Vivere nelle province italiane nel 2020

Come ogni anno, Il Sole 24ore ha stilato la sua classifica sulla vivibilità nelle province italiane. Si tratta di un appuntamento annuale ormai consueto arrivato alla 31esima edizione che coinvolge le 107 province italiane molto atteso da chi si occupa di tematiche urbane e da chi considera la qualità della vita uno degli obiettivi da perseguire per risiedere in un territorio. Essa consente di avere contezza di quanto sia variegata la situazione italiana e di quali siano i punti di forza e debolezza delle regioni.

 

Di seguito una presentazione degli indicatori utilizzati per classificare le province italiane.

 

1.Ricchezza e consumi

 

Quest’indicatore vede nelle prime cinque posizioni province molto diverse per numero di abitanti e posizione, anche se tutte situate nella parte settentrionale d’Italia: Bologna, Biella, Milano, Monza e Brianza, Aosta. Il dato è riferito a migliori condizioni economiche e maggiori opportunità lavorative concentrate soprattutto in codeste regioni che rendono più dinamico il territorio anche per le ricadute positive dei consumi dei cittadini.

 

2. Ambiente e servizi

 

Più dislocata è la posizione delle prime cinque province più virtuose sul tema Ambiente e Servizi: Milano, Bologna, Trieste, Trento, Genova. In questo caso la capillarità del servizio di trasporti presenti in Lombardia e in Emilia- Romagna consente alle due città capoluogo di occupare le primissime posizioni. Inoltre, di primaria importanza è la gestione locale della raccolta differenziata che pesa sulla possibilità di vivere gli spazi in città in maniera soddisfacente.

 

3. Giustizia e sicurezza

 

Ancora più marcata è la presenza di province con città medio piccole nell’indicatore Giustizia e sicurezza, situate sia a nord sia al centro. Si tratta di: Oristano, Pordenone, Treviso, Ascoli Piceno, L’Aquila. Una delle motivazioni è da ricercare nella connessione tra numero di abitanti e maggiore governabilità e facilità di gestione dei territori più piccoli.

 

4. Affari e lavoro

 

L’indicatore Affari e Lavoro riguarda l’occupazione nelle province italiane e la capacità di attrarre investitori. In questo caso tra i primi posti si posizionano: Trieste, Prato, Milano, Bologna, Bolzano. Tutte queste città presentano uno consolidato tessuto industriale che è storicamente presente in quei territori. Alcuni di essi – come Prato – negli anni 70 e 80 hanno rappresentato un vero e proprio motore industriale per l’intero Paese grazie alla presenza di piccole e medie imprese di altissimo valore.

 

5. Demografia e società

 

L’indicatore che desta maggior curiosità per la variegata composizione geografica delle province coinvolte vede elencate tra le prime cinque province italiane: Cagliari, Sassari, Catanzaro, Pescara, Bolzano. Anche in questo caso, si tratta di città medie con una popolazione intorno ai 100.000 abitanti caratterizzate da una buona densità abitativa.

 

6. Cultura e tempo libero

 

Concludendo, l’ultimo indicatore considerato – che denota la vivacità culturale di una provincia e la capacità di attrarre visitatori – è Cultura e tempo libero. Ne fanno parte le province di Rimini, Savona, Bologna, Ascoli Piceno e Siena. Se la presenza di Rimini non stupisce perché è sempre stata meta turistica di massa per eccellenza, fa riflettere invece la posizione di Savona e Ascoli Piceno, due province sicuramente meno note ai più ma con un importante tessuto culturale e associativo.

 

Ulteriore considerazione imprescindibile della classifica riguarda la scarsa presenza o totale assenza di città del Sud in tutti gli indicatori, fatta eccezione per Demografia e Società. Questo dato letto su un lungo arco temporale, era già presente nelle edizioni precedenti e conferma la staticità di alcuni territori, aggravati dalla situazione pandemica dell’ultimo anno. Infine quest’anno oltre agli indicatori qui sopra descritti è stato inserito l’indice dei casi di Covid rilevati ogni mille abitanti.

 

La classifica de Il Sole 24ore può essere uno spunto per conoscere nel dettaglio la situazione socio culturale e socio economica delle nostre città e aiutarci a migliorare scelte e comportamenti personali con l’obiettivo di rendere migliori i luoghi che viviamo.