Si è spenta oggi nel sonno senza soffrire Franca Valeri, nata a Milano il 31 luglio del 1920, dopo aver compiuto 100 anni esatti, qualche giorno fa.
Il primo a dare la notizia della sua scomparsa è stato Dagospia, e a raffica, successivamente le testate giornalistiche e le varie televisioni hanno cominciato a far circolare la notizia. I grandi artisti, si sa, quando si spengono le luci, si ritirano solo dietro le quinte, e probabilmente è proprio questo che ci ha insegnato in tanti anni questa donna, dalle mille facce, che ha fatto della comicità all’italiana il suo cavallo di battaglia, insieme alla tenerezza con la quale si approcciava ai suoi ruoli.
Non si sparisce mai, ci si nasconde per un altro spettacolo, magari dalle nuvole, fioccherà con qualche risata in più. Di lei abbiamo un’ultima intervista, edita dal “Corriere della sera” dove la si ricorda con uno scialle rosso sulle spalle, e una stella di David, come spilla.
Il suo vero nome era Alma Franca Maria Norsa, figlia di un ebreo, raggiunse il grande pubblico con le sue divertentissime apparizioni tv a Studio Uno, con uno stile intelligente farcito di un ottimo humour critico come nel Teatro dei Gobbi da lei inventato. È stata uno straordinario talento comico, in una società che per ridere e far ridere lo spettatore aveva sempre scelto storicamente il mondo maschile. Capace di approcciarsi ad ogni tipo di spettacolo: cinema, teatro, lirica, radio, tv oltre ad essere quasi sempre autrice dei suoi testi. In radio si era distinta grazie alla “signorina snob” che graffiava con uno stile elegante e capace la “Milano Bene” di quei tempi.
Lavorò acconto a Sordi e iniziò la sua scalata al successo dopo un’ infanzia nascosta per la persecuzione fascista (il papà ebreo fuggì col figlio). Si allea, poi, con la meglio gioventù, entra al “Piccolo”, uno dei teatri più rinomati della cultura artistica milanese lavorando con Grassi e Strehler. Si dice che avesse letto tutto Proust e che quelle parole le restarono accanto una vita. Lanciata dal Teatro dei Gobbi, conquista successivamente anche Parigi e la scena internazionale. Frequenta i grandi del cinema italiano anni ’50 e lavora con De Sica e Peppino De Filippo alle “Signorine dello 04“. Un vero sodalizio fu quello con Patroni Griffi, amico di una vita, che le dà una storica occasione vintage in Fior di pisello.
Non manca di lavorare anche nel grande “Cabaret” dove appariva con le sue due anime, due ironie e due stili realizzati, con eguale padronanza di osservazioni, spirito e intonazione perfetta: la milanese dall’erre moscia e la Sora Cecioni, romana di media volgarità, quasi sempre al telefono. Lo humor di Franca cela comunque sempre una grande malinconia, quella di chi sa ridere nonostante tutte le sofferenze vissute. Fece molto, e tantissimo altro, ma quello che la contraddistingueva era proprio questo modo di approcciarsi con il pubblico ed il mondo in generale.
Negli ultimi anni della sua vita, diede molto spazio alla sua vita casalinga circondandosi di molti amici a quattro zampe che popolavano la sua casa.
La camera ardente sarà allestita domani al teatro Argentina, a Roma, dalle 17 alle 21; i funerali si svolgeranno poi in forma privata con la famiglia.
Non è mancato il cordoglio di molte delle star dello spettacolo e del cinema italiano, come Elio Germano, Neri Marcorè, Paolo Calabresi, Caterina Guzzanti, Valerio Mastandrea, Michele Riondino e Valeria Golino. Fra tutti si sono distinte le parole di Laura Chiatti che sui suoi profili social saluta l’amata Valeri, così:
“Ciao Franca la vita andrebbe vissuta come hai fatto tu, 100 anni di pura ironia, che tu possa illuminare il paradiso ancor di più”.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.