Dopo una lunga attesa il Teatro San Carlo riapre venerdì 14 maggio alle ore 19 con la Traviata di Giuseppe Verdi. La scelta di proporre il capolavoro verdiano ha una sua valenza simbolica in questo periodo di pandemia per dare una speranza per tutti i lavoratori dello spettacolo, che hanno profuso tutte le proprie energie senza cedere alla disperazione.
La Traviata è un’opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal romanzo teatrale “La signora delle camelie” di Alexander Dumas figlio.
Nel primo atto Violetta Valery si trova nel salone della sua casa di Parigi, intenta negli ultimi preparativi prima dell’arrivo dei suoi ospiti, tra cui il Marchese d’Obigny, Flora Bervoix ed il visconte Gastone de Letorieres. Il visconte presenta Alfredo Germont a Violetta, dicendole che durante la sua malattia lui si era recato più volte a casa sua per avere informazioni sul suo stato di salute.
Violetta è lusingata, ma al tempo stesso incuriosita di tanta premura. Alfredo approfitta di un momento di intimità per confidarle il suo amore verso di lei che dura da oltre un anno. Violetta, però, non sa provare vero amore e preferisce mantenere un rapporto di reciproca amicizia. Poi gli consegna un fiore con la richiesta di riportarglielo il giorno successivo. Intanto gli ospiti si congedano da Violetta, complimentandosi per la serata.
All’inizio del secondo atto Alfredo incontra la domestica di Valeria, Annina, che gli confida che la sua padrona l’ha mandata a vendere tutti i beni per poter mantenere la sua casa. Alfredo promette di occuparsi della situazione economica di Violetta, senza però farlo sapere alla stessa Violetta. Intanto Giuseppe, il cameriere di Violetta, le consegna un invito ad una festa al palazzo di Flora, avvertendola che ci sarà un uomo che vuole incontrarla. Quest’uomo è Giorgio Germont, il padre di Alfredo, che è venuto a difendere le ricchezze della sua famiglia ed accusa Violetta di approfittarsi del figlio. Violetta gli fa vedere i documenti della vendita di tutti i beni per mantenere l’amante presso la sua dimora. Giorgio Germont le chiede il sacrificio di andarsene per sempre e lasciare che il figlio torni a casa. Violetta, che è malata di tisi, propone di allontanarsi per un certo periodo. Giorgio le fa notare che,non essendo sposati, quando le sue grazie svaniranno, non ci sarà nessun legame che costringerà Alfredo a starle vicino. Violetta allora decide di andar via per sempre e scrive due lettere: una al barone Douphol e l’altra ad Alfredo, comunicandogli la decisione di lasciarlo. Arriva Alfredo Germont, molto agitato, poiché ha saputo della presenza del padre, e vorrebbe presentarlo a Violetta. Dopo essersi fatta giurare amore eterno da Alfredo, Violetta fugge; Alfredo legge la lettera e capisce che è andata alla festa organizzata da Flora e la segue. Alfredo arriva alla festa per cercare la sua amata; poco dopo Violetta arriva in compagnia del barone Douphol. Alfredo insulta indirettamente Violetta, provocando le ire del barone che lo sfida a carte. Alfredo vince la partita ed incassa una ingente somma. Violetta chiede un colloquio privato con Alfredo, in cui gli chiede di andar via perché ama il barone. Questa bugia fa andare Alfredo su tutte le furie; difatti chiama tutti gli invitati e getta una borsa di monete ai piedi di Violetta. Violetta sviene nelle braccia di Flora, mentre tutti gli invitati, compreso il padre Giorgio, inveiscono contro di lui. Il barone Douphol sfida Alfredo a duello.
Nel terzo atto Violetta sta a letto gravemente ammalata di tisi. Il dottor Grenvill confida ad Annina che alla sua padrona restano solo poche ore di vita. Violetta stringe al cuore una lettera di Giorgio Germont, in cui la informa che Alfredo sa tutta la verità e che sta tornando da lei, ma oramai è troppo tardi.
Annina porta la notizia dell’arrivo di Alfredo, che abbraccia la sua amata, promettendole di portarla via da Parigi; intanto accorre anche il padre colto dal rimorso per aver ostacolato la loro unione. Violetta consegna un medaglione ad Alfredo, per portar sempre vivo il suo ricordo. Per un attimo sembra riacquistare le forze e si alza dal letto, poi cade esanime.
Passiamo ora a raccontare in breve la storia delle rappresentazioni de La Traviata. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853. Pur se inizialmente sembrava entusiasmare il pubblico, già dal secondo atto non piacque più, tanto che Verdi lo definì un fiasco.
Secondo Verdi tale problema era dovuto non tanto alla musica quanto alla scarsa professionalità dei cantanti. Dopo aver litigato con l’amministrazione del Teatro La Fenice, Verdi non volle più autorizzare la messa in scena della Traviata se i panni di Violetta, Alfredo e Giorgio Germont non fossero stati indossati da artisti idonei a quei ruoli sia fisicamente che tecnicamente.
L’opera fu successivamente rimaneggiata per sfuggire alla censura della società borghese dell’epoca e fu spostata anche l’ambientazione cronologica dal XIX al XVIII secolo.
Carlo Pisani Massamormile, napoletano, classe 1963, è laureato in Economia e Commercio e dottore commercialista.
Nel 2013 scrive una sua biografia dal titolo “Sei volte papà” in occasione della festa dei suoi 50 anni. Nel 2019 pubblica con la casa editrice “Il quaderno” il libro di poesie “Barca a rime”, una raccolta di poesie in rima baciata ed alternata sulle emozioni. Nel 2020 pubblica il libro di racconti “Intrighi di condominio” con la casa editrice “Il quaderno”: 17 racconti ironici e divertenti su condomini “sui generis” della Napoli degli anni 90, Nel 2021 insieme ad altri autori viene pubblicato un suo racconto dal titolo “Oltre il lavoro” nel libro” Grandi speranze”della collana “Gemme, scrittori si diventa” (casa editrice Guida); nel mese di novembre 2021 viene pubblicato il libro di poesie “Frammenti di emozioni”-poesie, fotografie,riflessioni (casa editrice Il quaderno). Appassionato di scrittura, lettura, psicologia, sport.