Finalmente la più attesa del Festival di Sanremo 2024: la serata dei duetti e delle cover quest’anno si preannuncia già sulla carta piena di sorprese. Ci dirigiamo sul divano, davanti alla tv, stanchi, con sonno arretrato, ma carichi come la vecchia Panda verde acqua con cui si è diretto Gazzelle all’Ariston, pronti per il ritorno di Gigi D’Agostino, i Jalisse diretti da Vessicchio e un “non ce la faccio, troppi ricordi!” dopo l’altro.
Se lo scorso anno la serata cover è stato un enorme karaoke collettivo, questa sera ci siamo inaspettatamente ritrovati a secco di fazzoletti, con gli occhi lucidi, o lacrime sgorganti, prontamente giustificate con un’improvvisa ed alquanto improbabile allergia.
Se le avete perse, ecco le 5 cover che faranno vacillare anche i più duri.
Alfa e Roberto Vecchioni – Sogna, ragazzo, sogna
Alfa poche ore prima scriveva sul suo profilo Instagram: “5 anni fa caricavo canzoni online da una cameretta con il poster di Roberto Vecchioni, oggi canto con lui al Festival di Sanremo… la vita è strana e se ci penso ho i brividi”. Sogna ragazzo sogna è potente di per sè, ma gli sguardi paterni di Vecchioni, ricambiati da quelli emozionati, increduli e grati di Alfa rendono tutto ancora più magico e commovente.
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Gazzelle e Fulminacci – Notte prima degli esami
La canzone di Antonello Venditti, pur essendo ’84, è sempre tanto attuale e vera che l’interpretazione vale tutto. Gazzelle chiama con sè Fulminacci, che torna all’Ariston dopo la sua partecipazione nel 2021. Rischiano, ma il risultato è una cover delicata, piano e voce, intensa e rispettosa, come si fa con certi inni ad occhi chiusi.
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Angelina Mango – La rondine
Attenzione, qui serve un’intera confezione di fazzoletti. Angelina canta suo padre, in una cover di una delicatezza, tenerezza e bellezza uniche. Il contorno emotivo inevitabilmente fa il suo, ma obiettivamente un’esibizione così lascia davvero senza parole.
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Mahmood – Com’è profondo il mare
Si fatica a pensare sia lo stesso della Tuta Gold e dell’oro tra i denti. Mahmood stavolta prende un classico intoccabile, lo contamina con la sua terra ed il suo mare, lasciando gli ultimi minuti alla voce del suo legittimo proprietario. Che eleganza.
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Ghali e Ratchopper, medley “Italiano vero” (“Bayna“, “Cara Italia”, “L’italiano” di Cutugno)
Un medley sull’italianità, preceduta da una dolce dedica in arabo alla sua Tunisia. Un elegantissimo arrangiamento con cui Ghali si racconta in modo profondo, seguendo la scia di Casa mia brano in gara al Festival. “Sono un italiano, un italiano vero” chiude l’esibizione e conquista una spontanea ovazione.
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Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.