Sanremo 2022: pagelle della prima serata

Sanremo 2022 è qui. Per la 72esima edizione, dopo un anno in piena pandemia, si festeggia il ritorno del Festival, la capienza 100%, le mascherine FFP2 e tanta voglia di divertirsi, booster e “poteri forti” permettendo.

Amadeus è, per la terza volta, il padrone di casa attento, quello che ti accoglie a braccia aperte a qualunque ora, ti viene a prendere in capo al mondo mantenendo le promesse; ora receptionist ora driver ti chiede il green pass e si emoziona davanti all’Ariston pieno.

Si lascia affiancare, come in una replica rivisitata e più rumorosa dell’edizione 2021, dal fedelissimo Fiorello, per gli amici Ciuri: età anagrafica 62 percepita 40, termoscanner a mo di pistola, versione rockeggiante de La nebbia agli irti colli per l’entrata in grande stile. Il booster dell’intrattenimento, il Mattarella dell’Ariston, si è fatto pregare ai limiti dello stalking per essere lì; vuoi dall’amicizia, vuoi più probabilmente dal cachet difficile da rifiutare, anche stavolta si è lasciato convincere. Insieme i due si divertono come fossero a casa loro. Fiorello tra le battute, fa la faccia da bulldog e, diciamoci la verità, se non ridiamo per l’imitazione, lo facciamo per Amadeus che si piega in due dalle risate.

Achille Lauro – voto 6

Mani dietro la schiena come un Cristo prossimo alla crocifissione, Lauro scende le scale senza maglia, scalzo scomodando il coro gospel che all’occorrenza sventola il suo santino. Di domenica che fai? Tra un “uh oh, si, oh mio dio” vai in chiesa fischiettando per un percorso blasfemo a ritroso, dalla croce al battesimo. Era meglio andarci in Rolls Royce.

Yuman – voto 6

Il gioco di parole Yuri e Human ha la voce che si presta ad un sofisticato soul, quello che arriva anche a chi lascia la tv di sottofondo. La canzone è un carpe diem sanremese. L’orchestra fa tanto, il ragazzo pure. Ma viene spontaneo chiedersi se ci sia un posto per lui oltre quel palco.

Noemi – voto 6 e mezzo

Settima volta in gara a Sanremo. Poteva perdersi l’ennesima occasione di sfoggiare un altro outfit da abbinare alla chioma arancione? Mahmood le serve un pezzo che forse gli avanzava. Quanto si sprecheranno i commenti sulla ritrovata forma fisica? Tanto. Quanti i commenti per l’originalità della canzone? Pochi.

Gianni Morandi – voto 7 e mezzo

Jovanotti e Mousse T insieme per Morandi che sale sul palco e si emoziona come fosse la sua prima volta, anche se quel palco lo ha calcato da cantante e direttore artistico. Ti verrebbe voglia di abbracciarlo quando canta il pezzo e lo incoraggeresti con le sue stesse parole “Stai andando forte Gianni!“. Sonorità anni ’60, il pezzo è un invito a reagire, ad alzarsi e darsi da fare. Da lui accetteremmo qualsiasi consiglio. Emozionante ed ammirevole il suo mettersi in gioco, sempre.

La rappresentante di lista – voto 7

Con quella voce Veronica può salutarci quanto vuole. Stiamo già rifacendo la mossetta con la mano agli occhi. Non abbiamo grandi pretese, non vogliamo versi poetici. Gli ’80s e il biondo ci fanno venire in mente una rivale in gara al festivàl, una certa Rettore. Apprezziamo per quanto si può e portiamo a casa, ballando “con le mani, con i piedi ciao ciao“.

Michele Bravi – voto 5

Ha annunciato di stupirci con i look assumendo lo stilista che ha lavorato per Lady Gaga e Beyoncè, si è mimetizzato con la città ed il pezzo. Lui e la canzone, come un fiore, partono timidamente per poi sbocciare. Aspetti di emozionarti ma non riesci, non è abbastanza e appassisci. Ottimo per il Fantasanremo.

