Keith Richards, il pirata della musica

Keith Richards, il pirata della musica


Fonte foto: commons.wikimedia.org

Nel mondo della musica si aggira un pirata (quasi) vero: Keith Richards. Artista inossidabile, ha attraversato pressoché indenne il passare del tempo, nonostante una vita trascorsa con l’acceleratore sempre premuto al massimo.

Per festeggiare il suo compleanno, il 18 dicembre, ripercorriamo insieme i successi e gli eccessi di questo musicista davvero unico.

Le origini e i grandi successi con i Rolling Stones

Chi l’avrebbe mai detto? La carriera musicale di Keith Richards inizia quando la madre, Doris, lo introduce nel mondo della musica jazz, e lo spinge a far parte di un coro ed esibirsi nell’Abbazia di Westminster di fronte alla regina Elisabetta. Keith, tuttavia, abbandona presto la passione per questo genere musicale; una volta scoperto Roy Rogers, suo mito dell’infanzia, decide di imparare a suonare la chitarra e, da lì in poi, dedicare la propria anima al rock.

Nel 1960, in piena fase di passione per la musica, Keith incontra su un treno un suo ex compagno delle elementari, tale Mick Jagger; insieme butteranno giù l’idea di creare un complesso musicale, probabilmente senza immaginare che la novella rock band sarà una delle più note di tutti i tempi, e che la loro collaborazione durerà, tra alti e bassi, per tutta la vita.

Keith Richards, il pirata della musica

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I successi dei Rolling Stones sono così tanti che per elencarli tutti servirebbero almeno dieci articoli. Ci limitiamo a citare i migliori album di un gruppo che ha fatto la storia della musica incarnando l’alternativa brutta sporca e cattiva ai Beatles, “Aftermath”, “Beggars Banquet” e “Sticky Fingers”, e ricordare che Keith Richards è stato inserito nel 2003 dalla rivista musicale Rolling Stone al decimo posto nella lista dei migliori chitarristi di sempre, e nel 2011 addirittura al quarto posto.

Le stravaganze e gli eccessi

Questo artista stravagante è passato alla storia per gli infiniti eccessi, i momenti neri e le faticose risalite, nonché per il suo look inconfondibile, fatto di cappelli a tesa larga, sciarpe e foulard vari, anelli, collane e occhiali da sole.

Keith Richards, il pirata della musica

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Coinvolto più volte in scandali legati all’abuso di alcool e droghe, ha dovuto affrontare la dolorosa perdita del figlio neonato Tara, nel 1976, dovuta alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), e l’arresto per il possesso di cocaina nel 1977. È riuscito a superare questi eventi drammatici, e altri che hanno dell’incredibile come la rovinosa caduta da una palma da cocco, mantenendo un’immagine di icona rock così efficace da influenzare centinaia di giovani musicisti e perfino Johnny Depp, che si è ispirato a lui per la creazione dell’iconico personaggio di Jack Sparrow.

La carriera da solista e l’autobiografia

La collaborazione con Mick Jagger è un punto fermo della sua carriera, ma a tratti Keith Richards si è dedicato anche a dei lavori da solista. Il risultato è sempre stato felice, visto che sia il suo primo progetto, l’album “Talk Is Cheap”, che il successivo “Main Offender” sono stati accolti con molto favore sia dal pubblico che dalla critica. Sempre pronto a sperimentare nuovi generi, Keith si è appassionato anche alla cultura rastafariana, prendendo parte all’album “Wingless Angels” del cantante reggae Justin Hinds, e si è concesso lo sfizio di apparire in diversi film della serie dei Pirati dei Caraibi, interpretando il Capitano Edward Teague.

Nel 2010 ha pubblicato anche una propria autobiografia, “Life”; il libro ha avuto un tale successo, diventando un vero e proprio best-seller, da essere considerato una delle migliori memorie rock.