975 fu un successo commerciale, mondiale, extraterrestre. E, ad oggi, è una delle canzoni più famose di sempre, nonostante la sua lunghezza ed il suo variare di ritmo continuo e incalzante. Si dice, che per registrare le voci dei Queen nella parte “lirica” ci siano volute ben 180 volte, per poter fare uscire alla perfezione la parte.
Il significato del brano
Per quanto riguarda il vero significato delle canzone, nonostante alcune parti risultino senza senso alcuno, ci sono teorie, che parlano di un’ autoesposizione del leader della band, sulla sua vera natura. Un comig out vero e proprio, in cui “il vecchio Freddie, è stato ucciso, da quello nuovo, più grande e consapevole”. Una metafora di cambiamento vera e propria, nonostante la confusione (mai senza senso della sonorità che sentiamo nella musica di questo capolavoro).
In un solo brano, infatti si passa dalla ballata all’opera successiva ad un inciso hard rock. Sul finale, invece, la musica è inaspettatamente soft. Mercury e la sua band impiegano circa tre settimane per registrare in studio la canzone che include quasi duecento sovraincisioni vocali combinate con gli strumenti, tra cui anche un suggestivo gong cinese. Il pianoforte usato da Mercury fra l’altro è lo stesso su cui McCartney ha suonato “Hey Jude”.
“Bohemian”
“L’amore è un bambino bohémien“, cantava la grande Maria Callas nella Carmen di Bizet. E Bryan Singer regista del film campioni d’incassi sulla vita del grande leader dei Queen, fa scegliere a Freddie proprio quell’aria per presentare al manager dell’epoca “A Night at the Opera”. Bohémien, deriva dal termine “bohème” francese, è sinonimo di spirito libero e anticonformista. Proprio come l’anima della band e di quella di Mercury, insomma.
“Rhapsody”
Il termine rapsodia ha radici profonde e storiche, stiamo parlando dell’antica Grecia. Il “rapsòdo” era colui che cantava e recitava storie in pubblico, cucendo insieme elementi e metriche diverse. In musica, la parola definisce un tipo di componimento strumentale libero e multiforme, che racchiude in sé armonie e ritmi differenti. Insomma, proprio come la canzone in questione. Intorno a queste letture si disseminano anche le interpretazioni di alcuni personaggi che compaiono nel brano.
“Scaramouche”
La maschera della commedia dell’arte, di buffone vanaglorioso che Mercury ha metaforicamente indossato per nascondere a tutti il suo vero sé.
“Fandango”
Conosciuta come una celebre danza spagnola, in questa situazione si rifà all’uomo ucciso, viene usato “hemp fandango” per indicare l’impiccato che nell’istante prima di morire “balla” dimenandosi appeso alla fune. Una scena macabra e misteriosa, che attira da sempre i più curiosi e critici musicali.
“Galileo”
Non ha certo bisogno di presentazioni e l’averlo chiamato in causa pare fosse un piccolo omaggio a Brian May, grande appassionato di astronomia.
“Figaro”
Si rifà ad una delle opere più conosciute ovvero il Barbiere di Siviglia, opera che Mercury amava moltissimo
“Bismillah”
È l’invocazione divina che apre ogni “sura” del Corano, significa “in nome di Dio” e viene ripetuta anche con carattere quasi propiziatorio. Gli esorcisti, per esempio, la scrivono sui talismani. Non a caso, subito dopo nel testo arriva anche il termine “Beelzebub”, uno dei tanti nomignoli di Satana.
Nonostante gli accanimenti interpretativi, un alone di mistero da sempre aleggia su questo grandissimo e contorto successo mondiale immortale. E, si sa, il mistero, da che mondo è mondo, paga sempre. Solo una canzone è stata in grado di scalzare Bohemian Rhapsody dalla vetta della classifica inglese: “Mama mia” degli Abba, che uscita nel gennaio 1976. Del resto, cantavano un po’ come i Queen:
“Mama mia, mama mia, mama mia let me go.”
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.