Picasso De Chirico Dalì. Dialogo con Raffaello al Mart di Rovereto

Al Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto è in corso dal 2 maggio una mostra che terminerà il 29 agosto. Si tratta di Picasso, De Chirico, Dalì. Dialogo con Raffaello.

Si sa che Raffaello fu uno di quegli innovatori rinascimentali, appartenente a quella maniera di cui parlava Vasari. La maniera che andava a porre la cesura inaugurale dello stile moderno. Nelle opere di questo grande artista, avviene un radicale cambiamento nella proposta del colore. Si vedono le influenze di Leonardo, nel nuovo uso della prospettiva. È interessante pensare a come in quel periodo la paradigmatica bidimensionalità dell’arte medievale, fosse in realtà ancora diffusissima tra i pittori dell’epoca. Ma le scoperte di Leonardo sulla prospettiva aerea e l’approfondimento che ne fece Raffaello, erano eventi ancora in corso. Dunque quando pensiamo a quell’epoca, sappiamo che stiamo osservando una novità che oggi ribadisce l’ovvio, ma che per gli uomini dell’epoca era sconosciuta. Questo dialogo di Raffaello con gli altri innovatori avvenne anche con le citazioni delle forme di Michelangelo. Soprattutto Raffaello determina l’armonia includendola nella realtà spirituale e storica umana. Definisce la moderna concezione di pittura, dalla quale, per quanto possa non sembrare di primo acchito, artisti come Picasso, Dalì e De Chirico non sono riusciti a discostarsi. Si può dire che anche nelle avanguardie ci sia una scia di manierismo, se si pensa che difficilmente abbiano potuto discostarsi dallo stile raffaellita.

Infatti questo viene raccontato nella mostra. Ad esempio nell’opera La gravida di Raffaello, del 1920, di de Chirico, dove in pieno stile raffaellita viene mostrata una donna con la pancia da gravidanza in un misto di colori rosso, bianco, pelle e sfondo nero. Un’opera che anche per il significato sembra richiamare, come se il dipinto fosse stato fatto effettivamente da Raffaello, comunicando l’elevazione associata alla Vergine Maria della madre di Raffaello che sta per nascere. Un momento celebrato con quella profonda empatia secolare di un artista come de Chirico che è riuscito a raccontare qualcosa di fortemente poetico.

Poi c’è l’interpretazione che Dalì fece della scuola di Atene. La celebre opera in cui appaiono i filosofi dell’antica Grecia con Platone e Aristotele in prima fila. Quella celebre immagine di Platone che indica il cielo per spiegare il mondo delle idee, e Aristotele che invece apre la mano verso il basso per confutare usando l’argomento dell’immanenza. In quest’opera Dalì copre con quadrati di diverso colore, molto alienanti, proprio i volti di Platone, Aristotele e altri, e ne mostra altri a cui al posto del viso viene messo un quadratino. Io vedo quest’opera come un discorso surrealista che per affermarsi deve negare totalmente la metafisica. E si vede qui la affinità e la divergenza tra Dalì surrealista e de Chirico metafisico.

E poi appunto il volto della donna seduta che Picasso dipinge con piena ispirazione a Raffaello.

Insomma se quest’anno è dedicato a Dante, quello passato era stato l’anno di Raffaello. Purtroppo è stata una celebrazione triste, che dunque ancora vuole proporsi per recuperare ci auguriamo negli anni, il sapere su un artista importantissimo. Una vita carica di passione, esempio ne è la Fornarina che mostrava una sensualità direttamente ispirata da un’amante, eclettismo professionale perché fu anche architetto, e la morte che avvenne prematuramente, forse (secondo il Vasari) dovuta a una malattia contratta da una eccessiva passione per le donne.