Massimo Ranieri – voto 7 e mezzo

Torna all’Ariston dopo 25 anni, 6 festival, uno vinto con quel capolavoro di Perdere l’amore. Ai tempi di Canzonissima giocava a scopa con Morandi, ora ci gareggia. Lettera  al di là del mare è l’emblema della canzone italiana vecchio stile, un’onda da cui è difficile non lasciarsi trascinare. L’emozione gioca brutti scherzi anche alle corde vocali più decise e forti, ma davanti a Massimo Ranieri c’è solo da inchinarsi.

Mahmood & Blanco – voto 8

Niente Blanchito beibe, nè applausi a tempo a la Mahmood di Soldi. Il Blanco che cammina nudo tra i boschi indossa ora un mantello nero e prende per il colletto il compagno per una romantica ballad. Le due voci si fondono, senza rinunciare alla propria personalità. Il pezzo non è il capolavoro che rimarrà negli annali, ma la performance che già sulla carta era data per vincente, conquista meritatamente il podio.

Ana Mena – voto 3

Ha come mito Laura Pausini ed ha inciso una cover di Musica Leggerissima. Questi gli unici motivi per cui il suo nome verrà accostato a Sanremo. Non di certo (e lo speriamo per lei) per questa esibizione al limite tra il neomelodico ed il rom. A momenti ci aspettavamo che comparissero gli sposi dal Castello delle Cerimonie con il fazzoletto sventolante in aria.

Rkomi – voto 6 e mezzo

Dal suo taxi ( quello dell’album più venduto del 2021) all’auto sportiva. Vestito interamente in pelle, potrebbe portarci ovunque. Mirko vira pericolosamente con la sua coupè verso una direzione rockeggiante. Credibilino. Ma poi “Rkomi” siete riusciti a pronunciarlo correttamente?

Dargen D’Amico – voto 7

Salutiamo il parente di giù, indossiamo l’occhiale specchiato come un milanese imbruttito e facciamo cadere i pregiudizi da musica di un certo livello. Lui è l’autore e produttore di chissà quante hit, abituato a stare dietro le quinte. Abbiamo avuto la conferma che il palco non lo disdegna affatto.  Tematica migranti e mascherina nel ritornello. Ruffiano, ma ci sta. Coinvolgente e tamarro, innegabile.

Giusy Ferreri – voto 4

Petrella, Federica Abbate, Takagi e Ketra, fedeli amici di hit estive stupiscono con il pezzo gentilmente concesso alla Ferreri. Un grammofono campeggia sul palco, lei si serve di un cono dorato che boh. Qual era l’intenzione? Tutta ‘sta gente messa insieme per cosa? Non classificata.

Gli ospiti

Da Colapesce e Dimartino, due marinai che al largo del mare sanremese ci conducono in un flashback leggerissimo, alla rivincita dell’Italia sul mondo con i Måneskin: 11 mesi dopo, in total black come per le grandi serate, per riportarsi con i piedi per terra, lì dove tutto è cominciato. “Sembra ieri” dice Damiano ricordando la vittoria con Zitti e buoni ed in realtà poco è cambiato da allora. In fondo non c’è Mick Jagger, America e tour internazionali che tengano. Sono pur sempre dei ventenni capaci di emozionarsi. E aggiungerei, per fortuna.

Ah c’erano anche i Meduza (Chi?), il trio che di nome non dice granchè, ma appena parte un pezzo ti ritrovi a cantarlo involontariamente. “Ah quindi sono italiani questi qui?” la frase più gettonata.

La classifica provvisoria della Sala Stampa

Ieri sera, come per la seconda serata, la classifica sarà affidata ai voti assegnati dalla Sala Stampa. Condivisibile il podio, ma mancano ancora 13 cantanti, quelli di stasera. Noi siamo già pronti.