“Cerca di essere invisibile perché le persone invisibili poi imparano a volare”
Nasce cosi l’ispirazione per le undici tracce del suo nuovo album e soprattutto per la canzone che canterà nella sua settimana sanremese, Ermal Meta. Un incontro con un uomo di strada in un viaggio dove Ermal si è concesso di prestare attenzione alle storie e allle parole altrui, per poi farle anche un po’ sue. Ed anche un pò nostre. Ed è proprio quella voce, che non dice nulla, ma che alla fine dice tutto, che bisognerebbe ascoltare, da cui nasce anche questa canzone d’amore.
Ermal è bravo a sorprendere, soprattutto attraverso le parole che scrive e le sue musiche. Quest’anno sul palco dell’Ariston porterà “una canzone d’amore, la storia di uno di quegli amori in cui due persone diventano una e smettono di chiamarsi per nome. Tanto che poi, quando uno lo fa, suona quasi strano”. “Un amore verticale“, come lo ha recentemente definito lui stesso in un’intervista, “che parte da qui e cerca di salire, ma non si sa mai quale traiettoria potrà prendere“.
La canzone sarà poi inclusa nel nuovo disco “Tribù urbana“ in uscita il 12 marzo anticipata dal singolo Un milione di cose da dirti, la canzone con cui ha deciso di partecipare al Festival. Un disco che parla della gentilezza degli ultimi, di quelli che non sanno parlare, ma sanno farsi sentire. A volte raccontano storie, altre volte scrivono, altre volte ascoltano e basta, ed è li che accade la magia. Gli “invisibili” sarà anche una delle tracce delle undici nuove canzoni.
Un milione di cose da dirti è una ballata romantica, ma non fa parte di un genere preciso, perché le canzoni come le storie nascono senza nemmeno che te ne accorgi e in questa storia, Ermal parla di un amore, che sa comprendersi, anche a distanza di anni, che non si lascia frenare dalla diversità con cui vivono e assorbono il mondo i due amanti, ma piuttosto si completano. Si allenano a tenersi vivi, a tenersi saldi, anche quando non possono prendersi per mano. Una canzone che rivaluta la distanza, che non è solo fisica, ma quando si tratta d’amore può essere anche mentale e proprio questa distanza, non deve dividere, ma deve renderci sempre piu consapevoli che quel noi è formato da un “io e te” che deve salvarsi, sempre. Un amore in silenzio che si prende i suoi spazi, che lascia spazio e che in quello spazio riesce a ballare, restando in equilibrio.
Semplicemente due visioni di vita differenti, due opposti che corrono sotto il segno di uno stesso cuore e lo fanno in modo diverso, ma si sanno voler bene. Una storia in cui molti si ritroveranno. La forza di un cuore a sonagli e la bellezza di chi ne vede la meraviglia, con fanali come occhi. Ermal ha descritto la normalità dell’amore che passa, ma che non se ne va, che resta, nonostante le distanze imposte e quelle che servono a preservare quell’io e te che è fondamentale, in ogni relazione. L’amore che non è mai banale, ma è una cosa semplice e solo un poeta come Ermal poteva prendersi la briga di raccontarlo così bene.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.