Lina Sastri incanta il teatro Augusteo di Napoli per due magiche serate con lo spettacolo “Eduardo Mio” che porta il volto e la sua firma d’autrice/attrice, per un omaggio al maestro indiscusso dell’arte teatrale, De Filippo.
Accompagnata da quattro elementi (pianoforte, violino, violoncello e chitarra), Lina Sastri appare sulla scena vestita di bianco, come una sposa pronta a pronunciare nuovamente quel “sì” che a soli 17 anni la portò, da via degli Zingari in pieno centro partenopeo, sulla strada dell’arte. Il teatro, quel sogno fin da subito chiaro e definito, divenne in breve tempo realtà, grazie alla determinazione e a quel carattere prorompente che non passò inosservato, persino dietro le quinte dei primi palcoscenici. Eduardo De Filippo, questo, lo capì immediatamente.
Alla scoperta dell’Eduardo segreto
Eduardo mio è tutto questo. Il teatro nel teatro, un racconto di racconti, di Lina ed Eduardo sulle scene e dietro le quinte, perfettamente intrecciati in una cruda napoletanità, quella insita negli stralci delle maestose opere di De Filippo (da Gli esami non finiscono mai a Filumena Marturano) e nei classici della musica napoletana con cui Lina Sastri anima e ammalia la platea come solo una sirena partenopea sa fare.
Sul palco dell’Augusteo si ripercorrono gli anni ’70 della giovanissima attrice, desiderosa di farsi portavoce di un teatro controcorrente, sì determinata quanto perfettamente calata in ogni ruolo, al punto da confondere la realtà con il palcoscenico. Ed è qui che si susseguono gli aneddoti, di quando la Sastri limitò i vistosi gioielli nonostante fossero previsti da copione del maestro, o di quando ad Eduardo apparve commossa e la rassicurò. “Nun è o ver, Lina”, disse ritagliandosi un inaspettato gesto d’affetto in scena, durante la commedia.
Un prezioso racconto, scostando il pesante drappo del sipario, alla scoperta dell’Eduardo segreto, del maestro all’opera, alle prese con la ripartizione dei personaggi di una nuova commedia, con le prove della compagnia o, ancora, l’Eduardo figlio, fratello, marito che fu.
È Lina Sastri che ci guida in questa scoperta ed emoziona più che mai, con la stessa voracità di quella diciassettenne sognatrice, di chi ha vissuto la realtà del rione ed ha saputo farne un talento. Ipnotizza con vivace malizia, quella che muove la gonna con sferzanti movimenti delle braccia, durante la Tammurriata Nera o l’intensa interpretazione di Bonaria da Gli esami non finiscono mai, la stessa che commuove per l’intensità che mette nel canto, nel racconto, nel vissuto.
Lina Sastri è la Napoli malinconica e cruenta, gioiosa ed arguta, ferita ma fiera. Una voce che riempie la platea ed accoglie la preziosa eredità dell’irraggiungibile maestro del teatro, Eduardo De Filippo.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.