Delusione, amarezza e necessità di cambiamento per la propria terra natale sono le caratteristiche che compongono il testo di “Vieni a ballare in Puglia” di Michele Salvemini, in arte Caparezza.
L’artista italiano essendo nato a Molfetta nel 1973 è stato, fin dall’infanzia, a contatto con la Puglia e con i suoi problemi.
La canzone è stata presentata all’interno del quarto album del cantante: “Le dimensioni del mio caos“ pubblicato nel 2008 e custodisce ancora gelosamente il suo posto come canzone più famosa dell’artista.
Il significato dietro l’apparente allegria
La canzone seppur tratti temi seri, profondi e critici viene spesso utilizzata per gioire di eventi felici e spensierati, probabilmente a causa di un ritornello particolarmente riuscito ed orecchiabile che risulta riconducibile ad alcuni tormentoni estivi.
Il cantante, durante un’intervista con Fanpage, afferma di avvertire metaforicamente una vera e propria coltellata sulle spalle ogni volta che viene messa suddetta canzone ad un matrimonio. Ciò che provoca dolore a Caparezza non è da ricercare nelle emozioni provate durante l’ascolto del pezzo in tali occasioni ma, bensì, nel poco interesse posto al testo e al significato della canzone.
Nel titolo del brano la parola “ballare” ottiene totalmente un altro significato grazie alla lettura del testo e alla visione del videoclip, giungendo ad indicare un provocatorio invito nel continuare a non dare importanza ai vari aspetti negativi presenti nella Puglia, diventando così una vera e propria condanna a morte per i suoi cittadini.
Il testo della canzone pone all’attenzione dell’ascoltatore attento tutte quelle realtà criminose e nocive a cui spesso non viene data abbastanza importanza in Puglia. Si tratta infatti i temi riguardanti: l’inquinamento, causato prevalentemente dall’acciaieria ILVA e dall’ENI, la questione ambientale, che vedeva come eventi particolarmente importanti la serie di incendi avvenuti nel Gargano durante la scrittura del testo, la situazione dei lavoratori che lavorano giornalmente in condizioni pietose e con una poca curanza delle misure di sicurezza che ha causato una numerosa serie di incidenti nei cantieri e, infine, viene trattato anche il tema del caporalato degli extracomunitari nei campi gestito dalle associazioni mafiose a cui ribellarsi risulta impossibile.
Il Videoclip
All’interno del videoclip ufficiale della canzone, pubblicato a Marzo del 2011, vediamo esibirsi nell’introduzione del brano il celebre cantautore italiano Al Bano.
Nel filmato spicca la critica nei confronti dei turisti, completamente ignari della situazione nella Puglia, che si intrattengono grazie alle particolarmente famose spiagge, approcciandosi però con una totale superficialità alla realtà circostante.
Il videoclip si apre con Caparezza in un autobus intento a fare da guida ad una serie di turisti incitandoli, nel corso della canzone, a cantare, ballare e partecipare attivamente alla melodia. Sono visibili nel corso del videoclip anche vari paesaggi e strutture tipicamente pugliesi, tra cui i trulli.
La narrazione del filmato termina con un risveglio, quasi fossero zombie, dei succubi di questa terra, di cui fa parte anche Caparezza, che si riuniscono e accerchiano i turisti senza lasciare loro via di scampo, andando a simboleggiare l’oramai stanca popolazione pugliese colma di turismo che non riesce però a trovare pace e serenità in una vita quotidiana piena di difficoltà.