A giugno di quest’anno è stato pubblicato il volume Storia della cucina italiana a fumetti. Un autentico edito dall’Accademia Italiana della Cucina che ha “sfidato” l’enorme difficoltà di raccontare una cucina, quella nostrana, assai varia e complessa. Per di più con un tipo di racconto che si serve di tante illustrazioni e poche parole.
Il titolo completo di questo libro è Storia della cucina italiana a fumetti. Dalle tagliatelle etrusche al tiramisù, così da avere un’idea dal periodo storico in cui si comincia a raccontare questo viaggio nel tempo sulle nostre pietanze. Si parte, dunque, da quelli che sembrano essere i primi ideatori della pasta, ossia gli Etruschi, per poi proseguire con i vari banchetti di principi e re del Medioevo e dei signori del Rinascimento. E quindi anche con quanto importato sia dal vicino Oriente che dal Nuovo Mondo, il quale ha portato cioccolata e pomodori sulle nostre tavole.
Si parlerà anche di come sono nati i primi ristoranti e quando si è iniziato a parlare di cucina italiana dei giorni nostri. E lo si farà attraversando tutto l’Ottocento e il Novecento, che ha dato uno slancio non indifferente all’industria alimentare.
Fonte: taccuinigastrosofici.it
La cucina italiana, una delle più amate
Non è una novità il fatto che la cucina italiana sia una delle più amate al mondo, nonché una delle più diffuse. Infatti, al contrario di quanto si possa pensare, in quasi ogni Paese del mondo esiste almeno un ristorante italiano. Oltre a ciò, gli ingredienti di cui ci serviamo per le nostre pietanze sono facilmente reperibili in ogni parte del globo.
Questa storia illustrata racconta e spiega quanto sia stata complessa la strada per arrivare ai “tempi d’oro” odierni. Si parte, infatti, dalla civiltà etrusca, dalla quale abbiamo “ereditato” dei piatti ancora preparati nel XXI secolo (oltre a una forma primordiale di tagliatelle, erano soliti mangiare anche l’insalata di farro), fino a raccontare i radicali cambiamenti che la scoperta dell’America ha portato nella cucina italiana. Finanche al contributo che l’industria alimentare ha portato, fin dal XIX secolo, alla semplificazione e all’innovazione delle nostre abitudini e dei nostri pasti quotidiani.
Il presidente dell’Accedemia Paolo Pedroni, inoltre, ha affermato: “abbiamo illustrato in modo semplice i piatti principali che caratterizzano la nostra cucina tradizionale di oggi come invito a sperimentarli.”
Fonte: moondo.info
Non solo in Italia…
Questo volume, infatti, che fino ad ottobre di quest’anno era in vendita solo nel territorio nazionale, è “sbarcato” negli Stati Uniti. È stato presentato, infatti, a New York, in occasione di una riunione dell’Accademia Italiana della Cucina e dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, e come se non bastasse, alcune copie del libro saranno donate alla Scuola d’Italia G. Marconi, situata a Manhattan.
Alla presentazione de La cucina italiana a fumetti hanno partecipato Giusto Priola, proprietario del ristorante Pasta Eater (luogo scelto come location per l’evento), Roberta Marini de Plano, delegata dell’Accademia Italiana della Cucina di New York, e Fabio Finotti, direttore della medesima Accademia. Quest’ultimo, in un suo intervento, ha anche sfatato il mito sull’origine della pasta. Ha abbattuto, infatti, la “credenza popolare” che vuole Marco Polo come “importatore degli spaghetti/noodles” dalla Cina, ponendo l’accento sulle origini arabe della moderna pastasciutta.
Un’altra ciliegina sulla torta, comunque, è l’ulteriore distribuzione del fumetto in territorio americano, che avverrà attraverso l’IACE (Italian-American Committee on Education), un’organizzazione no-profit che si pone come obiettivo lo studio della lingua e della cultura italiana nella cosiddetta Tri-state area, composta dagli Stati di New York, New Jersey e Conneticut. Paradossalmente, i territori con la più alta concentrazione di italiani e di italo-americani.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.