Sanremo 2024: cosa (non) vi siete persi della seconda serata

Sanremo 2024: cosa (non) vi siete persi della seconda serata

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E siamo a due: abbiamo coraggiosamente superato anche la seconda serata di Sanremo 2024. I cantanti da riascoltare, questa volta, li hanno sapientemente divisi in due serate, probabilmente mossi da compassione verso chi ieri mattina è andato a lavoro in versione zombie. Simpatico l’espediente della presentazione dei 15 cantanti in gara all’altra metà che invece rivedremo questa sera. Felicissimi i fantasanremisti che saranno stati soddisfatti da abbracci plurimi, consegne di fiori ed altri escamotage acchiappabaudi che ok divertenti, ma a ‘na certa anche basta.

I 15 cantanti in gara

Un parziale recap di quanto visto e abbondamente ascoltato nella prima serata in cui invece, riempiti da un eccesso di canzoni, avevamo rischiato l’indigestione. La seconda serata ci ha più lucidamente posti davanti ad un livello musicale al limite della soglia della decenza, tra pochi sanremesi (per fortuna o purtroppo) e tante, tantissime ballabilissime hit o pseudotali.

E così, riscopriamo un possibile plagio che vanifica la rivalutazione in chiave internazionale di Alfa (è, ahimè, una semplice versione italiana di Run dei One Republic), mentre una più attenta analisi dei look di Dargen D’Amico, supportata dall’intervento di Diodato, ci fa rivalutare ancor di più l’intento sorprendentemente lontano dal suo essere simpatico a tutti i costi. Dargen, con Onda Alta, manda un messaggio che più che politico, è “umano”: la prima sera con gli orsacchiotti simbolo delle piccole vite spezzate in mare, la seconda sera con l’arancione delle scarpe che ricorda i salvagenti ed il vestito bicolore che rimanda al mare di notte illuminato da un potente faro. “Ho fatto tante ca**ate ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica” dirà Dargen.

I pezzi confermano in gran parte la prima impressione. Sommersi da immondizie musicali, citando il maestro Battiato che non si degnerà nemmeno di fare spallucce all’ascolto, ci accontentiamo di quello che Sanremo offre, pronosticando la classifica dei primi cinque che per questa seconda serata sono decretati dal televoto e alle radio.

Napoli, Mare Fuori e tutti gli appassionati del genere mettono sul podio Geolier. Prevedibile e rappresentativo di una deriva musicale italiana a cui non necessariamente c’è da attribuirne un negativo. Il pezzo gira, indubbiamente come quello di Mahmood, posizionato questa volta al quinto posto. Annalisa è lì, al terzo gradino, perchè si sa, il podio sarà sempre e sinceramente suo, perchè il trend ha così deciso, a prescindere dall’inconsistenza della canzone dozzinalmente pop che porta al Festivàl. Irama, non pervenuto nella prima classifica, svetta inaspettatamente al secondo posto. Onore a Loredana Bertè che, anche stavolta, si becca standing ovation all’Ariston e da casa a suon di sms e voti.

Giovanni Allevi e la bellezza di essere se stessi

Ritorna sul palco dopo oltre due anni Giovanni Allevi, lontano dalle scene e dal suo pianoforte per una brutta malattia. Commovente cogliere il suo sguardo e le movenze timide ma allo stesso tempo fiere e avvolgenti; toccante, come in realtà è sempre stato, il suo modo di raccontare i ricordi, i pensieri forti, le battaglie vinte.

Quando crolla tutto e resta solo l’essenziale, il giudizio esterno non conta più nulla. Io sono quel che sono, ognuno è unico, irripetibile e a suo modo infinito. Com’è liberatorio essere se stessi!” E si sfila il berretto per mostrare la sua chioma ormai argentata. Emozionante.

La co-conduzione di Giorgia superstar

Co-conduttrice per una sera, Giorgia. Oltre a festeggiare i 30 anni di E poi (sì, avete letto bene, 30), la cantante e co-co si mostra disinvolta e divertita sul palco, mostrando un talento nascosto che ha generato e raccolto più riscontri positivi di quanto si pensasse. Ovazioni da stadio al medley di classiconi del pop italiano. Tutti sanremesi eh, ma nell’accezione positiva del termine.

Quel momento internazionale imbarazzante

Parentesi ospite internazionale: John Travolta si presta per l’ennesima volta nella sua carriera alle mossette di Pulp Fiction e Grease, trascinato poi da Amadeus e Fiorello in un imbarazzantissimo ballo del qua qua. Gli abbiamo letto negli occhi di tutto: dalla rassegnazione, all’imprecazione acuta, dala voglia di fuga a quella di licenziare il suo manager. Scusaci John, non ti inviteremo più in uno show italiano, promesso.

 

 

 

 

 


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