Fabrizio De André, l’immortale cantastorie

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La verità è che Fabrizio De André non morirà mai. Non per davvero, almeno. Anche se l’11 gennaio saranno passati esattamente venticinque anni dalla sua prematura scomparsa, per via di un tumore ai polmoni. Eppure no, il grande Faber che come tutti sapranno nacque nella sua amata Genova, non scomparirà mai del tutto. Perché chi come lui ha saputo segnare il tempo attraverso la sua arte, è per definizione un essere immortale.

Tuttavia bisogna riconoscere che la sua mancanza si avverte. Si avverte l’assenza di quella sensibilità e la fragilità della sua anima che per tutta la sua esistenza ha sentito la necessità di farsi sentire. E a proposito di fragilità, come non citare una delle sue canzoni più conosciute ed amate?

Una moltitudine di cose

Descrivere De André con pochi aggettivi è davvero riduttivo, in quanto era realmente una moltitudine di cose. Cantautore, poeta, o ancor meglio cantastorie. Ce lo dicono canzoni intramontabili come “Bocca di rosa”, “La guerra di Piero”, “La canzone di Marinella”, “Via del campo”, giusto per citarne solamente qualcuna. Del resto è veramente impossibile scegliere solamente qualche titolo in particolare. Nelle sue canzoni c’è sempre stata vita, anche quando si parla di morte. Senza dimenticare poi la sua capacità di dare voce a chi non poteva far sentire la propria. Dalle prostitute agli omosessuali, dagli zingari agli emarginati. Fragile quindi, ma anche al tempo stesso coraggioso. Una moltitudine di cose, per l’appunto.

I suoi testi sui libri di scuola

Le persone dalla mia generazione in poi lo sanno molto bene. De André si studia anche nelle scuole. Il che è realmente tutto un dire, e personalmente ritengo che i suoi brani siano veramente necessari nei testi scolastici. Per comprendere l’amore, l’empatia, l’uguaglianza. Oltre che a renderlo ancor più immortale. A tal proposito, per rendergli il giusto omaggio concludiamo questo articolo con alcune tra le sue frasi più degne di nota e significative.

  • “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, da “Via del campo”;
  • “Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole”, da “Un matto”;
  • “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”, da “Nella mia ora di libertà”;
  • “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione […] per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità di verità”, da “Smisurata preghiera”;
  • “Mentre lui le insegnava a fare l’amore lei gli insegnava ad amare”, da “Canzone dell’amore perduto”.

E per voi qual è la frase più bella di Fabrizio De André?