Ci risvegliamo frastornati come reduci di guerra. Che sia vinta o persa non è dato saperlo, almeno non fin da subito. La finale di Sanremo 2024 è stata una lunga, lunghissima serata. Il Festival ha acceso tv, riempito case, occupato divani; ha alimentato discussioni, coinvolgendo il Nord ed il Sud in un complesso intreccio di polemiche e confronti, acuendo un fantomatico divario o unendo sotto lo stesso tifo, in un televoto isterico.
La fine dell’evento nazionalpopolare che accompagna annualmente l’italiano medio in un’esperienza da massimo cultore dell’intrattenimento e della musica lascia un nostalgico vuoto, prontamente riempito da accesi scambi di idee su vincitori e vinti.
I divani sformati dalle 5 ore del sabato sera testimoniano che ognuno a modo suo si è reso protagonista e difensore di una causa, quella del podio del Festival, che diventa inevitabilmente la propria, dettata da una millantata cultura musicale o, mai come stavolta, da una provenienza geografica.
Le fazioni in ballo hanno due nomi: Geolier e Angelina Mango. Entrambi giovanissimi, con background diversi ma accomunati dal sud nel sangue. Una battaglia che ha inizio alla fine della serata delle cover, che è valsa al partenopeo una schiacciante ed inaspettata vittoria, decretata dal televoto e dalle radio ed un secondo posto ad Angelina Mango, che coraggiosamente ha raccolto sulle spalle il carico di una pesantissima eredità, nel nome e nella canzone interpretata (La rondine del padre Pino Mango).
La controversia, che ha coinvolto i sostenitori dell’uno e dell’altra artista in gara per le più disparate ragioni, ha irrimediabilmente assunto i contorni di una battaglia sociale, trascendendo la questione puramente musicale.
Geolier, il rapper napoletano di facile mira per polemiche sterili, ingiustamente accusato in sala stampa di aver “rubato” la vittoria della serata cover, fischiato in malo modo da una platea maleducata ed insensibile, paga lo scotto di essere diventato emblema e simbolo di quella Napoli pronta a sferrare colpi pur di difendersi, abituata com’è al pregiudizio. Una città alla perenne e disperata ricerca del riscatto, a suon di televoto; al limite della legalità, dirà prontamente chi non aspettava altro, perchè, parliamoci chiaro, la questione “razzista” affiora e sopravvive con radici ben salde.
Ma in un periodo in cui Napoli si rivela essere un vero brand di successo, associato ad un immaginario attraente in tutte le sue accezioni da Nord a Sud, risulta inutilmente anacronistico l’accostamento vittoria-illegalità della serata cover, quasi quanto il binomio sconfitta-complotto della finale del Festival.
Geolier, posizionato al secondo gradino del podio di Sanremo 2024, piaccia o no, è attualmente una fetta interessante del rap italiano. Il ragazzo, circondato da orologi di lusso e jet privati, si carica dell’ulteriore peso dell’essere napoletano, ma smentisce prontamente tutti i clichè legati allo stereotipo, nella reazione pacata e mortificata in conferenza stampa e nell’accettazione del secondo posto in classifica, conscio del fatto che il televoto lo abbia deliberatamente incoronato vincitore con il 60% dei voti.
Siamo lontani anni luce dalla replica poco umile ed altrettanto poco elegante di Ultimo ai tempi della sconfitta contro Mahmood. La sala stampa, il cui voto ha pesato maggiormente sul vincitore, ha premiato l’altra fazione, per motivi che certamente prescindono dalle polemiche razziste.
E così, Angelina Mango è la vincitrice della finale della 74esima edizione del Festival di Sanremo. La Rosalía della Basilicata conquista e mette d’accordo (quasi) tutti per quella timidezza tipica degli esordi, per il carisma ed il talento innegabili, per una scrittura e produzione sorniona (Dardust e Madame) che senza dubbio ritroveremo nelle casse degli impianti balneari. Ad agosto ci sorprenderemo a cantare “la cumbia della noia” ma pur sempre sbuffando, perchè, come la top 5 finale di Sanremo 2024 insegna, ci lasciamo conquistare dall’immediato, dal ballabile, dal pop stucchevole o il tormentone dalla vita facile.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.