Com’è il nuovo singolo di Cesare Cremonini?

Cremonini ritorna nelle radio con un nuovo brano, Ora che non ho più teche conferma la costante evoluzione dell’artista bolognese.

Cesare Cremonini è un cantautore che è riuscito a tratteggiarsi un’identità riconoscibile nel panorama della musica italiana grazie alla continua ripresa delle radici bolognesi nei testi e ad uno sperimentalismo musicale che guarda sempre al panorama contemporaneo con sonorità elettroniche e synth pop.

La sua carriera artistica, iniziata con i Lunapop, gruppo formatosi tra i banchi di scuola, è riuscita a liberarsi dall’entusiasmo e la semplicità adolescenziale, grazie a dei momenti di svolta. Il primo brano, che mostra l’inizio della maturazione della sua personalità artistica è Marmellata 25, in cui l’autore descrive la rottura con la sua ragazza e come questo evento gli abbia permesso di superare e lasciarsi alle spalle la fase adolescenziale.

Fin da questo pezzo, Cremonini immerge l’ascoltatore in un mondo malinconico e profondo, che ritorna anche nel suo ultimo brano. Nella ricerca musicale è stato fondamentale lo sperimentalismo elettronico del 2015 con la hit Buon viaggio; ma il salto radicale e il riconoscimento da parte del pubblico come cantautore contemporaneo a tutto tondo, arriva con Poetica e Nessuno vuole essere Robin. Cremonini, con queste due canzoni, riesce a crearsi uno spazio nel panorama del cantautorato contemporaneo, insieme a figure quali Samuele Bersani, Brunori Sas, Daniele Silvestri.

Con la sua ultima canzone, Ora che non ho più te, le radici bolognesi sono evidenti fin dall’attacco. In quelle parole che sembrano dover rincorrere la musica, Cremonini riprende esattamente l’attacco della canzone Stella di mare, che l’autore ha interpretato donandogli un tocco elettronico. In entrambe i testi sembra esserci una necessità di esprimersi che crea nell’apertura della canzone un controtempo con la musica ed immerge l’ascoltatore immediatamente in un testo che vuole essere introspettivo e riflessivo. La musica segue un ritmo costante per poi aprirsi insieme alle parole, che gridano la disperazione della solitudine dopo una rottura. Nel ritornello l’autore prova ad afferrare un ultimo momento felice, che tuttavia non può concretizzarsi. La frase “balliamo un’ultima volta, ma è già finita la musica” traduce la speranza in perdita. Il passato è oramai lontano, perduto. Il video della canzone mostra un paesaggio plumbeo, nuvoloso ed eccessivamente ampio; sembra trasporre il groviglio di sentimenti del testo.