Le imprese di Helen Keller smentiscono la validità del detto “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Infatti, come lei stessa ebbe a dire, “le cose migliori e più belle non possono essere né viste né udite, ma sentite nel cuore“.
In occasione della giornata internazionale della disabilità, che decorrerà il prossimo 3 dicembre, ripercorriamo l’incredibile vita di questa scrittrice e attivista, prima donna sordo-cieca a conseguire una laurea negli Stati Uniti.
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La disabilità nella vita di Helen Keller
Helen Keller nacque nel 1880 a Tuscumbia, in Alabama, da genitori aristocratici.
Purtroppo, quando non aveva nemmeno un anno di vita, Helen si ammalò gravemente perdendo l’uso della vista e dell’udito. Ciononostante, i suoi genitori non le fecero mai mancare niente, né la allontanarono dalle mura domestiche.
Si racconta anzi che, un giorno, la madre di Helen avesse letto un articolo di Charles Dickens in cui si elogiavano i tentativi di rendere istruita una bambina americana. Si trattava della piccola Laura Bridgman, anch’essa sordo cieca.
Fu così che i genitori di Helen si convinsero a fare lo stesso con la propria figlia, affidandola all’insegnante della Perkins School For the Blind Anne Sullivan.
L’insegnante, che adottò dei metodi rigorosi ma non severi, tentò di abituare la piccola Helen a raggiungere l’autonomia nonché a riconoscere gli oggetti dell’uso quotidiano.
I metodi del suo insegnamento diedero vita a risultati sorprendenti: nel giro di pochi anni Helen imparò il francese, il latino, e apprese persino l’alfabeto Braille.
La scrittrice e attivista per i diritti umani si laureò magna cum laude presso il Radcliffe College a soli 24 anni, raggiungendo così un record singolare per una persona non normodotata.
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Helen Keller e il suo lascito umanitario
Il lascito umanitario di Helen Keller è piuttosto vasto. L’attivista, che pubblicò anche diversi libri, tra cui una autobiografia, fece molti viaggi, soprattutto in Giappone, e incontrò alcune delle più influenti personalità del mondo occidentale, tra politici, cineasti e scrittori.
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Addirittura fu insignita della Medal of Freedom, la massima onorificenza concessa dal Presidente degli Stati Uniti (Keller ricevette la medaglia dal presidente Lyndon B. Johnson all’età di 64 anni).
Tutt’oggi, in Alabama, la sua fama è aumentata dopoché le è stata dedicata una struttura sanitaria, il Helen Keller Hospital. Invece, nel 2003, sono state coniate monete da 25 centesimi con impresso il suo volto.
L’insegnamento che possiamo trarre da Helen Keller è che bisogna sempre trovare la forza di sorridere. Anche nei momenti più bui.
E non bisogna scoraggiarsi di fronte agli ostacoli, soprattutto se si hanno tutte le carte in regola per affrontarli.
Nasce a Milano il 31 agosto 1998 da madre e padre egiziani, originari del Cairo e cresce con il piede in due staffe: da un lato, viene educata in seno alla cultura italiana, ampiamente assorbita sui banchi di scuola iscrivendosi al liceo classico, dall’altro si nutre di tutto ciò che ha a che fare con il mondo arabòfono. Di fatto è bilingue, ma non chiedetele quale dei due idiomi preferisce: sarebbe come scegliere tra mente e cuore. Inoltre, mentre cerca di capire cosa fare da grande (in verità le piacerebbe tornare bambina e passare i pomeriggi a guardare cartoni animati alla televisione), si dedica alla scrittura di articoli online per testate giornalistiche.