Fonte foto: visitserrasanbruno.it
Serra San Bruno è un piccolo comune italiano di oltre seimila abitanti della provincia calabrese di Vibo Valentia e deve la sua origine alla venuta del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell’Ordine dei Certosini, che dedicò la sua vita alla ricerca di Dio in silenzio e in solitudine.
La fondazione
Dunque, la sua fondazione risale al 1095, quando furono costruite le prime abitazioni che avrebbero poi creato il paese. Esse furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l’eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno. L’attuale denominazione Serra San Bruno è stata acquisita per un decreto emanato da Vittorio Emanuele II nel 1863. La presenza della Certosa ha influenzato molto lo sviluppo architettonico del paese; infatti, era nota la presenza di artigiani, artisti del legno, fabbri e decoratori.
Il terremoto del 1783 distrusse la cittadina e la Certosa. La ricostruzione è stata possibile in quanto la zona era ricca di risorse come legno, ferro e granito, che i mastri d’arte dell’epoca sfruttarono anche per creare opere d’arte per decorare le chiese ed il paese. Un altro evento nefasto colpì Serra San Bruno nel 1935: una violenta alluvione, che causò anche alcuni morti; il livello dell’acqua nelle zone più basse del paese raggiunse i due metri di altrezza.
Visitare Serra San Bruno vuol dire scoprire anche un bellissimo angolo naturalistico. Basta guardarsi intorno per capire come la natura sia il punto di forza di questo territorio. Ma sicuramente l’attrazione più famosa della zona e quella a cui tutti puntano durante una visita a Serra San Bruno è la Certosa, dove, però, gli affascinanti resti della vecchia certosa, distrutta dal terremoto del 1783, non sono visitabili. Si tratta di un luogo magico che purtroppo non è accessibile. Ma ci pensa il Museo della Certosa a colmare questo vuoto, in quanto racconta perfettamente la vita di San Bruno e dei suoi fratelli, tra preghiere e lavoro. Si può anche osservare una cella contenente gli attrezzi di vita quotidiana, di meditazione e di produzione.
Oltre alla Certosa e al suo Museo, la terza cosa da fare a Serra San Bruno è visitare il Parco Naturale Regionale delle Serre, un’area protetta molto vasta, costituita da due catene montuose che uniscono l’altopiano della Sila ed il Massiccio dell’Aspromonte, grandi boschi e la Cascata del Marmarico. Qui si trovano anche aree attrezzate per picnic, servizi igienici, piccoli negozi di souvenir, soprattutto di tipo gastronomico, ed un chiosco con tavoli tra gli alberi che fa da bar, paninoteca e ristorante.
Il Santuario di Santa Maria nel Bosco è il vero primo eremo di San Bruno; è qui infatti che San Bruno scelse di vivere ed è qui che pregava. Qui troviamo infatti l’Eremo di San Bruno, dove c’è la statua del santo addormentato, il laghetto dove lui pregava e faceva penitenza e la chiesa con le ossa dei primi certosini.
Serra San Bruno è un piccolo comune dalle grandi capacità di soddisfare ogni esigenza, anche quella di visitarla con i bambini e trascorrere una bellissima e fresca giornata in famiglia, soprattutto d’estate, quando altrove le alte temperature sono davvero insopportabili.
Infine, il paese si racchiude intorno al suo centro storico, ma soprattutto lungo il corso principale. Qui la gente va a fare una passeggiata in serata ed è qui che troveremo alcune delle chiese più belle del paese. Serra San Bruno ne vanta tante, tutte da visitare.
La più bella in assoluto è la Chiesa Addolorata: una perla in stile barocco. Le altre chiese del centro storico sono la Chiesa Matrice o di San Biagio, che è la più grande del paese ed è dedicata a San Biagio, che era il primo patrono di Serra, poi sostituito da San Bruno. Non si sa molto di questa chiesa, un po’ misteriosa, ma probabilmente un tempo era in legno visto che proprio qui a Serra la maggior parte degli abitanti lavoravano il legno.La Chiesa dell’Assunta di Terravecchia, dedicata alla Madonna dell’Assunta, costruita dai monaci certosini nel XII secolo per devozione e per costruire un luogo dove assistere i bisognosi del paese. Tra le vie del centro storico c’è poi una chiesetta dedicata a San Girolamo.
Nel quartiere di Spinetto, troviamo la Chiesa dell’Assunta di Spinetto. Anche questa chiesa è dedicata alla Madonna dell’Assunta; all’inizio era una piccola chiesa di campagna, poi ricostruita e ingrandita anche utilizzando una cornice barocca in granito proveniente dall’antica Certosa.
La Chiesuleda, infine, è una chiesetta che si trova lungo il corso di Spinetto e quasi si confonde tra le case. In origine era stata costruita come cappella privata della famiglia Giancotti, poi negli gli anni Novanta venne data in donazione alla parrocchia di Maria SS. Assunta in Cielo di Spinetto. Al suo interno è custodita una statua della Madonna delle Grazie ed una dell’Arcangelo Michele.
Dunque, una piccola comunità che offre davvero tanto, soddisfacendo bisogni e curiosità di qualunque visitatore. Cosa aspettiamo? Prepariamoci a trascorrere momenti di pace, spensieratezza e tranquillità in un posto refrigerante ed ameno.
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.