Si prova sempre un po’ di stupore quando si scoprono dettagli della vita dei VIP che li rendono meno icone e più umani facendoli sentire in qualche modo più vicini a noi. Si crea una certa empatia e se conosciamo alcune sfaccettature della vita personale spesso ne comprendiamo meglio anche l’arte. Questo è il caso, forse per molti, di Britney Spears, da sempre vista con l’immagine di ragazzina ribelle, provocatoria, occidentale, ma anche di donna indipendente, disinibita, sensuale, determinata, talentuosa o almeno così è sempre stata dipinta nelle sue canzoni e performance. Si scopre poi però, che anche nella vita privata di una star di fama mondiale, si nascondono insidie e difficoltà, alle volte uguali o peggiori a quelle della “gente comune” – o comunque causate proprio dallo stesso star system.
L’ambiente dello spettacolo, si sa, porta all’eccesso un po’ tutti gli aspetti dell’esistenza; a volte capitano delle rotture più o meno irreparabili. Tanti artisti si rovinano con droghe, alcol, esperienze al limite che spesso sfociano in tragedie. Nel caso di Britney, gli eccessi e la vita sregolata hanno portato ad un crollo nervoso, seguito da una grave crisi psichica, che nel 2008 ha determinato la perdita della custodia dei figli (poi riconquistata) e la “conservatoship“, una stretta sorveglianza da parte di suo padre, diventato a tutti gli effetti suo tutore legale.
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Si tratta di una forma di un’istituzione giuridica esistente in California, adottata per gestire gli affari finanziari e/o la vita quotidiana di un’altra persona, non più in grado di badare a sè stessa a causa della vecchiaia o di limitazioni fisiche e/o mentali. Ciò comprende anche la tendenza ad essere facilmente corruttibile e quella di cadere nelle dipendenze patologiche. Ogni azione deve passare sotto l’occhio vigile del genitore Jamie, e adesso Britney è arrivata al limite: una prigione dorata in cui non può scegliere come spendere i suoi soldi (le viene erogata una “paghetta” settimanale di 2000 dollari e viene monitorata ogni sua spesa) e non può decidere di togliere la spirale per poter avere un figlio che tanto desidera. Oltre a ciò, la cantante ha dichiarato di aver subìto negli anni abusi di potere, come la costrizione di esibirsi in pubblico con la febbre a 40, o di assumere litio contro la sua volontà (farmaco per disturbi della personalità bipolare).
In seguito alla richiesta della popstar di rimuovere la conservatorship, pochi giorni fa si è svolto il processo a New York in cui il giudice ha stabilito che il padre rimane tutore del patrimonio (che in 13 anni è passato da zero a 60 mln di $), affiancandogli come co-tutore la società Bessmer Trust. Una piccola vittoria per Britney, che allenterà la stretta morsa del padre, ma entrambe le parti non la ritengono ancora in grado di poter gestire una nuova maternità. Così lei vorrebbe continuare la sua battaglia, e la prossima udienza è fissata per il 14 luglio.
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Insomma, tutti nella vita passiamo dei periodacci, e potrebbe capitare a chiunque di percorrere dei sentieri talmente bui da perdere il lume della ragione per periodi più o meno lunghi, a seconda dei motivi che hanno scatenato un crollo. È quindi una richiesta così assurda verificare se effettivamente non ci siano più delle condizioni tali da definire Britney affetta da una qualche infermità mentale? E permettere così ad una ragazza – ormai donna 40enne – di potersi realizzare anche nella vita privata e nella dimensione che lei ritiene opportuno raggiungere in questa fase della sua vita? Tra i suoi fan più fedeli si sta facendo strada un movimento in suo sostegno, che utilizza spesso l’hashtag #FreeBritney.
«Ho mentito e ho detto al mondo intero che stavo bene ed ero felice. Era una bugia. Ho pensato che se lo avessi ripetuto abbastanza volte sarei stata davvero felice, ho fatto di tutto per negarlo. Ero in shock. Sono traumatizzata. Com’è che si dice? Fingi finché non ce la fai? Ma ora dico la verità. Non riesco a dormire. Sono così arrabbiata, è una situazione folle e sono depressa. Piango ogni giorno».
Sono di dicembre; credo nell’oroscopo? Sì e no. A volte lo uso volentieri come scusa per giustificare i miei difetti 😉 Ma la verità è che ognuno è unico a modo suo, e sono sempre più convinta che più si crede di sapere, meno si conosce. Io, ad esempio, ho 25 anni e non so ancora bene cosa farò da grande. Per il momento sono una “Digital Something“, mi occupo di comunicazione, marketing e web design. Quel che è certo, è che adoro esplorare la vita in tutti i suoi aspetti, e per questo ne scrivo con meraviglia e curiosità. Penso che la scrittura sia una tra le tante forme d’arte, utile ad esprimere la parte più autentica di sè.