Nell’estate del 1988 possono essere successe un sacco di cose, ma ce n’è sicuramente una che i giovani degli anni ottanta si ricordano benissimo ancora oggi. Ed è il riff della chitarra di Slash che faceva da intro alla canzone più famosa dei Guns N’ Roses: “Sweet Child O’ Mine”. Il vero punto di forza della canzone, musicalmente parlando è stato da sempre proprio questo, ma nonostante ciò, dietro questo singolo che tutt’ora è uno dei più riproposti, più famosi e coverizzati del genere, ci sono un sacco di notizie da dare.
L’album
Il singolo “Sweet Child O’ Mine” è tratto dall’album “Appetite for Destruction” è uno dei capolavori hard rock più famosi degli ultimi trent’anni. Uscito il 21 luglio del 1987 è entrato nella storia per il mix di adrenalina e potenza che hanno da sempre contraddistinto i Guns N’ Roses. Tanti suoni che spaziavano tra rock, riff, heavy e blues, per arrivare ad un wild punk che ricordava quello dei Sex Pistols con il loro spirito anarchico.
Axl, Slash, Duff, Izzy e Steven erano il preludio rock migliore per l’inizio degli anni ’90 e sappiamo tutti che canzoni come “November Rain”, “Welcome to the Jungle” e “Paradise City”, hanno riempito le autoradio direzione mare dei molti rockettari di quegli anni ma Sweet Child O’ Mine” merita un’ attenzione particolare.
Il brano, terzo singolo estratto dall’album è stato rilasciato il 17 agosto 1988 negli U.S.A. ed il 29 maggio nel Regno Unito. E’ stato il primo, solo ed unico pezzo della hard-rock band statunitense a raggiungere la vetta della Billboard 100, a dimostrazione del grande impatto della canzone nella storia del rock. Si racconta anche che le radio, per renderlo più ascoltabile, erano arrivate al punto di tagliare parte del mitico assolo di Slash e questo fece infuriare non poco tutti i membri della band. Nonostante questo, il pezzo, così come tanti altri del suo genere, ha una bellissima storia alle spalle che merita di essere raccontata.
Una storia, anche d’amore, dietro la canzone
E’ bene sottolineare anche come sia nato il brano. Ad ispirarlo sembra sia stato una sorta di momento – gioco da parte dei componenti del gruppo. Slash, infatti, pare abbia cominciato a suonare per scherzo, insieme al batterista Steve Adler. Quest’ultimo, però, capì subito che quella “musica da circo” sarebbe potuta diventare davvero qualcosa di grande. Slash, allora provò a ripetere, su suggerimento di Steve, quel ritmo per la seconda volta seguito a ruota dalla chitarra elettrica di Izzy. Di quel momento sappiamo solo che Axl si mise a cantare, tutto il resto, come ben sapete, è leggenda.
Come si può notare in “November Rain” ed in molti altri brani dei Guns N’ Roses anche quest’ultimo è una delle dediche di Axl Rose, ad una delle tante donne della sua vita. In particolar modo, il brano di “Appetite for Destruction” è una sorta di lettera d’amore per Erin Everly, allora fidanzata e successivamente ex moglie del cantante. Questa canzone è quella che gli americani chiamano: “power ballad” ovvero “ballata potente” ed insomma anche se non è quel tipo di romanticismo che può piacere a tutti, se avete un giubbotto di pelle, una birra in mano e vi piacciono i concerti di quelli che ci si fa male, potete ben capire che se il vostro fidanzato vi dedica questa canzone, potete convolare a nozze anche sul finale.
fonte Pinterest: Axl e Erin
Per quanto riguarda il testo, nonostante sia molto semplice, si può chiaramente appurare che si parla di un uomo innamorato di una donna molto più giovane di lui e che, nonostante il suono possente che accompagna le parole, quella ragazza gli ricorda la tenerezza e la dolcezza della sua infanzia.
“She’s got eyes of the bluest skies
As if they thought of rain
I’d hate to look into those eyes and see an ounce of pain
Her hair reminds me of a warm safe place
Where as a child I’d hide
And pray for the thunder and the rain to quietly pass me by”.
In questo preciso stralcio, i ricordi si concentrano sulle caratteristiche fisiche della ragazza, che lo riportano agli anni in cui era bambino, quando cercava protezione dalla tempesta e dal temporale, in un posto caldo e sicuro.
Parole che sembrano stonare con la potenza musicale di questo famosissimo pezzo, ma che ci fanno anche andare fuori dai luoghi comuni che probabilmente i Guns N’ Roses avevano già provato a sfatare sulla musica rock, nonostante gli eccessi e le chitarre a decibel infiniti, attraverso la capacità di arrivare al cuore, facendo tanto tanto rumore.
Non si sa dove sia andato, poi, tutto questo amore, se sia stato importante o una storia come tante. Non si sa se sia finito, perdonato o ricominciato. Quel che conta è che sia rimasto dentro l’animo ribelle e sulla pelle di tutti quelli che su quella musica ci ha fatto l’amore. Quello vero.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.