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A poco tempo dal giorno della memoria, al quale abbiamo doverosamente dedicato alcuni articoli, vi sveliamo uno dei misteri che hanno a che fare con Anne Frank. Chi non ricorda la ragazzina ebrea, rifugiatasi nel 1942 con la sua famiglia, i Vaan Dann e il signor Dussel per nascondersi dalle persecuzioni naziste? Il suo famoso diario fu pubblicato dal padre dopo la morte di Anne ed è tutt’oggi conosciuto in oltre 40 Paesi.
“Il diario di Anne Frank”, importantissima testimonianza delle Shoah, è riuscito con il passare degli anni a farci entrare in empatia con chi ha vissuto l’orrore di quell’epoca. C’è però una domanda che ci siamo posti più o meno tutti quanti mentre, da ragazzini, abbiamo letto quelle pagine sui banchi di scuola. Una domanda a cui non avevamo risposta, semplicemente perché una reale spiegazione non c’era.
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Chi ha tradito la famiglia Frank?
Nel 1944 il rifugio dove Anne Frank e la sua famiglia si nascondevano fu scoperto e i suoi abitanti vennero arrestati. Nessuno fino ad adesso è mai riuscito a capire come fecero i nazisti a trovare il nascondiglio che, per inciso, si trova poco fuori dal centro di Amsterdam. Ci sono però delle novità, dopo quasi ottant’anni da quell’avvenimento storico. Le teorie che negli anni si sono fatte strada, sembrerebbero aver trovato una risposta ufficiale.
Ad avvertire i nazisti a quanto sembra fu l’ebreo Arnold van den Bergh, un notatio appartenente al Consiglio ebraico di Amsterdam. Fu proprio lui ad avere il terribile compito di selezionare i nomi degli ebrei da deportare. Questo durò fino al gennaio del 1944, quando cioè anche lui venne denunciato e deportato, essendo anch’egli ebreo.
Un mistero svelato in un libro
Questo mistero è stato risolto dopo oltre cinque anni di indagini avvenute grazie al videomaker Thijs Bayens, lo storico e giornalista Pieter van Twisk, e l’ex agente Fbi Vince Pankoke. I tre hanno studiato centinaia di documenti, proprio con lo scopo finale di scoprire il nome del traditore. Il tutto è stato riportato nel libro “Chi ha tradito Anne Frank” di Rosemary Sullivan, uscito proprio in occasione del 27 gennaio 2022.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.