I misteri di Udolpho è il quarto romanzo della misteriosa scrittrice Ann Radcliffe e viene dato alle stampe nel 1794. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un alto esempio di romanzo gotico della letteratura inglese.
Accoglienza
Viene pubblicato esattamente 30 anni dopo il primo romanzo gotico, Il Castello di Otranto. Si tratta quindi di un momento assolutamente propizio in cui il pubblico non è totalmente digiuno dei mezzi necessari per apprezzare la storia e ancora entusiasta del genere da poter accettare i quattro volumi che lo compongono. Parliamo di ben 1025 pagine di romanzo! Certo a renderlo appetibile e a farlo diventare il manuale della letteratura gotica sono le eccelse qualità di scrittrice di Ann Radcliffe.
Soprannaturale
Una delle caratteristiche che tiene incollato il lettore alle pagine è la quantità di mistero che avvolge gran parte degli eventi, tra queste pagine il senso del soprannaturale permea le pagine ricche di ambientazioni gotiche quali: sotterranei, castelli. La maestria della scrittrice però sta nella sua capacità di rendere vive le luci e le ombre del romanzo quasi da circondare realmente il lettore capace di lasciarsi coinvolgere
L’ambientazione in Italia
Il territorio ostile e pericoloso è la nostra penisola, tanto cara all’autrice, della quale ne ama sia la natura incontaminata che le città. Questa volta Ann Radcliffe pone l’accento sul paesaggio piemontese e sulla città di Torino. In questo contesto si concede un errore atto ad enfatizzare la narrazione misteriosa. Infatti l’autrice descrive la Torino vista nel corso del 1700 in cui le architetture che conosciamo ancora oggi rendono unica questa e mistica questa città. Peccato però che la storia del romanzo sia ambientata in pieno Rinascimento. Anche il castello è rintracciabile sul nostro territorio, si tratta del Castello di Monteveglio a Bologna.
La persecuzione della figura femminile
La protagonista della storia si chiama Emily ed è una ragazza che, rimasta orfana, viene affidata ad una zia. Quest’ultima sposa un uomo italiano che si rivela essere perfido al punto di rapire Emily, portarla in territorio italiano per tenerla sotto sequestro nel castello di Udolpho. Dopo molte peripezie Emily riesce a fuggire e a ritrovare il suo amato in Francia. Ecco quindi che vediamo la stessa tipologia di persecuzione messa in atto in l’Italiano o il confessionale dei Penitenti Neri. Anche in questo caso la figura femminile si trova ad ostacolare un uomo avido dal raggiungimento dei suoi scopo. Dunque l’autrice vuole sottolineare come l’innocenza delle giovani donne le porti ad essere le vittime di uomini che hanno ben chiaro dove vogliono arrivare e quale sia il modo più agevole e, all’apparenza, semplice per raggiungere il proprio obiettivo.
Il castello di Udolpho
Per arrivare nel luogo di reclusione, Emily vive oltre 300 pagine di disavventura familiare e di viaggio impervio verso la sua prigione. Questo significa che anche il lettore deve aspettare un bel po’ prima di scoprire i misteri del castello. Una volta giunti fra queste mura ci saranno pagine e momenti di intensi momenti di suspense a momenti quasi statici a livello di avanzamento della trama. Non c’è da preoccuparsi però, poiché in perfetto stile Radcliffe c’è sempre una spiegazione per spiegare l’inspiegabile.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.