Fonte foto: onstageweb.com
A fine luglio è uscita, in Italia, l’ultima fatica letteraria di Patti Smith: “L’anno della scimmia”.
Il libro era già uscito, in versione originale, a settembre 2020.
Si tratta della narrazione di un viaggio, avvenuto nel 2016 e documentato dalle polaroid scattate dalla cantautrice americana: è un’occasione per fare un bilancio della sua vita, al cui sfondo c’è la miseria dell’attuale situazione politica americana.
È anche un anno di separazioni con due personaggi molto importanti per lei: il suo mentore Sandy Pearlman, prossimo a lasciare la vita terrena e Sam Shepherd, l’amico di una percorso personale e professionale, ormai rassegnato alla SLA.
Le tappe di questo lungo viaggio, rappresentano un percorso mistico, sospeso tra sogno e realtà, ma sempre intenso: ciò le permette di affrontare con serenità il bilancio della sua esistenza, giunta ai settantatre anni.
Per celebrare il libro, Patti Smith presenterà una serata di parole e musica, il prossimo primo settembre, sul palco del Murmrr Theatre a Brooklyn.
Nella sua esibizione, che sarà l’unica del 2020, l’artista leggerà degli stralci del suo ultimo lavoro e suonerà brani con Tony Shanahan, suo fedele compagno di band.
Chi è Patti Smith
Il suo vero nome è Patricia Lee Smith, nata a Chicago il 30 dicembre 1946, figlia di una cameriera, con velleità di cantante, e di un operaio.
È una cantautrice, poetessa e scrittrice statunitense, tra le grandi protagoniste della scena proto-punk e new wave.
Per via della suggestiva potenza dei testi delle sue canzoni, è stata soprannominata “Sacerdotessa del rock”.
A metà degli anni sessanta lascia gli studi e si trasferisce a New York, dove va a vivere con uno studente, tale Robert Mapplethorpe che in futuro diverrà un fotografo di successo.
Dopo aver soggiornato a Parigi per qualche mese, torna nella Grande Mela, dove gli amici la convincono a recitare; in quel periodo scrive, insieme a Sam Shepherd, una commedia. “Cowboy mouth”.
Gli anni settanta
Si cimenta nella poesia, e, all’inizio di quel decennio, pubblica la raccolta “Seventh Heaven and witt”, nel frattempo scrive canzoni per i Blue Oyster Cult.
Nel 1973, tiene, insieme al chitarrista Lenny Kaye, uno spettacolo intitolato “Rock and Rimbaud”.
Nel 1974, al duo si unisce il tastierista Richard Sohl, per incidere una versione di “Hey Joe”, omaggiando il celebre chitarrista Jimi Hendrix, scomparso nel 1970.
Grazie a questa versione, Patti inizia a essere conosciuta nel circuito underground di New York, il cui luogo di incontro è CBGB’s.
Al gruppo di Patti, si aggiungono il chitarrista cecoslovacco Ivan Kral e il batterista Jay Dee Daugherty, gli spettacoli attirano l’attenzione del fondatore dell’Arista, Clive Davis, che la mette sotto contratto.
La prima produzione è con l’album “Horses”, uscito nel novembre 1975 e contenente tra le altre, la cover di “Gloria”, “Redondo Beach” e poesie in musica come “Birdland”.
Il disco entra nella top 50 USA ed è considerato uno dei precursori della scena new wave.
Negli anni successivi esce con “Radio Ethiopia” (1976) e “Easter” (1978), in cui c’è il successo, diventato poi un cult, “Because the night”, scritto a quattro mani con Bruce Springsteen, il brano arriverà tra le prime venti posizioni delle classifiche di vendita americana.
Nel 1979 esce “Wave”, al cui interno c’è “Frederick”, canzone dedicata al futuro marito, Fred “Sonic” Smith.
In questo periodo è al massimo della fama ed è nel giro della New York “che conta” e che annovera artisti come Allen Ginsberg, William Burroughs, Bob Dylan, Sam Shepherd, Robert Mapplethorpe, Verlaine; è acclamata anche in Europa, come poetessa.
Il 10 settembre di quello stesso anno, tiene un concerto a Firenze, un successone: vi partecipano 70.000 spettatori, ammaliati dalla sua musica e dalla sua poesia.
Gli anni ottanta
Nel 1980, si ritira dalle scene, si sposa e mette al mondo due bambini, Jackson e Jessica.
La “pausa” dura fino al 1988, infatti in quell’anno esce “Dream of life”, che contiene il successo “People have the power”.
Gli anni novanta
Il 1994 è stato molto difficile per lei, dal momento che muoiono il marito e il fratello, entrambi per un attacco cardiaco; si riprende dal duro colpo e riallaccia i contatti con Kaye e Daugherty, con i quali si esibisce in alcuni concerti, memorabile quello al Lollapalooza a N.Y., che ha registrato il tutto esaurito, nonostante sia stato poco pubblicizzato.
Esce un nuovo album nel 1996, “Gone again”, al quale partecipano Tom Verlaine, John Cale e Jeff Buckley, un altro disco nel 1997, “Peace and noise”, a cui ha fatto seguito una serie di concerti e letture di poesie con accompagnamento musicale.
Gli anni duemila
Nel 2000 esce “GUNG HO“, che la vede come sempre affiancata dai fidi Lenny Kaye e Jay Dee Daugherty e nel 2002 “LAND”, una raccolta composta da due CD, in cui sono inseriti cover, demo e brani dal vivo.
Nel 2004 approda alla Columbia records, che le produce “Trampin’”, un nuovo album di inediti.
L’anno successivo, la Sony pubblica “Horses”, per celebrarne i trent’anni dall’uscita: la nuova versione è composta da due CD, in uno dei quali è incisa la versione live dell’originale, presa dal concerto al Meltdown festival di Londra.
Nel 2007 esce “Twelve”, album che contiene rielaborazioni di brani di Bob Dylan, Nirvana, Jimi Hendrix e altri.
Gli anni duemiladieci
Nel 2010 esce “Just kids”, un libro in cui racconta la sua amicizia col fotografo Mapplethorpe e la sua vita newyorkese negli anni settanta.
I fans di Patti la ricorderanno per la partecipazione al Festival di Sanremo del 2012, in quell’occasione si era esibita con i Marlene Kunz in una versione di “Impressioni di settembre”, della PFM.
Nel giugno di quello stesso anno esce un nuovo disco di inediti, “Banga”, tra i quali figura un brano dedicato alla compianta Amy Winehouse.
Con le sue canzoni, le sue poesie e i suoi libri – la maggior parte dei quali, scritti negli anni settanta – è stato ed è tuttora un esempio di personaggio carismatico, che ha fatto dell’arte a tutto tondo, la sua principale ragione di vita.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.